di Giuseppe D’Agostino
Quaranta medaglie totali (record numero 1). A podio in sedici discipline diverse (record numero 2). Diciotto regioni italiane rappresentate sul podio (record numero 3). Almeno una medaglia in ciascun giorno di Giochi (record numero 4, questo solo eguagliabile e mai più superabile). Prima volta ad almeno venti medaglie in un metallo (record numero 5). Cinque ori nell’atletica leggera (record numero 6). Secondo posto assoluto nel medagliere dell’atletica leggera, secondi solo agli USA (record numero 7)
Una valanga di brividi e mille emozioni
E poi ci sarebbe il record numero otto, che in realtà non è numerico ma virtuale: la valanga di brividi e di emozioni che la nostra Italia ci ha provocato in questa meravigliosa Olimpiade di Tokyo 2020, che per essere “sbagliata” è stata almeno per noi incredibilmente “giusta”. Alla fine l’Italia è finita decima nel medagliere, ed essere tra le prime dieci potenze sportive mondiali è un vanto e una soddisfazione, specie dopo il tremendo anno pandemico che il mondo intero ha vissuto.
Riassumere in un solo articolo tutto quello che abbiamo vissuto in queste due settimane è impossibile, è molto più facile affidare le immagini e le gioie alla nostra mente e al nostro cuore, per conservarle indelebili per sempre. Come dice Federico Buffa parlando dei mondiali di calcio, questi eventi sportivi scandiscono i tempi della nostra vita, e scandiranno i tempi di chi verrà.
Olimpiade da incorniciare
Non farò classifiche di importanza delle quaranta medaglie azzurre (anche se la tentazione di porre Marcell Jacobs sopra tutti gli altri è naturale e ovvia) perché ogni singola medaglia è frutto di allenamenti duri e impegno costante, soprattutto negli sport che hanno meno visibilità e di cui colpevolmente ci accorgiamo (me compreso) solo sotto il Fuoco di Olimpia. E a questo proposito mi premono due considerazioni, che lascio alla valutazione di chi ama lo sport.
La prima è legata al fatto che come sempre primeggiano nel medagliere quei paesi che mettono la cultura sportiva al primo posto già nell’educazione scolastica. I paesi anglosassoni, la Germania e la Cina considerano lo sport qualcosa di fondamentale per la formazione dei ragazzi, e qui ancora dobbiamo capirlo. Quando vedo che un ragazzo che fa attività agonistica viene quasi osteggiato perché ciò non è compatibile con lo studio mi addoloro tantissimo. Occorre aiutare i ragazzi a coltivare lo sport e la scuola contemporaneamente, senza porli in una contrapposizione che non esiste.
Tokyo 2020: Olimpiade con poetiche favole vere
La seconda riguarda proprio gli sport di cui ci scordiamo troppo velocemente, obnubilati dal “Dio Calcio” che pervade il 90% del panorama sportivo italico. La mia speranza è che queste 40 medaglie, questi record, la volata di Jacobs, il salto di Gimbo, le evoluzioni di Vanessa Ferrari e delle Farfalle, la volontà di ferro di Greg Paltrinieri e di Pippo Ganna, e di tutti gli atleti azzurri anche non medagliati, permettano a un ragazzo o una ragazza che ha voglia di correre su una pista, impugnare un fioretto, indossare un kimono o volteggiare su un attrezzo ginnico, di trovare questi impianti con la stessa facilità con cui si trova una scuola calcio o una scuola tennis.
Il braciere si è spento, ma non siamo tristi, perché sappiamo che si riaccenderà tra tre anni a Parigi. Noi ci saremo, con la stessa voglia di tifare Italia, con la stessa voglia di emozionarci e con la stessa voglia di poesia. Perché, parafrasando il grande Giovanni Guareschi, lo sport è una delle poche cose rimaste capaci di regalarci delle poetiche favole vere.