di Gabriele Bonafede
Questi fanno giravolte che nemmeno sull’ottovolante della Fera del Mediterraneo anni ’80. Nientedimeno, Di Maio e la Meloni sono passati dalla minaccia di un peregrino “impeachment” (con l’ortografia sbagliata però) per “alto tradimento”, al pregare il Presidente Mattarella di concedere ancora tempo per una ripresa delle consultazioni al fine di ripartire con un governo Lega-M5S. E stavolta con il “gaudioso” sostegno tricolore di Fratelli d’Italia, si spera quello verde-bianco-rosso a fasce verticali e non quello bianco-blu-rosso a fasce orizzontali.
Giravolte mozzafiato, come in ottovolante. Prima di qua, poi di là, prima su poi giù, come al Luna Park. Mentre Vladimir Putin se la ride, stando a guardare un Paese fondatore dell’Unione Europea ridotto al caos.
Nel frattempo, l’Italia viaggia in ottovolante in quanto a politica dell’oggi è così e domani si vedrà. In quanto a spread e altri indici finanziari. Le azioni delle banche italiane prendono quelle discese da cuore in gola tanto divertenti al Luna Park, quanto spaventose per il portafoglio: le discese ardite, e le risalite, “dolcemente” viaggiare, navigare a vista…. E poi?
E con l’Italia, viaggiano in ottovolante indici finanziari di mezzo mondo, l’Euro, l’economia reale, le banche, il portafoglio di tutti gli italiani, poveri o ricchi che siano.
Deve essere stata talmente forte la strigliata a Salvini, da parte dei suoi grandi elettori imprenditoriali del Nord Italia, da far tentennare il giovane leader leghista. E indurlo a utilizzare toni meno puerili di quelli utilizzati fino a poche ore fa, come “sono arrabbiato”, “mi alleno con la ruspa” e altre picconate all’economia degli italiani.
Stretto tra il suo sostegno all’oscuro mondo di Putin e l’evidente distruzione della ripresa economica italiana, Salvini ha abbassato i toni. Era ora.
Ma rimane la domanda di fondo: Prima gli italiani? Ma quale? Se Salvini avesse realmente a cuore il destino delle imprese italiane avrebbe evitato di impuntarsi su Savona: quello che voleva uscire dall’euro nel weekend. E che invece è meglio che esca con l’euro in tasca nel weekend. Dalla porta di servizio, se possibile. E non torni mai più nel panorama politico italiano. Che si goda la sua pensione alle Bahamas, con le tasche piene di euro. Se lo merita.
Il problema, per Salvini e per gli italiani, è che ha impostato la campagna elettorale su temi e proposte assolutamente folli: dazi ai prodotti stranieri e quindi anche a quelli italiani, “moneta parallela”, uscire dall’euro, flat tax laddove lo Stato non riesce a raccogliere abbastanza da risanare il deficit… E, per giunta, volendo fare un governo con i Cinque Stelle. Quelli che hanno promesso soldi dal cielo al Sud, a chiunque, a “cuegghiè” diremmo noi a Palermo.
L’unico che ha dato prova di sobrietà, saldezza di nervi, capacità, immolazione per l’interesse degli italiani, è stato proprio il Presidente Mattarella. Un uomo, vittima della mafia, che ha dimostrato di saper tenere dritta la barra della Nave Italia nel bel mezzo della bufera.
Una bufera inutile, per altro. Creata con campagne elettorali farcite di bufale e di promesse incoscienti, poi reiterate in due lunghi mesi di consultazioni da teatrino di Mangiafuoco, con tanto di campo dei miracoli, gatto e volpe, pinocchietti e burattini.
Un governo Lega-Cinque Stelle è possibile nei numeri. Ma è possibile nella conciliazione dei programmi? Quanto durerebbe? Forse da Sant’Antonio a San Giovanni, vista la stagione. E poi tutti a divertirsi con una bella corsa in ottovolante.
La realtà è che la Lega, prima di accedere al governo, dovrebbe fare mea culpa. Ammettere di aver detto bufale, di aver promesso la luna, compresa quella del rimpatrio di mezzo milione di immigrati, e tornare con i piedi per terra. Non parliamo di Di Maio e Di Battista, che hanno fatto la figura di ragazzetti incapaci.
Altro che mandato per un governo. Salvini è bravo a raccogliere voti, a fare pretattica, a comunicare sui social, a prendersi gioco dei pentastellati nelle consultazioni.
Ma una cosa è la campagna elettorale, un’altra è governare. Una cosa è sucitare risentimenti e sogni negli elettori, un’altra è rassicurare. Andare in TV con la magliettina di protesta o su twitter con la ruspa tutto è tranne un rassicurante messaggio di governo. Ce ne passa, e molto.
Salvini dovrebbe lasciare spazio a persone, all’interno del centrodestra, che siano con i piedi per terra, ben saldi in Italia anziché in Russia o sulla luna.
Quando questo accadrà, quando il popolo italiano si renderà conto delle follie promesse in campagna elettorale, il Paese riacquisterà fiducia. Fiducia in sé stesso, prima ancora che sui mercati.
In copertina, Ottovolante (Roller Coaster), foto di Mark Asthoff da unsplash.