Avviato un nuovo itinerario per veicolare merci e prodotti dal territorio UE a quello cinese attraverso Ucraina, Georgia, Azerbaijan e Kazakhstan. Realizzata l’intuizione del Governatore della Regione di Odessa, Mikheil Saakashvili, atta a porre il Mar Nero al centro di una via di scambio veloce e sicura tra Bruxelles e Pechino
di Matteo Cazzulani
Varsavia – La Cina è più vicina, oggi anche grazie all’Ucraina. Nella giornata di venerdì, 15 Gennaio, presso il porto di Illichivsk, vicino ad Odessa, è stata inaugurata la Nuova Via della Seta: un percorso di 5.400 chilometri via mare e terra per il trasporto di merci, prodotti agricoli, industriali e alimentari dall’Unione Europea alla Cina tramite Ucraina, Georgia, Azerbaijan e Kazakhstan.
Il progetto, inaugurato con la partenza di un primo carico-pilota di prodotti ucraini destinati al settore ferroviario cinese, è frutto di un’intesa che il Presidente ucraino, Petro Poroshenko, e il suo collega del Kazakhstan, Nursultan Nazarbayev, hanno raggiunto lo scorso 12 Gennaio.
I due Presidenti, sulla base di accordi precedentemente raggiunti tra il Premier ucraino, Arseniy Yatsenyuk, e i Capi di Governo dei Paesi interessati, hanno convenuto in merito alla necessità di varare un corridoio per la circolazione delle merci tra Europa Centro Orientale, Caucaso ed Asia centrale più corto rispetto a quello che, attualmente, passa attraverso la Russia.
Importante, per il varo della Via della Seta, è stato anche il ruolo del Governatore della Regione di Odessa, Mikheil Saakashvili, che già ai tempi in cui ricopriva la carica di Presidente della Georgia ha fortemente voluto la realizzazione del progetto per sfruttare al massimo le potenzialità di una regione, quella del Mar Nero, che può collegare due potenze economiche quali Unione Europea e Cina in maniera veloce e sicura.
Tuttavia, oltre ad agricoltura, industria ed alimentari, nella Nuova Via della Seta c’è molto di più. Come dichiarato dal Vicepremier ucraino, Hennadiy Zubko, questo progetto, per Unione Europea ed Ucraina, rappresenta un’opportunità per importare olio e gas naturale provenienti da importanti produttori mondiali quali Kazakhstan ed Azerbaijan.
Del resto, sia l’Unione Europea che l’Ucraina hanno varato progetti per diversificare le forniture di energia atti a diminuire la dipendenza da Russia ed Algeria.
Polonia e Lituania per la sicurezza energetica ucraina
Da un lato, la Commissione Europea ha incentivato la realizzazione di rigassificatori per importare gas liquefatto da Qatar, Egitto, Norvegia e Stati Uniti d’America, ed ha stabilito la progressiva integrazione dei sistemi infrastrutturali dei Paesi membri dell’UE.
In aggiunta, un fascio di gasdotti è stato progettato, sempre dalla Commissione Europea, per importare in Europa gas naturale dall’Azerbaijan attraverso Georgia e Turchia.
D’altro canto, l’Ucraina ha rinunciato alle importazioni di gas dalla Russia, incrementando l’acquisto di oro azzurro russo in Germania veicolato in territorio ucraino tramite i gasdotti della Slovacchia.
Inoltre, per diversificare le forniture di gas l’Ucraina ha ricevuto due importanti offerte che, in previsione dell’importazione di energia attraverso la Nuova Via della Seta, potrebbero aiutare Kyiv ad incrementare la propria sicurezza energetica.
Come dichiarato dal Presidente polacco, Andrzej Duda, la Polonia intende aiutare l’Ucraina fornendo parte del gas che Varsavia riceve dal Qatar presso il rigassificatore di Swinoujscie, una delle infrastrutture energetiche realizzate in conformità alle direttive della Commissione Europea.
A tale scopo, utile si potrebbe rivelare anche il nuovo rigassificatore che, come dichiarato dal Premier polacco, Beata Szydło, la Polonia intende realizzare nei pressi di Danzica.
Inoltre, anche la Lituania si sta attivando per incrementare la sicurezza energetica dell’Ucraina. Come dichiarato dall’Ambasciatore lituano a Kyiv, Marijus Janukonis, Vilna sta lavorando di concerto con la Polonia per avviare le esportazioni del gas liquefatto che la Lituania importa dalla Norvegia presso il terminale di Klaipeda attraverso i gasdotti polacchi.
L’iniziativa lituana è una risposta al diniego dato dal Presidente della Bielorussia, Alyaksandar Lukashenka, in merito ad un precedente progetto di Vilna di veicolare in Ucraina il gas importato a Klaipeda attraverso il territorio bielorusso.
Matteo Cazzulani
Analista Politico dell’Europa Centro Orientale
@MatteoCazzulani