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Presentata la nuova stagione del Teatro Massimo di Palermo per il 2024-2025: nove opere, quattordici concerti e quattro balletti. Ad inaugurarla il 24 novembre Le Grand Macabre, l’opera di György Ligeti considerata una “apocalisse tragicomica” dalla critica
di Gabriele Bonafede
Anche quest’anno il tema che caratterizza il programma della stagione 2024-2025 del Teatro Massimo di Palermo è “… il motore creativo di gran parte del repertorio lirico. Un programma che raccoglie in sé spunti e ispirazioni nati nelle stagioni precedenti, e porta a compimento progetti, collaborazioni e visioni sull’arte e sulla nostra società che la Fondazione Teatro Massimo persegue da diversi anni” – comunica il Teatro Massimo nel presentare la Stagione.
La stagione 2024-2025 è in continuità attraverso il tema della relazione Amore-Morte: con le due opere cardine, I Capuleti e i Montecchi di Bellini e Tristan und Isolde di Wagner, entrambe dirette da Omer Meir Wellber.
La nuova stagione del Teatro Massimo di Palermo
Quest’anno Eros e Thanatos troveranno nuove declinazioni a partire dall’opera inaugurale Le Grand Macabre di György Ligeti, dove la morte incombe fin dal titolo e il sesso invade ogni scena. Poi si ritorna con l’Otello di Verdi e l’erotismo dell’ultimo bacio a Desdemona. Ma amore e morte sono presenti anche nel Faust di Gounod, alla ricerca di vita ed amore eterni contrapposti a morte e dannazione.

Il filo conduttore continua nell’Elisir d’amore di Donizetti con riferimento alla storia di Tristano e Isotta. Lo ritroveremo ancora in due delle più grandi e scandalose composizioni di inizio Novecento, entrambe legate a un erotismo che si spinge nella morte, come Salome di Strauss e Le sacre du printemps di Stravinsky.
L’uso spregiudicato di amore e morte per raggiungere il potere sarà al centro anche di un testo attualissimo come è quello del libretto di Mitridate Eupatore di Alessandro Scarlatti, proposto in occasione dei 300 anni dalla morte del grande compositore palermitano.
Non è la morte ma un sonno talmente profondo da essere altrettanto pericoloso che si ritrova nella Sonnambula di Bellini, l’altro eccelso compositore siciliano.
Ma anche negli spettacoli di balletto troviamo la vita congelata in un pupazzo di legno e liberata dall’amore nello Schiaccianoci. E troviamo un amore che rischia di portare alla distruzione in Anna. E ancora avremo un amore che sopravvive oltre la morte e riesce a salvare l’amato in Giselle.
Il Sovrintendente Marco Betta: “La nuova stagione del Teatro Massimo è concepita come un specchio che riflette il nostro tempo”
“La nuova stagione del Teatro Massimo – dice il Sovrintendente e Direttore artistico Marco Betta – è concepita come un affresco. Come un grande specchio che riflette il nostro tempo attraverso la grande tradizione dell’opera, della danza e della musica. Un arcipelago d’arte che racconta le visioni e le emozioni del teatro che si possono sognare e immaginare oggi. È una stagione in linea con la grande identità e la vocazione internazionale del Teatro Massimo di Palermo, una stagione in cammino che cerca di interpretare le sfide di un presente sempre più complesso. Una stagione in forma di rampicante i cui rami tendono a fare germogliare eventi per la città…”
È chiaro che l’opera inaugurale Le Grand Macabre di György Ligeti, rappresenterà un coraggioso momento di sfida e sperimentazione. Si tratta infatti dell’opera dirompente per antonomasia. Definita “anti-anti-opera” dallo stesso autore, Le Grand Macabre comincia con l’annuncio dell’apocalisse in un immaginario paese identificabile con le rappresentazioni del pittore fiammingo Pieter Bruegel fin dal nome: Breughelland.
Le Grand Macabre in apertura
L’opera è prevista per il 24 novembre con un nuovo allestimento e in prima esecuzione a Palermo. L’unica opera del compositore ungherese verrà presentata nella versione del 1996 in inglese. “Una visione apocalittica e sarcastica del mondo che, nel paese immaginario di Breughelland, mette in scena vizi e frivolezze in un linguaggio musicale che mescola citazioni colte e l’uso disinvolto di suoni “nuovi”, a partire dalla sinfonia di clacson con cui si apre l’opera” – comunica il Teatro Massimo.
