di Roberto Spampinato
Il grande inganno che questo governo sta usando, con spregiudicata consapevolezza alle spalle degli italiani, non ha precedenti. La paura del diverso, l’incertezza del domani, l’angoscia di perdere il lavoro o, peggio, non trovarlo perché rubato dal clandestino, sono distillati quotidianamente nella testa degli italiani.
In questi giorni – per usare una metafora calcistica, sport molto amato da tutti noi – l’Under 21 non è riuscita ad accedere alla fase finale degli europei, nonostante abbia svolto un discreto torneo.
Una sola partita persa e il pareggio delle squadre dello stesso girone hanno decretato l’uscita dal torneo, facendo gridare al “biscotto”, alla partita accomodata. Insomma, è colpa degli altri.
A volte mi sorge un dubbio. Siamo davvero così ingenui o così sprovveduti da credere ciecamente che è sempre colpa degli altri o ci fa comodo interpretare le cose a nostro piacimento?
Il grande inganno
Come abbiamo potuto credere al racconto di un ministro che si fa prima eleggere, mettendo paura per poi rassicurare, promettendo che dal lunedì successivo alle sue elezioni una grande operazione di rimpatrio di 600 mila clandestini avrebbe avuto inizio?
Di lunedì ne sono passati tanti, di quei 600 mila clandestini, secondo i dati dello stesso ministro, non vi è più traccia né si sa quanti siano stati rispediti a casa realmente. Ma è davvero questo il problema più grande degli italiani?
Sono gli immigrati la ragione del nostro debito pubblico, della crescita zero, del tasso di disoccupazione – guardate la tabella sull’andamento della disoccupazione in Italia negli ultimi 58 anni che trovate facilmente sul web – della spazzatura che sommerge la capitale, dei medici che mancano nei nostri ospedali, del fallimento delle banche, delle truffe che ogni settimana la Guardia di Finanza scopre, della sistematica evasione ed elusione delle tasse, delle pensioni da fame, dei falsi ciechi e dei finti invalidi, delle lunghe file per un ricovero, della più bassa percentuale di laureati in Europa, della mafia, della ndrangheta, della camorra?
E poi, se volete, possiamo dare anche la responsabilità agli immigrati di tutti i femminicidi degli ultimi vent’anni, dello sfruttamento della mano d’opera da parte di caporali e imprese agricole, dei capitali in nero nei paradisi fiscali, del sistema di favori e connivenze tra politici e finanza – vedi il caso del povero Formigoni o quello dell’ex sindaco Alemanno, o il caso di Mafia Capitale.
Insomma, sono così tante le responsabilità di questi immigrati? Abbiamo bisogno di un responsabile, di un capro espiatorio, di un alibi dietro cui nascondere la nostra ignavia, la nostra codardia, la nostra amoralità? Con meticolosa cadenza abbiamo la capacità di trovare sempre un responsabile per i nostri difetti.
Cronache dal Bel Paese
Per un ventennio Berlusconi ha rappresentato per una larga parte della società tutto il male e tutti i guai di questo Paese.
Quando è stato il turno di Renzi, per la destra e, manco a dirlo, per alcune aree del suo stesso partito, Renzi è stato un totale fallimento.
Nel frattempo, tanti distinti italiani cercavano una raccomandazione per saltare la fila per un ricovero, per un posto di lavoro o si davano da fare per ottenere finanziamenti pubblici per finte aziende.
Orde di impiegati pubblici timbravano il cartellino e poi andavano per i fatti loro. Dei distinti primari di ospedali asportavano finti tumori e operavano ignari pazienti per “fottere” (testuale da una intercettazione) il sistema sanitario.
Dei dotti professori universitari – notizia di queste ore ma sembra la fotocopia di tante altre – hanno truccato concorsi destinati agli amici e ai figli degli amici.
Tutto questo mentre incapaci politici e governanti non riuscivano a dare risposte al Paese, tanti altri simpatici connazionali “chiagnevano e fottevano” il vicino con il loro bel villino abusivo, magari sul greto di un fiume.
Chi non ha un parente, un amico o un conoscente che sta a casa, per malattia, ogni qual volta non ha voglia o ha di meglio da fare?
Abbiamo una capacità unica e originale di narrazione dei nostri problemi e a nessun politico verrebbe in mente di raccontarci davvero come stanno le cose, non ne avrebbe nessun vantaggio e non vincerebbe nessuna elezione.
Nessun giornale e nessun TG penserà mai di dire che il problema degli italiani sono proprio gli italiani: non venderebbe nessuna copia e non farebbero share. E si sa, tutti abbiamo famiglia da campare. L’indulgenza verso i nostri peccatucci è una specialità nostrana.
Un piccolo alibi
Quando una faccenda non ci riguarda, siamo capaci di giudizi sferzanti o sommari, diversamente, non esitiamo a scomodare anche il Padreterno per cercarlo di convincere delle nostre ragioni. Quando il comandante Schettino provocò la morte di 32 persone, per un gesto assurdo e scellerato, ci vollero 5 anni prima che se ne accertassero le responsabilità penali. È la nostra Costituzione che ce lo impone.
Per il comandante Carola Rackete, invece, che ne ha salvate 42 di vite, oltre a tutti gli insulti sessisti, molti hanno subito invocato carcere e manette. Purtroppo ci manca la giusta prospettiva, la corretta narrazione dei fatti.
Comprendere che migliaia di famiglie italiane a fatica arrivano a fine mese e dire che gli immigrati nulla o poco c’entrano con il loro stato di indigenza, non è facile. Anzi, è più facile dire proprio il contrario.
Trovare un alibi alla nostra disgraziata condizione di Paese dalle grandissime potenzialità ma dai grandissimi difetti, è materia da statisti.
Nessuno, o pochi, hanno avuto da ridire come la faccenda dei 49 milioni di contributi elettorali siano spariti dalla casse della Lega. In tanti hanno fatto spallucce, ammettendo che tutto ciò è sintomatico e prevedibile. Mi chiedo: cosa è che ci spinge a ragionare così? Abbiamo qualche conflitto d’interessi o ci manca il senso morale?