di Vincenzo Pino
Avevamo parlato di sondaggi improbabili e share al minimo per Cartabianca una settimana fa. Martedì scorso, infatti, i sondaggi Ixè di quella trasmissione davano Italia Viva al 2,9%. Mentre la media di tutti i sondaggi, compreso quello fuori linea al ribasso pubblicato da Cartabianca, la quotava al 5%.
La notizia del 2.9% alla prima rilevazione di Italia Viva nei sondaggi è stata immediatamente fatta rimbalzare da Repubblica. Gioco forza questa settimana è stato necessario rettificare di gran corsa, perché i dati esposti non erano assolutamente credibili.
Così, da una settimana all’altra, Italia Viva è proiettata al 3,9%, come se in una settimana una formazione politica, per quanto piccola, potesse crescere del 35% dei suoi consensi in così breve tempo. Cosa bizzarra, soprattutto se partiva da una rilevazione già palesemente poco credibile.
Ricordiamo, infatti, che l’1% in più su una base del 2,9 corrisponde appunto a questa proporzione. Certo, non tutte le ciambelle vengono con il buco. Nulla di male, capita a tutti. Oppure c’è un buco al quale mettere una pezza.
Avrebbero potuto dire “abbiamo sbagliato”. Invece presentano la sottostima abnorme della settimana scorsa e accanto quella di adesso come una crescita di questa settimana.
La pezza peggiore del buco
Ma se guardiamo con più attenzione i dati, nella loro sequenzialità temporale delle ultime tre settimane e nell’assenza di una connessione logica fra loro, vediamo che la toppa è peggiore del buco.
Infatti, nella settimana successiva alla scissione il Pd era dato in crescita passando dal 21,6 al 21,8 dallo stesso istituto di rilevazione.
Uno strano caso di scissione, questo, difficile da spiegare come rileva Termometro politico che si cita “Diversamente da altri istituti, Ixè non riscontra un crollo del Pd a seguito della nascita del partito renziano. I dem, anzi, crescono dello 0,2 al 21,8”.
Praticamente è un’altra stranezza data in pasto al pubblico. Perché tutti gli altri istituti di rilevazione segnalavano una perdita media del Pd, da “scissione” o “separazione”, del 2,8%. E come se non bastasse, era stato lo stesso Ixé a dire su Termometro politico il 19 settembre che una scissione dal Pd di Italia Viva avrebbe comportato una perdita minimale, del solo 2,3%… Insomma, a prima vista, ma anche a seconda vista, sembrano numeri a caso.
Mentre nella rilevazione successiva del 25 settembre di questa perdita, Ixè registra un aumento dello 0,2%. Sono veramente strani a Cartabianca. Ci vuole una buona fantasia a riconnettere tutti questi ragionamenti con una sequenzialità logica.
Lenin ci aiuta a capire Cartabianca
Ma in questo caso ci potrebbe aiutare molto la citazione di Lenin sul “che fare” secondo cui “il partito epurandosi si rafforza”. Ecco. La Berlinguer e l’Istituto Ixè ci hanno riportato in questa dimensione per sostenere il Partito di Zingaretti. E questo è un omaggio encomiabile al buon vecchio Lenin, tuttavia imbalsamato a Mosca.
Una domanda a Cartabianca: se proprio vuole ritoccare e ri-ritoccare i sondaggi, è proprio necessario coinvolgere altri? Come Repubblica che si presta immediatamente a far rimbalzare la notizia e a definire “inaspettata” l’ascesa di Italia Viva al 3,9%.
Se Cartabianca precipita negli ascolti, e ieri ne ha realizzato meno di un milione per un 4,5% di share, un motivo ci sarà.
Lo riaffermiamo dopo una settimana con maggiore vigore: sondaggi improbabili e share al minimo per Cartabianca.