di Vincenzo Pino
Lo avevamo anticipato ieri sempre su Maredolce che era assolutamente possibile, doveroso e conveniente giungere a un accordo tra PD e Movimento Cinque Stelle per le prossime elezioni regionali.
Mentre registravamo il consenso della Lombardi assistevamo all’immediato diniego di Di Maio per il quale la problematica “non era all’ordine del giorno”.
Al contrario oggi lo è diventata. O per lo meno, i passi avanti fatti in questa direzione sono evidenti e determinanti. Da un lato e dall’altro.
A cominciare dall’Umbria dove Di Maio, dopo l’assist della Lombardi, ha proposto una giunta regionale composta di profili civici non legati ai partiti.
Alleanza elettorale PD-M5S: Umbria alla prova
Se da un lato, infatti, questa corrisponde all’esigenza statutaria dei cinque stelle dall’altra incrocia il necessario rinnovamento che il Pd deve perseguire visto la esperienza tragica della giunta decaduta, che ha reso necessario il voto anticipato.
Il dialogo e il confronto tra le due forze politiche si stanno rivelando positivi e dimostrano che c’è una maggiore affinità tra i loro elettorati, se è vero che ad una settimana dalla formazione del nuovo governo si prospettano convergenze in elezioni locali. Mentre per più di un anno e con un segno di governo diverso non si era mai pensato a nulla di tutto questo.
Certo c’è stata la rottura leghista e la pretesa salviniana di procedere a elezioni politiche immediate rispetto alle quali i cinque stelle avrebbero visto dimezzata la loro rappresentanza.
Tutto questo sembra che abbia risvegliato nei Cinque Stelle non solo una sana strategia di sopravvivenza ma anche la ricerca di un profilo strategico che possa arginare nel medio periodo il dilagare del centrodestra. Questo, solo fino a poche settimane fa, appariva come una forza inarrestabile e straripante.
I No Alleanza del #senzadime
Non si comprendono perciò i mugugni da parte di settori del centro sinistra rispetto a queste aperture al dialogo verso i Cinque Stelle, all’insegna dello slogan #senza di me. Come se le cose non fossero profondamente cambiate da un anno a questa parte.
Ricordiamo quando, dopo le elezioni del 2018, ci fu come primo atto la spartizione delle cariche istituzionali tra centro destra e movimento cinque stelle. Con la pretesa da parte dei Cinque Stelle di rappresentarsi come movimento di governo ma insieme di opposizione, cercando di prosciugare lo spazio politico del Pd a partire appunto da questo episodio.
Ricordiamo le pretese anti istituzionali che hanno portato al tentativo di impeachement contro Mattarella, all’attacco delle prerogative della Magistratura col blocco del procedimento contro Salvini per la vicenda Diciotti.
Come tutte le incursioni anti Ue condotte in simultanea dal duo Di Maio e Salvini a proposito di migranti, di spesa pubblica e di continue minacce di uscita dall’Euro.
Luglio, il bene che ti voglio
Oggi le cose sono profondamente cambiate. La rottura tra Lega e Movimento Cinque Stelle affonda le sue radici nella divergenze in Europa, plasticamente rappresentate nel voto discordante per la nomina della Presidenza della Commissione Europea ad inizio di luglio.
Bisogna avere gli occhi bendati per affermare che nulla è cambiato da due mesi a questa parte. Come pure occorre tutta la supponenza del mondo per dire che un accordo tra PD e Cinque Stelle era possibile farlo subito dopo le elezioni politiche.
In quella occasione c’era stato un accordo di ferro tra Salvini e Di Maio per cancellare dalla geografia politica Forza Italia da un lato ed il Pd dall’altro. Cannibalizzandoli. Basta ricordare quando Salvini pretendeva di nominare come presidente del Senato Romani di Forza Italia.
Ai commentatori con la puzza sotto il naso di questo accordo vogliamo ricordare i loro lazzi di qualche mese fa sulla assenza di opposizione a proposito dl Pd. Ed i loro teoremi sul fatto che Lega e cinque stelle coprivano insieme lo spazio di governo e di opposizione.
Ma di questo se ne sono scordati ed ora il loro nuovo mantra è quello che questo governo non nascerebbe legittimato da una prova elettorale.
Come se quello di prima lo fosse stato. Quando i contraenti del contratto erano stati su schieramenti opposti in campagna elettorale.
In copertina, una foto panoramica di Perugia, Umbria,