di Vincenzo Pino
Dall’iniziale testa a testa tra i due candidati, con un lieve vantaggio per Bonaccini di dieci giorni fa, gli ultimi sondaggi registrano una situazione ben diversa in Emilia-Romagna.
Il sondaggio Winpoll pubblicato sul Sole 24Ore assegnerebbe, infatti, il 50% dei consensi al candidato di centrosinistra mentre la Borgonzoni sarebbe scesa al 42%. E questo senza l’apporto del Movimento Cinque Stelle per Bonaccini.
Dunque nei sondaggi c’è un balzo in avanti di cinque punti per il candidato del centrosinistra e un arretramento di due punti e mezzo per la candidata del centrodestra dall’ultima rilevazione.
Eravamo stati profeti nel prevedere che la tendenza a favore di Bonaccini si sarebbe confermata negli sviluppi della campagna elettorale.
Ma non avevamo previsto un’accelerazione così rapida. In cui bisogna ammetterlo, i leghisti hanno sbagliato quasi tutte le mosse e ci hanno messo del loro.
Leghisti alla conquista dell’Emilia-Romagna?
Non parliamo soltanto dei falsi teoremi su Bibbiano di cui si è resa protagonista la Borgonzoni, né delle sue discutibili competenze geografiche a proposito dei confini della Regione che vorrebbe governare.
Intendiamo riferirci all’avvio della campagna elettorale in Emilia-Romagna in cui l’evento del PalaDozza è stato più un raduno di leghisti lombardo-veneti che un incontro con la popolazione locale. Quest’ultima ha preferito Piazza Maggiore nell’occasione.
Al PalaDozza invece hanno imperversato, non a caso, il Presidente della Regione Veneto, Zaia, e il deputato lombardo Capitanio col suo orrido riferimento a Marco Biagi.
In particolare, Zaia ha preferito presenziare a questo appuntamento elettorale anzichè stare vicino alla popolazione amministrata e duramente colpita dall’acqua alta a Venezia. Un presidente del Veneto che si chiedeva perché il Mose non fosse in funzione. Proprio lui che nell’ultimo ventennio è stato Vicepresidente e poi Presidente di quella regione.
Pessima perfomance non c’è che dire: Zaia ha fatto la figura di un turista capitato per caso a Venezia Il giorno dopo, per giunta, è andato a piazza San Marco con Salvini a farsi i selfie fornito di stivaloni e fotografi.
Mentre il duo delle meraviglie Salvini-Borgonzoni, a corto d’idee e di programmi, ha preso a modello proprio il governo del Veneto al PalaDozza. Dimenticando i disastri di Venezia e “vantandone” nientemeno che l’apertura degli ospedali nei week end e anche la notte (!). Cercando di svalorizzare l’importante sistema sanitario e socio assistenziale dell’Emilia-Romagna con ridicolaggini di questo tipo.
Salvini e la Borgonzoni non capiscono che si stanno comportando in Emilia-Romagna come capitani di ventura alla conquista di una terra straniera. Roma e Veneto sono i loro riferimenti per questa sorta di tentativo di annessione.
Bonaccini, un voto locale in Emilia-Romagna
E l’operazione sembra essere fallita se i sondaggi hanno segnalato una reazione del genere in quest’ultima settimana.
E’ anche vero però che dal punto di vista delle liste elettorali il sindaggio di Winpoll mostra il centrodestra in vantaggio di due punti e mezzo sul centrosinistra. E questo sarebbe sicuramente un handicap per Bonaccini.
Però si sottace sul fatto che il sistema di voto elettorale in Emilia Romagna prevede il voto disgiunto.
In base al quale Bonaccini ha rivolto un appello anche agli stessi elettori leghisti auspicando quanto avvenuto pochi mesi fa. Quando alle elezioni europee la Lega conquistò il 33,7% , ma ottenne solo il 22% alle elezioni locali che si svolsero in contemporanea. Consentendo la conquista dell’80% delle amministrazioni da parte del centrosinistra.
Elemento che tendono a ignorare i talkshow nazionali come Piazzapulita. Forse per motivi di audience preferiscono mettere in secondo ordine le caratteristiche del voto specifico in Emilia-Romagna.
A loro interessa lo scontro tra Salvini e il governo Conte. Evidentemente a certi talk show degli emiliani e romagnoli importa poco.
Bonaccini porta pazienza… Avanti in Emilia-Romagna.