di Gabriele Bonafede
La notizia era già circolata grazie a un articolo pubblicato dal Lancet un paio di settimane fa. L’articolo dimostrava con uno studio che l’Idrossiclorochina e Azitromicina sono efficaci nel ridurre la letalità del coronavirus.
Non solo la mortalità “per coronavirus” ma anche, e soprattutto, “con coronavirus”, visto che qui in Italia si parla di questa distinzione.
l’Idrossiclorochina è commercializzata quale farmaco contro la malaria e solitamente denominato Plaquenil.
Secondo l’Istituto di Marsiglia, ma anche altri esperti, Idrossiclorochina e Azitromicina agirebbero sulle complicazioni della polmonite bilaterale acuta che risulta nei pazienti affetti da coronavirus (Covid-19).
Il dibattito su questo tema è in effetti cominciato molto tempo fa, riattivato da un noto articolo pubblicato dal Lancet e poi ripreso da altri medici e scienziati.
Adesso nuove sperimentazioni pubblicate in Francia
L’IHU, Institut Mediteranée Infection di Marsiglia aveva già divulgato la notizia prima ancora che l’epidemia scoppiasse anche in Francia. Ciò sulla base degli studi pubblicati e della loro lunga esperienza nel trattare infezioni da virus simili al SARS-CoV-2, quello che provoca la malattia Covid-19, oggi comunemente chiamata “coronavirus”.
Ma adesso c’è una evidenza in più. Un paio di giorni fa, Didier Raoult, direttore dell’IHU Méditerranée Infection, ha convocato una conferenza (video integrale e originale in francese alla fine di questo articolo). Qui è stato spiegato innanzitutto come i test, i tamponi, eseguiti per il più largo numero di persone possibile siano fondamentale strumento per combattere l’epidemia.
Il prof. Raoult, all’inizio della comunicazione, ha anche lamentato di avere avuto problemi per il suo lavoro su questi temi, da alcuni considerato quale fake news. Ricordando, in maniera colorita, che lui è uno scienziato e non un commentatore qualsiasi di quelli che vanno a fare discorsi da bar in TV. Avendo evidentemente curato migliaia di pazienti da decenni.
Il nuovo studio sulla efficacia di Idrossiclorochina e Azitromicina
Poi ha fatto vedere i risultati di una ricerca sul campo che si è avvalsa di maggiore scientificità proprio sull’efficacia di Idrossiclorochina e Azitromicina somministrate in specifiche dosi, per ridurre la carica virale del coronavirus. È stato possibile effettuare la ricerca con un “gruppo di controllo”.
Cioè verificando l’ipotesi di successo del farmaco avendo un gruppo di persone che lo riceve e un gruppo che non lo riceve. Ciò è stato possibile perché, mentre a Marsiglia lo si somministrava ai pazienti, ciò non avveniva a Nizza e ad Avignone. Il gruppo di pazienti di Nizza e Avignone è quindi diventato, di fatto, il gruppo di controllo. Tutto questo per un totale di 191 pazienti con il virus, compresi quelli di Marsiglia che hanno ricevuto il trattamento.
La carica virale presente nei pazienti si è rivelata sostanzialmente minore in coloro i quali hanno ricevuto l’Idrossiclorochina nell’arco di sei giorni. Ancora più bassa è stata la carica virale con la somministrazione di ambedue i farmaci, Idrossiclorochina e Azitromicina. Praticamente azzerata in soli 5-6 giorni (nel grafico dell’immagine).
Il professor Didier Raoult, direttore dell’IHU Méditerranée Infection, ha anche ribadito che la carica virale del coronavirus rimane per ben 20 giorni e non quattordici. Non ha dunque molto senso una quarantena di soli quattordici giorni.
Carica virale ed effetti per evitare complicazioni scatenate da Covid-19
Ed è proprio la riduzione della carica virale che aiuta i pazienti e anche la diffusione del virus, in ambiente ospedaliero o meno. Qui ulteriori informazioni e qui il link per scaricare l’articolo in pdf: . Gautret et al. (2020) Hydroxychloroquine and azithromycin as a treatment of COVID‐19: results of an open‐label non‐randomized clinical trial. International Journal of Antimicrobial Agents – In Press 17 March 2020 – DOI : 10.1016/j.ijantimicag.2020.105949.
I due farmaci non agiscono sul coronavirus direttamente, ma sulle complicazioni batteriche in presenza di polmonite virale. Ma sarebbero proprio le complicazioni batteriche che provocano la maggior parte dei casi di decessi.
Oggi, l’IHU Méditerranée Infection di Marsiglia, ha anche pubblicato un articolo sulla eventuale tossicità di Idrossiclorochina e Azitromicina per le donne incinte (qui il link).
Quanto scriviamo, ovviamente, è da prendere quale divulgazione della notizia. Solo i medici possono infatti provvedere a somministrare i farmaci nelle quantità e modalità adatte a ogni singolo caso e paziente. Così come solo gli esperti possono considerare e valutare gli articoli scientifici.
Per maggiore precisione, qui il filmato divulgato dallo stesso, precisamente in originale e in francese. Nel video è presente anche il link per scaricare la presentazione (le “slide”) mostrata alla conferenza.
https://youtu.be/n4J8kydOvbc
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