
Altri tempi...
Prevedibile una partecipazione al voto di ioltre 150mila iscritti. Intanto un’affermazione reale in Sardegna ed una virtuale… di Renzi
di Vincenzo Pino
Era stata tutta una rassegna di de profundis sulla consistenza e la efficacia dell’azione del Pd in questi mesi ed in questi giorni. Nei salotti Tv imperversano le saccenti teorie dell’assenza di opposizione, corretta ora in quella di “assenza di alternativa”.

La carta stampata, negli articoli e nelle immagini, rappresentava la desolante immagine di circoli chiusi, inesistenti, senza vita. Insomma un “cimitero”, si diceva. Ed in genere questa rappresentazione era è quella della stampa democratica e cosiddetta “amica”, l’Espresso e Repubblica in particolare.
Repubblica, poi, deve avere un particolare accanimento se ieri concludeva una intervista a Prodi con una conclusione falsa e deprimente sul Pd. Diceva infatti che i congressi erano stati un fallimento visto che non si era superata la soglia “psicologica”, precisava, dei 100mila votanti.
Il giornalista non si era minimamente preoccupato di verificare che i dati cui si riferiva, l’altro ieri, si riferivano a circa 2600 circoli su un totale di 5mila.
Si rassereni e magari si rassegni lui. Visto che la soglia psicologica è stata superata di gran lunga. Oggi si è giunti a 120mila votanti circa. E con le votazioni di fine settimana è prevedibile una partecipazione finale che oscilli tra i 160mila e 180 mila votanti.
Eppure ci sarebbero tanti spunti di riflessione che dicono ben altre cose, se i giornali si impegnassero a cercare dati veri della realtà e non solo a chiosare le testimonianze di crisi Pd, unico chiodo fisso ormai.

Così ad esempio in Sardegna dove si è votato per le suppletive a Cagliari avrebbero potuto scoprire che M5S e centro destra hanno perso rispettivamente l’81 e l’82% dei votanti rispetto al 4 marzo dell’anno scorso. Passando da 60 mila e 50mila a 11 e 10 mila voti circa rispettivamente.
Si dirà “sono elezioni parziali e non significative” con un assenteismo molto forte. Ed invece non è così anche se si ragiona sull’andamento peculiare. Perché se si accettano le proporzioni di assenteismo, il Pd perde solo il 50% dei votanti passando orale da 30 mila a 15 mila conquistando il seggio.
È la prova che il Pd, anche se in convalescenza, ha una tenuta ed un nocciolo duro di partecipazione che lo distinguono da un semplice comitato elettorale come sembrano essere pentastellati e leghisti. Ci sarebbe da riflettere anche perché i leghisti non riescono a schiodarsi dal 5% fuori dalle loro zone tradizionali.
C’è poi da aggiungere che la contemporanea mobilitazione congressuale e per le primarie del Pd è stata certamente di supporto a questa vittoria, parziale, ma che vittoria è, e sicuramente inaspettata.

Un altro dato interessante che definisce la vitalità del Pd in questo momento è la presenza sul web che ha cominciato a limitare il monopolio assoluto che su questo vettore avevano i Cinque Stelle. Ieri sui social c’è stata una storia divertente.
Un sottosegretario Cinque Stelle, tal Carlo Sibilia, complottista a tal punto da negare dell’allunaggio del 1969, ha lanciato un sondaggio a mo’ di sfottò. In cui per ha invitato ad esprimersi sulla preferenza tra “Banfi all’Unesco” o “Renzi di nuovo Presidente del Consiglio”.
Ebbene l’88% dei partecipanti, ed erano più di settantamila, ha preferito Renzi Presidente del consiglio. E questo significa che , oltre allo scarso sostegno della setta pentastellata alle sparate di Sibilia, c’è sicuramente una grossa presenza del Pd nei social.
Ora se mettiamo le cose insieme: voti al crollo, divisione interna, presenza sui social perdente. Non ci sarebbe da riflettere e scrivere sulla crisi del M5S in sette mesi di governo,
Invece di triturare di continuare ad attaccare l’opposizione? Forse perché così si rischia di dar ragione a Renzi?