Il silenzio in Europa descrive il completo isolamento dell’Italia. E il “premier” vale come il due di coppe con la briscola a bastoni
di Vincenzo Pino
Non parlano Di Maio e Salvini delle nomine Ue e ci mancherebbe. Come quasiasi “bignamino” sulla comunicazione spiega, quando prendi una scoppola parla d’altro e cerca di sviare l’attenzione.
Così il duo che aveva chiesto il voto alle Europee per rivoltare in senso sovranista il parlamento Europeo e di rompere l’asse franco tedesco, si ritrova il Presidente della Ue tedesca e quella della Bce francese.
E ignominia delle ignominie un Presidente del Parlamento italiano che non hanno voluto votare. Altro che prima gli italiani.
E coi sodali del patto di Visegrad confinati nei sottoscala dei palazzi dove si assumono decisioni.Bel colpo ragazzi non c’è che dire.
E si sono impegnati per realizzare questo bel risultato. In una prima fase, infatti, l’accordo tra i principali paese europei che contano, Francia, Germania e Spagna, aveva proposto Timmermans, quale Presidente della Commissione, uomo di sinistra, favorevole ad una politica anti austerity ed amico dell’Italia.
Le contorsioni per non rompere il vaso di coccio
E Conte, al G20 di Osaka, ha detto che poteva andar bene. Ma poi qualche telefonata dei suoi “vice” lo hanno rimesso a posto.
Ma si sa che Conte ormai è lo zimbello della diplomazia internazionale, aveva annunciato di aver messo pace in Libia, lui da solo. E lo raffigurò per i posteri così.
Perché ormai gli accordi secondo questa generazione di politici si fanno con i selfie, come quello di Palermo che Conte realizzò tra Sarraj ed Haftar (qui il nostro commento) nel Settembre 2018 e di cui la storia ha dimostrato tutta la sua solidità.
Tra le imprese che vanta in questi giorni Conte, dopo aver annunciato la sconfitta dell’asse franco tedesco (sic!) , annovera quello di aver evitato la procedura di infrazione da parte della Commissione Ue.
Evita di dire che il maggiore contributo a tutto questo lo ha dato Mattarella che, forte del suo prestigio, ha rassicurato i partner europei con un suo deciso intervento nei giorni scorsi.
Mentre invece Di Maio e Salvini sparavano a zero sulla Commissione, quasi evocandolo questo provvedimento per alzare i toni della sfida con l’Europa a fini elettorali prossimi venturi.
Insomma Conte è un bel vaso di coccio tra i due truci alleati di governo e rischierebbe di essere stritolato.
Per questa volta l’hanno salvato l’intervento di Mattarella e l’aiuto imprevisto di Renzi che con il suo provvedimento sulla fatturazione elettronica ha consentito un deciso incremento delle entrate fiscali e rimesso un po’ a posto il bilancio statale.
Ma da Conte nessun ringraziamento ai due. Ci mancherebbe. Novello Don Abbondio.