L’economia italiana va male. Crescono bugie e imposte. Se continua così, l’IVA aumenterà ben presto
di Gabriele Bonafede
Cala il Pil. Aumentano i disoccupati, gli emigrati, i debiti, i fallimenti, la criminalità, la povertà, la disperazione, i suicidi, le truffe, i furti, le disuguaglianze socioeconomiche, il declino economico, l’ignoranza, le bugie, le promesse non mantenute, lo spread, gli interessi, il bisogno, i ritardi nei pagamenti, i malpagati, i senza tetto, i giovani senza futuro, gli alcolizzati, i malati, le buche nelle strade, l’immondizia.
Aumentano i truffaldini, gli zaffigni, i delusi, i rancorosi, i mischini (in siciliano, poveretti), il sottoproletariato, le minchiate su facebook, la puzza, i crolli degli edifici instabili, l’insalubrità, le imprese pubbliche in difficoltà, le imprese private in difficoltà, le famiglie che non arrivano a fine mese, le spese dello Stato rispetto alle capacità di pagarle, i cassaintegrati, il lavoro nero, la forza ricattatrice della mafia, i monumenti non restaurati, le strade in cattive condizioni, i ponti a rischio crollo, gli autobus che non riescono a camminare o che bruciano, le discariche non bonificate, i teatri che chiudono, i cinema che chiudono, gli stock di prodotti invenduti.
Aumenta il naso di Di Maio, il naso di Conte e quello di Salvini, le richieste di prestito non concesso, le code agli uffici di collocamento, le domande di lavoro da parte di chi non ce l’ha, le liti in famiglia, le liti nelle imprese in difficoltà, i sogni svaniti, i ragazzi che abbandonano la scuola e l’università, le vendite di catorci per fare cassa, la “platea” dei richiedenti per il RdC, i giovani mantenuti dai genitori, il numero di immigrati che non hanno lavoro, i postulanti per l’elemosina nelle strade
Aumentano il cinismo, le persone da reinserire nella società, i ragazzi che abbandonano la scuola, il numero delle persone che vivono nei ghetti urbani, i vecchi che rimangono soli, gli anni che ci vogliono per arrivare alla pensione, i morti di fame, gli sfratti, gli appartamenti vuoti perché non si trova a chi affittarli, il numero dei titoli che scendono in borsa, le prospettive negative per il futuro.
Tutte cose probabilmente correlate e inversamente proporzionali al Pil.
Per il direttore di Libero c’era ampia scelta. Ma l’aumento del numero di gay in Italia non c’entra una beata cippa. Aumentano, così, anche i cavoli a merenda.
Semmai potrebbe aumentare il numero delle persone che si prostituiscono per strada, di qualsiasi orientamento sessuale a causa della evidente recessione che provoca ulteriore disperazione. I sopra citati problemi rappresentano una lista che potrebbe essere molto più lunga. Molti dei quali aumentano al diminuire del Pil solo nel medio o lungo periodo.
Come le tasse, quelle certamente: in prospettiva ulteriori aumenti per la pressione fiscale. E le imposte. In particolare l’imposta dell’IVA. Se continua così, l’IVA, nonostante le promesse del governo, aumenterà ben presto.
Quello che aumenta invece nel breve, brevissimo periodo, in maniera immediata, a vista d’occhio, è il naso di Salvini, insieme a quello di Di Maio e quello di Conte. Anche se quello di Conte sembra già allungato, a prescindere, da qualche chirurgo plastico maldestro.
I tre, infatti, hanno scritto nero su bianco nella manovra economica che il Pil italiano sarebbe cresciuto dell’1,5%. Adesso, non solo non si verifica una crescita così ampia, ma addirittura si registra una decrescita. Con prospettive sempre più preoccupanti. E con tutto ciò che ne consegue.