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di Pasquale Hamel
Fra il 1821 e il 1827, la Sicilia, ma anche il Mezzogiorno, furono occupate da un corpo d’armata dell’Imperial-regio governo che riportava sul trono Ferdinando I di Borbone. Gli austriaci, pur lasciando la sovranità formale al sovrano Borbone, di fatto esercitavano, alle dipendenze dirette del principe Klemens Lothar von Metternich, il potere reale nel regno meridionale.

A pagare le non indifferenti spese per il mantenimento di questa forza militare era lo stesso Regno delle Due Sicilie. A giustificare la legittimità del perdurare della presenza austriaca si richiamava il deliberato del trattato di Troppau, che riconfermava quanto deciso nel corso del Congresso di Vienna, e che garantiva a certe condizioni l’unità dello Stato meridionale.
Gli austriaci non si limitarono all’occupazione formale ma imposero delle modifiche sostanziali nell’ordinamento dello Stato. Fra le novità ci fu la separazione dell’amministrazione dell’isola da quella napoletana, cioè un venire incontro alle domande dei siciliani fortemente offesi dalle decisioni che il Borbone aveva adottato nel 1816 e che riguardavano l’unificazione delle amministrazioni del regno di Sicilia e di quello di Napoli.
Vennero, infatti, formalizzate due Consulte, una per la Sicilia e una per Napoli con rilevanti poteri. Qualcuno immaginò si trattasse di un ritorno all’antico Parlamento ma in realtà le Consulte nulla avevano a che fare con le istituzioni parlamentari. Su quest’ultimo punto, Metternich fu molto chiaro e, in una nota al barone Karl Ludwig Ficquelmont, l’ambasciatore austriaco a Napoli che gli chiedeva lumi in merito, scrisse che non si trattava di “corpi rappresentativi e la prova di questo è data dalla mancanza di ciò che sta alla base dei corpi del genere, ossia le elezioni.
La denominazione di ‘Consulte’ determina infatti l’estensione delle loro attribuzioni: esse consultano, ma non accettano né rigettano”. Nonostante questi limiti è evidente che la novità imposta dagli austriaci era un passo avanti verso il ripristino dell’Autonomia di cui indirettamente si facevano garanti gli austriaci.
La presenza austriaca, inoltre, se da un lato poteva essere giudicata discreta, all’occorrenza si mostrava ferma per ciò che riguardava il rispetto del dettato del Congresso di Vienna. E la fermezza la mostrò in quei casi in cui il re Borbone, contravvenendo alle raccomandazioni di Metternich che consigliavano moderazione, esagerò nell’uso degli strumenti repressivi.

A questo proposito, non pare superfluo ricordare il caso del ritorno ai vertici della politica del Regno meridionale del marchese Luigi de’ Medici, fra i migliori politici che abbiano servito lo Stato borbonico. Luigi de’ Medici fu, infatti, richiamato in seguito al brusco allontanamento di Antonio Capece Minutolo principe di Canosa.
Quest’ultimo, personaggio di rilievo, si era contraddistinto per la brutalità dei metodi repressivi adottati – era per questo motivo considerato l’uomo giusto per estirpare la Carboneria – che avevano suscitato l’indignazione dello stesso ambasciatore Ficquelmont e dell’austero e fine politico generale Johan Philippe Frimont, comandante supremo dell’armata austriaca. Entrambi, ambasciatore e generale, ligi alle disposizioni del governo austriaco avevano denunciato al Metternich quanto accadeva a Napoli e in Sicilia e da Vienna il principe aveva immediatamente provveduto ad intimare al re delle Due Sicilie di dimettere il Canosa e di allontanarlo da Napoli.
Scrisse Croce, a proposito dell’allontanamento del principe di Canosa, che “il re pianse con lui della violenza che doveva subire”. Per la cronaca, le truppe austriache abbandonarono il Regno nel 1827 ripristinando così la piena sovranità borbonica, e questo fu uno dei pochi successi che si ascrissero alle capacità del nuovo sovrano, Francesco I (in copertina con un’immagine della famiglia), succeduto al padre nel 1825.
Mappa della suddivisione delle province del Regno delle Due Sicilie tratta da Wikipedia. Di Antonio Ciccolella – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48175177