A dirigere l’esigente partitura sarà il direttore musicale del Teatro Massimo, Omer Meir Wellber. Qui il direttore d’orchestra prosegue così un discorso sul cammino dell’umanità che aveva iniziato con Il crepuscolo dei sogni (inaugurazione 2021) e Kaiserrequiem (inaugurazione stagione 2022/23).
Regia e interpreti per l’apertura della nuova stagione del Teatro Massimo
La regia dello spettacolo è affidata a Barbora Horáková, vincitrice dell’International Opera Awards 2018 come “rivelazione dell’anno”, la prima delle quattro registe che dirigeranno quattro nuovi allestimenti nella stagione del Teatro Massimo su otto produzioni d’opera. Le scene sono di Thilo Ullrich, i costumi di Eva-Maria van Acker e i video di Adrià Reixach. Oltre al nutrito cast di interpreti internazionali, la produzione vedrà l’impegno di Orchestra e Coro del Teatro Massimo, maestro del Coro Salvatore Punturo.
“La scelta di Le Grand Macabre – comunica il Teatro Massimo – è anche indice della volontà di allargare il repertorio del Teatro Massimo oltre i limiti dell’opera italiana tradizionale, accogliendo un numero sempre maggiore di opere che si collocano prima di Mozart (con l’attenzione al repertorio barocco, rappresentato quest’anno da Alessandro Scarlatti) e dopo Puccini.”
La nuova stagione del Teatro Massimo ripartirà dall’apocalisse
Ma si può interpretare anche come una lettura del mondo odierno, mai come oggi a rischio tanto di apocalisse nucleare quanto di realizzazione della distopia dittatoriale.

Amata dalla critica e molto rappresentata in Europa, l’opera Le Grand Macabre è l’unica opera firmata dal compositore ungherese György Ligeti fuggito in Europa occidentale proprio per essere libero di esprimersi senza la censura della dittatura comunista.
La sua rappresentazione presuppone grandi capacità e uno studio approfondito da parte degli interpreti e della regia. Allo stesso tempo facilita la creatività in scena.
È dunque motivo di grande interesse scoprire come sarà costruita la scena. Scoprire quali aspetti del “pastiche” di Ligeti saranno evidenziati.
È probabile, vista la presentazione fornita dal Teatro Massimo, che l’aspetto apocalittico sarà preponderante, sulla scia del commento positivo del siciliano Alessandro Mastropietro pubblicato sul Giornale della Musica (qui il link) a proposito della recente rappresentazione a Praga.
Le Grand Macabre nella recente critica internazionale
Ma anche sulla scia del commento di Stefano L. Borgioli su Arte e Arti che così si esprime riguardo alla rappresentazione a Francoforte della versione inglese (e sarà in inglese anche a Palermo) lo scorso novembre ponendo l’accento sul tema dell’apocalisse, sia pure presunta.
“L’unica opera di Ligeti – scrive Borgioli – è uno stravagante teatro della Morte. Le tv di tutto il mondo annunciano che una cometa gigantesca sta per impattare la Terra e all’umanità restano poche ore di vita. En passant, gli annunciatori sono tutti molto rilassati mentre annunciano la fine del mondo. Fatalismo o abitudine alla tragedia? Vasily Barkhatov e la sua squadra assemblano uno spettacolo grottesco e chiassoso che rimanda benissimo il caos della (presunta) ultima notte del mondo…”.
Ma non è nemmeno escluso che la rappresentazione a Palermo possa seguire taluni suggerimenti della recente rappresentazione dell’Orchestra Nazionale di Francia, lo scorso dicembre, orientata a rileggere gli orrori del XX secolo, antisemitismo compreso (qui il link).
Insomma, per dirla in parole povere, o come ci esprimiamo a Palermo “terra-terra”, la stagione del Teatro Massimo 2024-2025 proporrà certamente un inizio “col botto”. Botto apocalittico, si capisce.