La frammentazione del panorama politico francese annuncia un periodo di instabilità di governo pressoché certa
di Gabriele Bonafede
Dai sondaggi pubblicati a un paio di giorni dal secondo turno elettorale di oggi, il Parlamento francese sembra indirizzarsi a una divisione in tre grandi coalizioni.
Così Ipsos descrive la situazione in un sondaggio pubblicato 48 ore fa, e realizzato per le maggiori Tv d’oltralpe:
“Le proiezioni in termini di seggi dimostrano la natura tripartita della vita politica, con tre blocchi che emergono chiaramente. In primo luogo quello del RN [Le Pen] e dei suoi alleati, che si collocherebbero tra 175 e 205 seggi, in aumento di circa 100 seggi rispetto al 2022. Il blocco di sinistra sarebbe in seconda posizione, con un numero di potenziali deputati compreso tra 145 e 175 mentre il blocco Ensemble [Macron] raccoglierebbe tra 118 e 148 seggi.”
Dai risultati sull’affluenza di oggi, si rileva però una maggiore partecipazione rispetto a quanto preventivato. Segno che la chiamata a fermare Marine Le Pen (RN) e i suoi alleati sembra avere avuto più successo del previsto.
In ogni caso appare molto difficile che la coalizione di RN possa arrivare alla maggioranza assoluta. Anzi, dai dati pubblicati da Ipsos e le dichiarazioni di campioni rappresentativi di elettori riguardo al loro atteggiamento nel votare un candidato di un altro partito pur di fare barrage (muro) nei confronti dell’estrema destra, RN potrebbe arrivare al massimo a poco più di 200 seggi, ben lontano dalla maggioranza assoluta di 289 seggi.
Elezioni in Francia, quali soluzioni di governo
Si profilano dunque negoziati particolarmente difficili per formare un governo. Le soluzioni sarebbero essenzialmente quattro o cinque, tutte problematiche.
La prima sarebbe un incarico per far formare a RN un governo di minoranza e di coabitazione. Un governo che avrebbe grandi problemi a realizzare le proprie proposte e anche a mantenere l’esecutivo per lungo tempo.
La seconda ipotesi è a formazione di un governo di alleanza di centro-sinistra allargato, che potrebbe essere sostenuto da uno schieramento trasversale di centrosinistra. Questa andrebbe dai moderati di destra fino a comprendere i verdi, lasciando fuori estrema destra ed estrema sinistra. Proposta che produrrebbe una maggioranza molto litigiosa oltre che risicata, e forse sostenuta in parte con l’astensione. Ha il grande difetto che presuppone di incaricare una coalizione politica ancora inesistente e per giunta lasciando fuori le due probabili formazioni di maggioranza relativa, RN a destra e La France Insoummise” (LFI) di Mélénchon, a sinistra. Inoltre, il “Front Pupulaire” dovrebbe spaccarsi per realizzare questa ipotesi. Cosa, però, già avvenuta nel recente passato soprattutto a proposito del sostegno all’Ucraina e l’atteggiamento nei confronti di Medio Oriente e atti di antisemitismo.
La terza ipotesi sarebbe quella di formare un governo di centrosinistra, anch’esso di minoranza, con il secondo partito di maggioranza relativa, appunto LFI, quale leader. Fortemente orientata a sinistra, questa coalizione avrebbe grandi difficoltà a formare e mantenere un esecutivo, soprattutto riguardo alla litigiosità interna tra socialisti ed LFI.
La quarta ipotesi sarebbe un governo a guida tecnica di saluto nazionale, ossia una specie di “governo-Draghi” in salsa francese. Ma anche questo presuppone un sostegno trasversale fisiologicamente litigioso, soprattutto nel panorama politico francese attuale.
La quinta ipotesi sarebbe quella di andare nuovamente alle urne in breve tempo, cosa che è successa non molto tempo fa in Spagna, ma che in Francia non può avvenire prima di un anno dall’ultima tornata elettorale.
L’immagine pubblicata dal sondaggio di Ipsos è comunque eloquente. Dimostra una frammentazione del panorama politico francese e annuncia un periodo di instabilità di governo pressoché certa.