di Gabriele Bonafede
Se non ci fossero i loro progetti mitologici non ci sarebbe divertimento: i grillini in Sicilia. Pochi mesi fa avevano presentato un progetto che presupponeva la terra piatta in Sicilia (qui il nostro articolo). Una specie di “tubo-treno” avveniristico di produzione Musk che avrebbe portato i siciliani in soli dieci minuti a mangiare gli arancini a Catania anziché le arancine a Palermo.
Adesso ci riprovano. Con il “Tunnel delle Sirene”: un progetto d’apoteosi mitologica, da fare invidia a Ulisse e la sua maga Circe.
Il nuovo tunnel, con tanto di partenariato di vari enti, porterebbe dall’autostrada Palermo-Catania direttamente a quella per Mazara e Trapani, by-passando sottoterra (e sotto-mare) l’intera città di Palermo. Vero. Lo dice anche l’Ansa non un Toninelli qualunque.
Avrebbe uno svincolo autostradale in corrispondenza del porto, vicino al carcere dell’Ucciardone. Cioè a “Piazza della Pace”, che pace, proprio non riesce ad avere. Tra immondizia e sempiterni cantieri, zone ad alta concentrazione mafiosa (Borgo Vecchio) e il lugubre carcere a due passi, con annessa aula bunker.
Non si sa ancora con quali implicazioni, infatti, per un punto della città che ha a già che fare con una stazione dell’anello ferroviario ancora non terminata da anni e il futuro tram… E adesso, forse, un grande svincolo di raccordo con il nuovo tunnel che fuoriesce dal mare giusto, giusto in quella martoriata zona.
Attenzione, il porto e la città hanno certamente bisogno di una soluzione che eviti il traffico pesante attraverso il tessuto urbano. Ma un tunnel sotterraneo e sottomarino per un totale di 12 chilometri in quattro corsie, per giunta a circolazione “libera”. sembra un’idea un ciccinino peregrina, oltre che molto costosa.
Un chilometro circa sarebbe sotto il porto, e gli altri undici a qualche decina di metri sotto una delle urbanizzazioni più folli della storia d’Italia. Quella realizzata con il monumentale sacco di Palermo degli anni ’50, ’60, ’70, ’80 e ’90 del secolo scorso.
Un progetto faraonico, anzi, da Iliade e Odissea messi assieme. Un bellissimo tunnel di ben 12 km a matula, come si dice dalle nostre parti per significare che non serve a nulla.
Collegherebbe, infatti, l’autostrada Palermo-Catania con quella, notoriamente deserta anche senza pedaggio, Palermo-Mazara. Tutto o quasi è realizzabile con le tecnologie di oggi, per carità. Ma sarebbe realmente utile e utilizzabile? Questo è il problema principale.
Ovviamente il costo è adeguato alla “monumentalità” dell’opera. Un po’ meno alle casse pubbliche e il portafoglio dei siciliani, o chi per loro. Si parla di qualcosa come 1,2 miliardi di Euro in cinque anni, salvo imprevisti. Che da queste parti sono assolutamente “rari”…
Il progetto è stato illustrato due giorni fa dal provveditore alle opere pubbliche di Sicilia e Calabria, Gianluca Ievolella, al vice ministro Giancarlo Cancelleri.
A realizzarlo è stata nientemeno che l’Autorità Portuale in collaborazione con Regione Siciliana, Comune di Palermo e Anas. “Per realizzare l’opera – dice Ievolella – occorreranno 5 anni». Insomma, l’ottimismo non è merce rara. Si pensi ad esempio, che il tratto dall’autostrada Palermo-Catania in corrispondenza del viadotto franato nel 2015 non è stato ancora ripristinato completamente. Sono pochi chilometri, eppure sono passati quasi cinque anni e non si è ancora riusciti a risistemarlo degnamente.
«Se è stato fatto il tunnel di 53 Km nel canale della Manica – aggiunge Ievolella – non capisco perché non dovrebbe essere realizzato quello di 12 Km a Palermo». Dimenticando, bontà sua, che il tunnel sotto la Manica unisce la zona più ricca dell’Europa, a sua volta tra più ricche del mondo, con Londra e il Regno Unito. Non unisce accessi autostradali e il porto di una città periferica da dove i giovani scappano e i vecchi rimangono soli con le badanti.
E dimenticando anche che il tunnel sotto la Manica è di tipo ferroviario. Ci sono ampi terminali che caricano e scaricano gli autoveicoli nei treni da un lato e dall’altro. Non si sognano nemmeno di far guidare camionisti e famigliole liberamente esposte a incidenti in un tunnel così lungo. A Palermo, poi, dove gli automobilisti non sanno nemmeno cosa sia la precedenza o lo stop…
Cancelleri aggiunge, oltre allo sproloquio in nisseno (nel video qui alla fine dell’articolo): «Palermo è l’unico capoluogo di Regione a non avere una bretella». Caspita che bretella! Un’inezia. «Farebbe raggiungere in scioltezza l’aeroporto». In scioltezza.
Dimenticando, anche lui, che per realizzare un terzo dei 134 km dell’autostrada Siracusa-Gela, in gran parte a cielo aperto, ci sono voluti venti anni. E che il progetto originale di quell’autostrada, (costo totale stimato all’oggi 1,6 miliardi di euro) è addirittura del 1973. Altro che cinque anni. Forse volevano dire cinquanta. Almeno cinquanta.
Un’inezia, il Tunnel delle Sirene. Una scioltezza. Specialmente per una città che non ha un’illuminazione pubblica dignitosa e che non riesce nemmeno a spazzare l’immondizia.
Una città che ha interi quartieri nel degrado e le scuole che cadono a pezzi. Una metropoli, più che una città, con un traffico che non ha nemmeno la segnaletica orizzontale e un comportamento degli automobilisti così selvaggio da avere tra i più alti tassi di incidenti urbani tra veicoli. Una città dove avventurarsi in una rotatoria o in incrocio è affare da trapezisti del circo. Figuriamoci avventurarsi in un tunnel di 12 km.
Una città che ha i tassi di disoccupazione tra i più alti d’Europa e un parco infrastrutturale a scala locale semplicemente indegno. E dove non c’è stata per decenni una vera politica urbanistica e dei trasporti. Tanto che i trasporti pubblici sono di livello infimo, per usare un eufemismo.
Con un miliardo e duecento milioni si potrebbero risolvere tanti problemi di mobilità e dignità. Metterli tutti in un progetto dalla dubbia utilità e fattibilità sembra veramente una di quelle cose propagandistiche da far accapponare la pelle. Un canto delle sirene, appunto, verso lidi non del tutto appetibili.
Se lo viene a sapere Toninelli non mancherà di aggiungere qualche gadget. Ad esempio un bell’acquario con sirene sotto il porto, così da fare un pic-nic marino in una bella area di sosta per autostrada sottomarina. Il sole di Palermo, dopotutto, lo permetterebbe, anche sott’acqua.
Benvenuti nell’isola della terra piatta. E adesso pure con il Tunnel delle Sirene.
Qui il video della presentazione avvenuta l’8 novembre, nel servizio di IlSicilia.it