di Pietro Milazzo
Tra 15 giorni ballottaggio nelle principali città dove si andava al voto per il secondo turno delle elezioni amministrative del giugno 2016. Il Pd e Renzi hanno segni evidenti di crisi. Anche dove il loro candidato si presenta in prima posizione, come a Torino, Milano e Bologna, gli tocca fare il secondo turno. Il Pd è in difficolta, anche, nei medi centri, tranne a Salerno e Rimini.
Dovrà correre o rincorrere al doppio turno, prevalentemente liste di centro destra unitarie o fascio-leghiste a: Grosseto, Novara, Ravenna, a Benevento contro Mastella. Il Movimento Cinque Stelle fa un ottimo exploit a Roma, piazzandosi, come previsto, al primo posto, e a Torino, dove correrà al secondo turno. Ma ha risultati mediocri altrove. Solo a Bologna supera il 15%; segno che non è, ancora, una forza in grado di insidiare a breve la primazia al Pd, su scala nazionale.
La destra Berlusconiana è quasi sparita ed ininfluente. La destra lepennista di Lega e Fratelli d’Italia, è, sicuramente, in crescita, ma non riesce a portare a casa significativi risultati vincenti. Il centro destra tradizionale, conta solo là dove si allea o con il Pd o con i suoi vecchi alleati del fu popolo della libertà.
Complessivamente, per il campo della destra, nelle sue varie articolazioni, possiamo registrare un ridimensionamento, che lo porta ai suoi minimi storici, sotto un 40%, del corpo elettorale votante. La sinistra, oltre al PD, ha un risultato mediocre. Al di sotto del 5%, soglia di ingresso in Parlamento e nei consigli elettivi locali, tranne il caso dell’anomalia Napoli che va considerata a parte e di Zedda a Cagliari che dovrebbe essere a eletto al primo turno, va bene solo laddove dove è premiata una buona amministrazione, non l’appartenenza soggettiva del sindaco uscente.
Dunque la sinistra politica dovrà riflettere, seriamente, sulla sua prospettiva politica e sulle ragioni della sua mediocre rappresentatività elettorale. Infine si conferma, come strutturale, il dato di un astensionismo significativo, che va dal 40 al 50%, nei vari casi territoriali, dato nuovo rispetto al livello amministrativo.
Dovremmo riflettere di più e meglio sui risultati sorprendenti che questo voto amministrativo di giugno, ci consegna. In alcune grandi città, come Roma e Torino, il Movimento 5 stelle è il primo partito: a Roma con il 35,32%, a Torino con il 29,96%.
Il Pd, rimane, primo a Milano, Bologna, con il 28,97 ed il 35,44%, ma in altri grandi capoluoghi come Roma e Napoli viene surclassato e questo, pur avendo la Presidenza del consiglio e buona parte del consenso dei media.
Per quanto riguarda la sinistra politica, oltre il Pd, tranne il risultato discreto di Napoli (5,33%) e di Savona (4,97), deludenti a Roma, Fassina (3,93%), a Milano, Basilio Rizzo (3,50%), a Torino, Airaudo (2,81%).