di Gabriele Bonafede
Mentre i Cinque Stelle fanno festa a Palermo, con tanto di musica e insulti ai giornalisti, alle porte della città c’è un grosso centro amministrato dal partito di Grillo che è sepolto da immondizia e vergogna. È Bagheria, dove il sindaco Patrizio Cinque, dell’omonimo Movimento, non ha trovato di meglio che trasformare in discarica l’ICRE, un centro culturale dedicato all’antimafia. Tuttavia non riuscendo a ripulire la città ormai trasformata, nelle periferie, in una grande pattumiera a cielo aperto.
I cittadini si sentono presi in giro da una propaganda di facciata alla quale non seguono azioni concrete. Anzi. Pare che la situazione sia peggiorata da quando l’amministrazione ha lanciato la tanto attesa raccolta differenziata. Sono scomparsi i cassonetti, è vero, ma da un lato le strade sono sempre sporche con intere zone periferiche in stato di degrado assoluto, dall’altro lo scempio dell’ICRE. Un centro che a Bagheria è come l’Albero Falcone per Palermo: un simbolo cittadino dell’antimafia.
Alcuni gironi fa c’è stata una manifestazione per riconsiderare l’utilizzo dell’ICRE quale luogo di stockaggio dell’immondizia bagherese. Così hanno presentato la questione etica gli organizzatori della manifestazione: “L’amministrazione comunale ha scelto in modo unilaterale, senza previo confronto con associazioni e cittadinanza, di usare l’ICRE quale centro di stockaggio dell’immondizia. Quel magazzino nella memoria collettiva è luogo di massacro, luogo definito dal pentito Giuffrè, braccio destro di Bernardo Provenzano, “campo di sterminio, dove erano dati appuntamenti a quelle persone che non erano più ritenute affidabili e una volta che arrivavano lì non facevano più ritorno a casa: strangolati, poi sciolti nell’acido…”.
“L’ex magazzino del ferro – prosegue il comunicato degli organizzatori della protesta – è il primo tra i beni mafiosi sequestrati, dopo l’entrata in vigore della legge Rognoni-La Torre. Esponenti della società civile, artisti, associazioni, si riuniranno sabato mattina [sabato scorso, n.d.r.] davanti ai cancelli dell’ICRE, per chiedere che quel luogo diventi luogo di memoria, con progetti permanenti di elevato contenuto culturale. Un luogo simbolo della lotta alla mafia che non può ridursi a discarica di rifiuti, in spregio alle normative vigenti che destinano l’uso di beni confiscati alla mafia per finalità sociali.”
Prima dell’avvento dei Cinque Stelle l’ICRE era stato trasformato in centro culturale per mantenere la memoria e ribaltarne il significato: da luogo degli orrori mafiosi a luogo di attività culturali dell’antimafia, appunto un luogo-simbolo dell’antimafia, ovvero una specie di “Albero Falcone” di Bagheria e forse anche più nella memoria collettiva bagherese. Oggi, con l’amministrazione Cinque Stelle, è invece diventato a tutti gli effetti un magazzino riempito di immondizia differenziata alla meno peggio.
Il consigliere comunale Emanuele Tornatore, parente del regista che a Bagheria ha dedicato un’opera cinematografica, è intervenuto con dichiarazioni al vetriolo pubblicate su Bagheria News che espongono la vergognosa situazione nella Bagheria a Cinque stelle, e non solo dal punto di vista etico. “Stamattina ero all’ICRE – ha scritto – e stamattina anche io ho fatto le foto, quelle foto che rendono palesi le menzogne di chi mente sapendo di farlo e, credendo di avere a che fare con cittadini stupidi e ingenui, continua a farlo. Non le pubblico, basta andare lì e capire che si tratta di una discarica non autorizzata che viola ogni norma…”
“Non dico sull’importanza etica, storica, sociale e culturale di quel luogo – continua Tornatore – è vero, per anni l’ICRE è rimasto chiuso, per tanti motivi, perché mancano i bagni, c’è una parte indivisa, problemi seri per la sicurezza e mancano i fondi per ristrutturarlo.”
“È servito per manifestazioni culturali di un certo rilievo – precisa – penso all’ultimo evento organizzato da Culturalab […] Ma la discarica no. No perché è contro legge, e noi siamo per il rispetto della legge. No perché manca di rispetto agli abitanti della zone, e noi dobbiamo onorare i morti e rispettare i vivi.”
“Ecco il no. E non è il no a Cinque, poteva essere Pinco Pallo, il sole o la luna. Un no che doveva diventare motivo di discussione e di confronto con la città, ma si preferiscono i selfie, le distribuzioni nelle piazze per fare foto, video propaganda molto spicciola e si perde una occasione importante di confronto, ma per confrontarsi bisogna prima di tutto rispettarsi e il rispetto non è da tutti.”
Non meno duri sono i cittadini di contrada Ranteria, una zona sommersa dai rifiuti. In un video postato sui social, immagini e commenti sono inequivocabili: “Siamo sommersi dalla spazzatura. Ogni giorno dobbiamo subire queste angherie. Abbiamo fatto esposti, raccolto 500 firme. Ma a quanto pare non sono interessati.”
La situazione si è aggravata in varie contrade del territorio Bagheria-Santa Flavia a partire dal lancio della differenziata a Bagheria. “Dato che la differenziata non avviene in maniera corretta, tutta la gente di Bagheria viene a depositare qui tutto quello che può: frigoriferi, camere da letto…”, dichiara un residente nelle zone più colpite dall’immondizia selvaggia. “Uno si può arredare anche la casa”, conclude con amara ironia.
“Da anni abbiamo raccolto firme” aggiunge un altro residente della contrada Serradifalco “la protesta è spontanea. Noi che abitiamo qua siamo esasperati dalla sporcizia e dall’immondizia, dalla negligenza delle autorità competenti: questa è una vera e propria rabbia”.
La raccolta dell’immondizia, differenziata o meno, lascia molto a desiderare. Lo testimoniano le immagini con cestini stracolmi, sacchetti di rifiuti in piazze e incroci stradali, sporcizia diffusa dappertutto.
In copertina, l’ICRE di Bagheria tra espressioni artistiche e immondizia. Foto di Silvia Ajello. Le foto dell’immondizia per le strade di Bagheria sono di Francesco Scaduto, postate su Facebook in data 25 settembre.