
“Hai fatto una sola patria di tanti popoli diversi, la tua conquista ha giovato a chi viveva senza leggi. Offrendo ai vinti il retaggio della tua civiltà, di tutto il mondo diviso hai fatto un’unica città”
(Claudio Rutilio Namaziano, De reditu suo, V secolo d.C.)
di Francesco Bellanti
Il 21 aprile del 753 a.C., secondo una leggenda narrata dall’erudito e grammatico latino, nonché filologo e filosofo, militare, agronomo, politico e insomma tutto, Marco Terenzio Varrone, autore di ben 620 libri, veniva fondata – in base a calcoli astrologici di un astrologo, tale Lucio Taruzio, amico dello stesso Varrone – Roma, l’Urbe, la Città Eterna.
Quand’ero studente liceale, questa locuzione latina, Ab Urbe condita, dalla fondazione della Città, era per me una musica, un sigillo posto sempre dopo le date delle storie degli storici e degli scrittori latini. Quando chiedevano ad Alberto Sordi perché non andasse mai in vacanza nelle pause dei suoi film, lui rispondeva: “Ma ndove devo annà? Io so sempre in vacanza a Roma”. Non aveva tutti i torti, Albertone. Oggi che è il Natale di Roma, mi piacerebbe parlare male di tante cose, di tutto ciò che non va, ma io amo a tal punto questa città che anche i suoi difetti per me sono pregi.
Parlare di Roma da siciliano
Parlare anche brevemente di Roma, più che una città un modo di essere dell’anima, è impossibile. Migliaia di libri sono stati scritti su Roma, c’è chi se n’è innamorato e chi l’ha odiata, grandi viaggiatori hanno voluto visitarla, per dare pienamente valore a un’esistenza altrimenti priva di senso. Leopardi e Goethe non l’hanno amata, per esempio, ma hanno voluto conoscerla. Dirò dunque solo qualche impressione.
La prima è questa: questa metropoli di quasi tre milioni di abitanti rappresenta l’Italia. Se arrivo a Milano, per esempio, io, uomo del Sud, mi sento subito uno straniero. Milano mi appare distante, troppo precisa, troppo ordinata, troppo fredda, ha un’anima che non sento mia anche se la rispetto. Appena io arrivo a Roma mi sento a casa mia.
È una sensazione che, lontano dalla Sicilia, non provo da nessun’altra parte. Se ci arrivo dalla Stazione Termini, mi appare subito come una Palermo moltiplicata per quattro. Ho vissuto a Roma qualche tempo nella mia giovinezza, vivevo a Trastevere, ed è stata un’esperienza indimenticabile: la gente, i ristoranti, l’atmosfera, insomma qualcosa di unico.
Auguri Roma, Caput Mundi
Certo, ora è diversa, un poco disordinata, però io non resto mai deluso dalla Città Eterna. Per me è la cultura, è la storia, è tutto. Ci sono stato mille volte e ogni volta non sono rimasto mai deluso. Io mi immergo subito nel flusso vitale della Caput Mundi certo che avrò sempre qualche sorpresa. Il centro storico lo conosco come le mie tasche ma è sempre piacevole percorrerlo senza meta.

È una città multietnica, cosmopolita, con una storia artistica e culturale di tremila anni di fronte alla quale si resta sbigottiti e piccini. Quando vado tra il Colosseo e il monumento a Vittorio Emanuele II, nella mia testa rimbombano echi di legioni romane, voci di avvocati nel foro, clangore di carrozze, grida di commercianti.
È la città più estesa d’Europa, con una delle migliori cucine, sede di quasi tutte le più importanti organizzazioni internazionali, centro del cattolicesimo mondiale, con centinaia di chiese una più bella dell’altra e con monumenti e opere artistiche sublimi, con un fiume e sette colli famosissimi.
Ha un clima gradevole e un dialetto così sonoro e bello che purtroppo si parla sempre meno. Ho girato tutta l’Europa, ho conosciuto città bellissime e straordinarie, Parigi, Londra, Colonia, Granada, Malaga, Cordova, Siviglia, Budapest, Vienna, Cracovia, Praga, c’è stato sempre un qualcosa che è mancato, e soprattutto nessuna aveva la magia che ha Roma.
Mille libri su Roma
Per questo motivo sono stati scritti mille libri su Roma: a Roma c’è tutto, l’antichità latina e il Medioevo, il Rinascimento, il Barocco, l’Illuminismo, l’Arcadia, il Romanticismo, la letteratura in lingua e in dialetto, il cinema e mille altre attrazioni, mille segreti ancora da scoprire.
Al di là del caos del traffico e delle sporcizie, della corruzione politica e della delinquenza alla Suburra o alla Magliana, io vedo sempre la Roma della televisione e dei giornali, del cinema e dei musei, dei teatri e degli eventi, degli incontri fra popoli, degli scambi culturali.
Io vedo la Roma di Cesare e di Pompeo, di Seneca e di Cicerone, di una lingua e di una civiltà che hanno fondato il mondo moderno, la Roma dei Papi e dell’Unità d’Italia, sempre più convinto che quando finirà Roma finirà il mondo. Auguri Roma, per il tuo 2774esimo compleanno (sono un po’ di più, dai, ma con le signore bisogna essere sempre galanti).
In copertina. foto di by Massimo Virgilio su Unsplash (cut). Foto originale qui.
Nel testo, foto di by Carlos Ibáñez su Unsplash. Foto originale qui.