Valori e significati della Solidarietà in un momento cruciale segnato dalla pandemia
di Stefania Billante
Dopo innumerevoli proteste arrivate da tutte le parti del mondo, Patrick Zaki è stato finalmente scarcerato. Ha patito ben 22 mesi di custodia cautelare in attesa della definizione del processo, la cui prossima udienza è fissata per il 1° febbraio.
Purtroppo non è il solo ad avere subito una custodia cautelare così lunga, purtroppo ce ne sono a milioni. Ma è un simbolo. E non ci poteva essere occasione migliore per celebrare la Giornata Mondiale dei Diritti Umani, fissata il 10 dicembre di ogni anno per ricordare la data in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato, nel 1948, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Ossia l’insieme dei diritti fondamentali dell’essere umano, i diritti di tutte le persone che, a prescindere dal credo politico e religioso, dalla razza, sesso e lingua vivono sotto lo stesso tetto del mondo.
L’art. 1 e l’articolo 2, che sanciscono i diritti fondamentali di dignità, eguaglianza, libertà e fratellanza, costituiscono i pilastri fondanti dell’intero documento. In primo luogo la dignità della persona che è il fondamento di tutti gli altri diritti.
Ma oggi, nel mondo, quanto viene preservata e garantita la dignità umana?
Il Rapporto 2020-2021 di Amnesty International sui Diritti Umani nel mondo
Il Rapporto 2020-2021 di Amnesty International ha fotografato lo stato dei diritti umani in 149 Paesi durante il 2020.
L’analisi condotta ha evidenziato come la pandemia e le misure adottate per contrastarla abbiano spesso aggravato le disuguaglianze e gli abusi già esistenti. Incidendo in maniera negativa soprattutto nei confronti di quei soggetti che vivono in condizioni di fragilità sia per il loro stesso stato rientrante in quelle categorie che, più di altre, risente di violazioni e abusi (bambini, donne, anziani, omosessuali, minoranze, etc.) sia per il luogo in cui vivono.
Vediamo interi popoli prigionieri della guerra. Uomini, donne e bambini che fuggono dalle guerre e vengono respinti ai confini. Vediamo cadaveri ripescati dal Mediterraneo, donne e bambine vendute come schiave, stupri, donne violentate e bambini privati della loro infanzia. Persone che non possono curarsi e governi che hanno represso il dissenso e usato la forza per mettere a tacere i difensori di diritti umani.
La creazione di un “futuro più giusto” ha la necessità, secondo la valutazione di Amnesty International, di porre i diritti umani alla base di ogni azione che gli Stati metteranno in atto per la ripresa e la cooperazione internazionale.
Civiltà, fratellanza e solidarietà
La civiltà è quella di Enea che, in fuga da Troia, porta il padre Anchise sulle spalle. Le azioni necessarie sono quelle di fratellanza e solidarietà.
L’art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo così testualmente recita: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”
Occorre guardare ai valori di solidarietà e fratellanza a prescindere da una connotazione religiosa. Intenderli, cioè, come appartenenti agli uomini in quanto facenti parti di una comunità e non mondi e individui singoli.
La solidarietà è empatia. Ed è pensare e agire in termini pluralistici. Dunque, è partecipare alle cose di chi è altro da noi.
A volte occorrerebbe fermarsi a riflettere sul fatto che tutto ciò che ci sembra “normale” in un’altra parte del mondo non lo è affatto. E che, se noi possiamo parlare di libertà e protestare quando pensiamo che ci venga privata non è perché siamo più bravi e più belli ma solo perché siamo più fortunati. Il caso di Patrick Zaki ce lo insegna.
Papa Francesco e i Diritti Umani
Con l’Enciclica “Fratelli Tutti” del 4 ottobre 2020, Papa Francesco ci ha consegnato un testo che «ci invita a far risorgere la nostra vocazione di cittadini del nostro Paese e del mondo intero, costruttori di un nuovo legame sociale».
Fraternità e “amicizia sociale” sono state le strade indicate dal Papa per costruire un mondo più giusto e pacifico con l’impegno di tutti, cittadini e istituzioni.
E parole come libertà, giustizia e pace contengono valori laici oltreché religiosi e che sono alla base di tutte le Dichiarazioni e le Carte che riconoscono e garantiscono i diritti umani.
Il legame o amicizia sociale è una condivisione di diritti e responsabilità più che di doveri. Il concetto di dovere contiene in sé un obbligo. La responsabilità, invece, contiene una consapevolezza. E cioè quella di voler agire per il compimento dei diritti costituzionali e universali di solidarietà, uguaglianza e giustizia.
Pandemia e Diritti Umani
Il 10 novembre, nell’ambito dei lavori della 41ma Conferenza Generale dell’UNESCO, é stato presentato il rapporto “Reimagining our Future together: A new social Contract for Education”, redatto dalla Commissione Internazionale sul futuro dell’educazione.
Il rapporto, constatato che la pandemia ha rivelato tutte le nostre debolezze ma anche i nostri legami proprio perché messi a nudo da un virus che non ha confini, evidenzia l’importanza dell’educazione di qualità, inclusiva e permanente, nel favorire i mutamenti sociali. Fa riferimento a un “nuovo contratto sociale per l’educazione” incentrato sui diritti umani, sulla non discriminazione, sulla giustizia sociale, la dignità umana e la diversità culturale.
La pandemia ci ha insegnato o almeno ci avrebbe dovuto insegnare che “Nessuno si salva da solo”, parafrasando il titolo di un libro di Margaret Mazzantini.
Non basta rivendicare diritti. Ma bisogna capire che il mio vicino ha gli stessi miei diritti e che l’esercizio del mio diritto non può nuocere al suo. Soprattutto se si tratta del diritto primario alla vita, senza il quale non esistono tutti gli altri.
Per questo è importante che ciascuno di noi faccia la sua parte e si impegni a promuovere e diffondere la cultura del diritto e dei diritti, anche se piccola.