di Gabriele Bonafede
“Apro gli occhi e vedo un pezzo di mondo, chiudo gli occhi e vedo il mondo intero, com’è sto fatto?”, qui è il mondo di Franco Scaldati, scomparso quattro anni fa a Palermo, l’1 giugno del 2013. Perché è dell’arte, e soprattutto dell’arte del teatro, aprire gli occhi. Far guardare il lettore, il partecipe alla rappresentazione quando è spettatore reale, laddove l’occhio e la mente non bastano.
Cantore del ventre popolare di Palermo, fruttificatore della lingua palermitana in un fluire di gesti e di sogni che parlano dal pavimento in pietre di Billiemi stampate su Palermo antico, Scaldati ha realizzato la magia del correre tra sogno e paradosso, tra volo e atterraggio corrosivo, tra terra grondante di preziosi riflessi e cielo sorridente di Sole e di Luna. Aprendo una finestra del mondo da chi, nel mondo, è margine. E solo da quel margine puoi vedere di più, persino tutto. Solo da quel margine puoi apprendere e comprendere ciò che viene e avviene dentro e fuori una finestra. Persino quando è chiusa.
Per partecipare meglio Scaldati, ci si ritrova spesso a seguire il suo teatro ad occhi socchiusi: come se non bastasse tenerli aperti al fine di spalancarli. “Il Sarto”, non ha solo animato il mondo della terra dura siciliana, l’epopea urbana di una Palermo tanto sconfitta quanto vitale, ne ha anche plasmato la poesia della strada, del vicolo, del giocattolo fatto solo di sogni e parole e per questo più prezioso.
Da quando ci ha lasciati, il suo teatro è stato riproposto e promosso dal mondo teatrale palermitano, soprattutto dalla Compagnia di Franco Scaldati, oggi guidata da Melino Imparato, e dal Teatro Garibaldi a guida Matteo Bavera, così come dal Teatro Biondo di Palermo. In questi quattro anni del teatro di Scaldati ne sono state rappresentate alcune delle parti più belle e anche quelle più introverse e giocose, traducendolo in italiano e in altre lingue, con rappresentazioni itineranti, ad esempio quella dell’Emilia Romagna Teatro Fondazione con Enzo Vetrano e Stefano Randisi, protagonisti e registi di Assassina.
Anche se, a Palermo, amiamo sempre seguirlo in originale palermitano, le traduzioni in italiano hanno diffuso Scaldati un poco più di prima, per lo meno nel mondo teatrale italiano. Con le traduzioni in francese di Jean Paul Manganaro, c’è la possibilità di portarlo in Francia in una lingua che forse è più consona al fluido scorrere del palermitano “scaldatiano”.
Con il film documentario “Gli uomini di questa città io non li conosco. Vita e teatro di Franco Scaldati” e con diverse rappresentazioni teatrali, Franco Maresco ha forse contribuito più di ogni altro a diffonderlo a un pubblico più ampio.
Scaldati porta la Palermo più profonda nel mondo. Se la si volesse immaginare in termini visivi, è quella Palermo che sorge e risorge in un intrico di colori e chiaroscuri, di nero sbalzato a luce, come lo si vede nella tecnica narrativa e visiva di Maresco. Illuminata dalla luna, personaggio scultoreo e ispiratore al tempo stesso, la scena di Scaldati è infatti realizzata dal sovrapporsi continuo di visioni che tracciano l’immateriale concretezza del coacervo popolo palermitano, denso di sovrapposizioni calcaree a carne nuda e cruda: poesia e metamorfosi, schianto e leggerezza, sogno e vino che penetra nel corpo e trasuda dalla pelle.
Per questo, e per tutto ciò che ogni parola e ogni scena provoca e tramanda, il teatro di Scaldati è poesia di Palermo vivo. E oltre.
A quattro anni dalla sua morte, un omaggio a Scaldati sarà in scena (stasera alle 21) nella suggestiva cornice del Teatro Mediterraneo Occupato (TMO) a Palermo, dal titolo “Poeta è chi pedala. Omaggio a Franco Scaldati e Gaspare Cucinella”. È stato infatti Gaspare Cucinella, anche lui scomparso di recente, ad impersonare il meglio dei dialoghi tra Scaldati attore e regista in vita e suoi personaggi: quale anima poetica del suo teatro.
Poeta è chi pedala. Omaggio a Franco Scaldati e Gaspare Cucinella
All’ombra della luna i teatranti vengono a rifornirsi di parole
A quattro anni esatti dalla scomparsa di Franco Scaldati, drammaturgo, attore, regista e sarto siciliano, e a un anno da quella dell’artista palermitano Gaspare Cucinella, “anima poetica del teatro di Scaldati”, il collettivo del Teatro Mediterraneo Occupato e la Compagnia di Franco Scaldati propongono un omaggio a due dei personaggi più di spicco della scena teatrale palermitana, nazionale ed europea.
Il teatro di queste due figure ha segnato nella storia della creazione artistica, un solco permanente nel quale il Tmo sente doveroso inserirsi, portando alta la memoria di due personaggi imprescindibili. In scena Luciano Sergiomaria e Totò Pizzillo.
Interverranno:
Luigi Rausa, Alessio Barone, Serena Barone, Matteo Bavera, Umberto Cantone, Claudio Collovà, Aurora Falcone, Mariangela Glorioso, Melino Imparato, Alberto Lanzafame, Alessandra Leone, Valeria Sara Lo Bue, Fabio Lo Meo, Giuseppe Massa, Antonella Sampino, Guido Valdini
Proiezione del Video a cura di Franco Maresco.
In copertina, Franco Scaldati con Valentina Valentini. Foto di Valerio Bellone copyright, tutti i diritti riservati: http://www.valeriobellone.com/
Clip del film di Maresco su Franco Scaldati: