Un discorso che segna un passaggio storico della Repubblica Italiana
di Vincenzo Pino
Grazie Presidente. Buon 2019 a Lei a all’Italia tutta. Ebbene sì, il popolo italiano si riconosce nella sua massima Istituzione, la Presidenza della Repubblica.
Il prestigio della carica assieme a quella dell’uomo oggi è tale che Mattarella abbia potuto criticare la manovra di governo nel suo aspetto piu’ devastante “la tassa sulla bontà” , il tentativo di rapina effettuato alle pratiche di solidarietà del nostro Paese.
Per non parlare dei militari la cui professionalità non può essere investita nel riempire le buche di Roma.
Non era certo un percorso certo quello che ha portato a questo esito.
Chi non ricorda l’assalto alla istituzione ed alla autonomia della Presidenza della Repubblica, perpetrata attraverso un sistema di hackeraggio simultaneo con la creazione di migliaia di profli fantasma sui “social” che ne chiedevano l’impeachment?
Ma il popolo italiano, quello vero, non quello dei pirati virtuali, ha saputo rispondere con le centinaia di migliaia di messaggi di solidarietà al Quirinale e ne ha sventato in tempo reale la minaccia.
Ricordiamo anche il merito della questione. Si trattò della nomina di Savoia a Ministro del Bilancio. Savoia, quello del “piano B” per uscire dall’Europa, il preteso interprete di quel tentativo di cancellare i debiti alla Bce per 250 miliardi messo nero su bianco nel contratto di governo. Si trattò di quel tentativo denunciato da Huffington Post e subito derubricato a bozza provvisoria ma che ci costò comunque 100 punti di spread, sui mercati, vista la inaffidabilità di quella compagine di governo.
Insomma il governo gialloverde nella sua pretesa, mai confessata ufficialmente, minacciava una vasta campagna secessionisista anti Ue ed anti Euro se l’istituzione comunitaria non avesse permesso di spandere e spendere ad libitum all’Italia. Anche a costo di compromettere la solidità della moneta.
Un attacco antieuropeo che si è sviluppato nel corso di questi sette mesi, partito con la sconfessione di Tria che aveva concordato a luglio in sede Ecofin un deficit dell’1,9% mentre invece il duo al governo lo aveva portato al 2,4, festeggiandone l’esito dal balcone di Palazzo Chigi.
Era l’attacco alla istituzione Europea l’obiettivo dei populisti al governo: dimostrare di essere i capofila di una nuova maggioranza sovranista e di cui si ambiva alla leadership, associando al disegno Orban e la Le Pen.
Si sa come è andata a finire al duo Salvini-Di Maio. Costretti a scrivere i nuovi saldi della manovra per le vacanze di Natale (altro che i “me ne frego” delle letterine) e ridimensionare l’impianto della manovra.
Abbiamo ricostruito questo excursus per evidenziare la portata eversiva ed antiistituzionale delle forze che ci governano e delle sconfitte che hanno subito nel corso di quest’anno nel rapporto con il Capo dello Stato e con la Comunità Ue.
Ma c’è stato anche il tentativo di colpire la Magistratura nella vicenda della Diciotti e per il noto contenzioso per i 49 milioni della Lega.
Come pure il tentativo di svalorizzare il Parlamento. Che invece ha dimostrato tutta la sua vitalità nella battaglia di opposizione alla manovra, e che darà adito ad una vasta mobilitazione nei giorni a seguire.
Come pure degli organismi terzi per loro natura indipendenti come Istat, Inps, i funzionari ed i tecnici dei Ministeri i cui contributi alla definizione dei provvedimenti sono stati definiti “manine da congiura” o “sabotaggi da quintecolonne dei precedenti governi”.
Il discorso di Mattarella ha parlato di tutto questo. Pacatamente, da grand estatista qual è. Evidenziando che l’Italia va unita nel segno della democrazia, della competenza, della tradizione di solidarietà e di impegno civile: uno stupendo messaggio di civiltà e speranza per il 2019.
Il 2018 ci lascia in eredità il fallimento del più grande tentativo eversivo contro la Costituzione Repubblicana e l’equilibrio dei poteri nonchè quello contro la istituzione Europea, cui al massimo Salvini indirizza colpi di spillo dopo aver preso una grossa legnata, con la vicenda della manovra di bilancio.
Per cui: onore alle istituzioni di questo Paese ed all’Europa. Per quest’anno abbiamo messo in soffitta la pretesa totalitaria del governo del popolo, la nomina di Di Maio, la campagna No Euro, l’Italexit, l’impeachment, le offese sbracate a Junker, alla Merkel ed a Macron.
Ma la democrazia, l’imegno civile, la solidarietà, la creatività e l’economia del Paese vanno difesi giorno per giorno. Ecco l’insegnamento del Presidente Mattarella.
Auguri Italia. Hai retto questo 2018 con onore, rappresentata dal Capo dello Stato.
Che vogliamo ricordarlo a Giuseppe Conte, è il fratello di Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia il 6 Gennaio del 1980. Se lo ricordi questo nome, “Premier del contratto”, è il minimo per chi voglia rappresentare le istituzioni.
Che la democrazia sia sempre con noi.
Il discorso di Mattarella dal Quirinale per il 31 dicembre 2018 è storico, epocale. In appena 15 minuti attraversa tutti i grandi temi dell’Italia di oggi. Ascoltarlo o riascoltarlo in versione integrale è di grande apprendimento: