di Benita Licata
Ho fatto passare qualche giorno dalla formazione del nuovo governo, questo M5S-PD. Ho letto, pensato, riflettuto.
La prima cosa che mi è chiara è che la creazione di questo governo oggi è stata una necessità. Perché la deriva fascista che aveva preso la precedente alleanza era assolutamente pericolosa per tutti. Di qualsiasi età, etnia, religione, colore di capelli fossero.
Inoltre, un anno fa sarebbe stato una mostruosità perché i Cinque Stelle venivano da una vittoria netta e il PD da una sconfitta, pur essendo il secondo partito. E questo cerchiamo di non dimenticarlo: si sarebbe giocato ad armi assolutamente impari.
La vittoria dei penta-stellati, dovuta a diversi fattori e non tutti da me condivisibili, ha portato al governo anche molti incompetenti. Soprattutto, molti privi di una precisa ideologia (e a me questa parola piace) che ha reso il movimento succube dell’alleato leghista. Alleato cresciuto ad una scuola ben precisa, che ha raccolto tutto il peggio degli ideali della pessima destra.
Da dove proviene l’Italia: quattordici mesi di destra estrema
L’alleanza Lega-M5S ha visto alcuni elettori dei penta-stellati, anche miei amici, confusi e preoccupati. Ma, a mio avviso, chi aveva il potere di decidere a livello nazionale una opposizione a certe decisioni scellerate (penso al decreto sicurezza) non ne aveva né la capacità né, sotto sotto, la voglia. Preoccupato di perdere quanto, insperatamente e spesso immeritatamente, conquistato.
In quattordici mesi di questo governo Lega-M5SLa destra ha fatto da padrona. Le elezioni regionali successive a quelle nazionali lo dimostrano. La destra esiste da sempre e solo una sinistra compatta e attrezzata riesce a metterla all’angolo e non sempre la sinistra è compatta e attrezzata … anzi.
Ho idea che se il ministro di nzocchegghiè non si fosse incartato da solo saremmo ancora in alto mare a sperare nella risacca. Leggo post sui social e articoli sulla stampa che parlano di grandi operazioni politiche. Di questo o di quello. La cosa mi affascina poco: qualcuno ha gettato un salvagente e ci siamo salvati…. almeno per il momento.
Io non credo che abbiamo dimenticato le offese, i tweet, gli slogan. Spero solo che il pericolo che tutti abbiamo corso faccia da collante, da insegnamento per una seria programmazione futura.
È inutile nascondere che buona parte dei penta-stellati, baciati dalla fortuna, siano arrivati in parlamento e in alcuni posti chiave senza convincere. Io credo ancora nel valore dello studio (non necessariamente dei titoli di studio), nel curriculum, nella competenza e nelle capacità politiche. Sono certa dell’onestà intellettuale di molti che li hanno votati, soprattutto dei molti che nella loro vita hanno creduto in quei capisaldi propri della sinistra: la legalità, l’uguaglianza, i diritti dei meno abbienti, l’istruzione, il rispetto della natura, etc.
Questo governo M5S-PD
Tutto sommato è stato formato un governo, questo governo M5S-PD, pur nell’emergenza e con i mille vincoli ed equilibri propri delle scelte politiche, decente.
Credo che Conte “cunctator” sia migliore di quello che è apparso agli occhi miei e penso agli occhi di molti. Occorre molto lavoro e programmazione in ogni ministero, senza pregiudizi e senza diktat.
Occorre meno ostruzionismo, meno settarismo. Occorrono meno false sicumere che spesso le donne e gli uomini di sinistra hanno. Direi anche che per il PD occorre ricostruire con più umiltà, con meno divisioni, meno convinzione di avere la verità in tasca ed essere convinti che è l’unica verità possibile.
Occorre che tutti i sinistri “sinistri” non guardino al Pd con la superiorità di chi è convinto di essere “l’unico erede di Marx e Gramsci”.
Essere duri e puri e avere sogni e utopie è bellissimo. Fare opposizione e, se è il caso, fare casino può essere stimolante e divertente. Ma governare è più complesso, specialmente se ognuno di noi ha contribuito a creare il mondo come è oggi per poi però dichiarare che non gli piace. Ed attribuire “lo sfascio” agli “altri”.
Basterebbe che ognuno svolgesse il proprio ruolo “pro tempore” con il massimo dell’impegno, sforzandosi di dare il meglio di sé stesso.
Per costruire una casa, un edificio, si deve partire dalle fondamenta (solidità da ottenere), cercare una squadra con compiti diversi ma complementari (l’idraulico non deve sfasciare quello che ha fatto il muratore). Trovare un direttore dei lavori che sappia cosa fare e cosa far fare e a chi (anche un geometra va bene se l’ingegnere non ê disponibile). È proprio impossibile? Io penso di no.
Almeno se ognuno di noi, col proprio mestiere di giornalista, medico, avvocato, docente, operaio, pescatore, ministro, dirigente, panettiere, commerciante, etc., porterà il mattone giusto invece di pensare… ma chi io?