di Gabriele Bonafede
La storia dell’umanità inizia con la scrittura così come la storia della civiltà inizia con la letteratura. Che è un fatto migrante. Scrittura e letteratura hanno infatti permesso alle idee di migrare nello spazio e nel tempo. Nello spazio, diffondendo nel mondo ciò che è scritto. Nel tempo, diffondendo tra diverse generazioni ciò che è scritto.
Allo stesso modo, la civiltà umana si è diffusa su tutta la terra attraverso le migrazioni. Senza le migrazioni non ci sarebbero state civiltà, come senza la letteratura non ci sarebbe stata civiltà e nemmeno storia e memoria.
E si deve ammettere che, per lo meno per quanto riguarda la civiltà occidentale, il centro delle migrazioni è stato ed è tuttavia il Mediterraneo. L’idea di proporre una riflessione su tutto questo, oggi e a Palermo che è al centro del Mediterraneo, è dunque una bella idea.
Oggi letteratura e migrazioni viaggiano più rapidamente e più copiosamente nel mondo, in gran parte attraverso il Mediterraneo. Se questa ricchezza porterà frutto dipenderà da quanto le migrazioni di persone e d’idee manterranno vivo il riprodursi di se stesse: migrazioni e idee. Ovvero, se non saranno fermate le une e le altre da se stesse, o da altro.
Da se stesse, soprattutto nelle idee. Perché idee che vogliano fermare la libera circolazione delle stesse sono destinate a diventare sterili e quindi a distruggere se stesse, nello spazio e nel tempo. Da qualunque parte esse provengano, sia dai “migranti” sia dai “non-migranti”.
Da altro, soprattutto nelle nazioni. Perché nazioni che vogliano fermare la libera circolazione delle migrazioni di idee e di persone sono destinate a diventare sterili e quindi a distruggere se stesse, nello spazio e nel tempo.
È la scoperta dell’acqua calda? A volte è necessario scrivere e ricordare come si bolle l’acqua. Soprattutto oggi, soprattutto in Italia, dove anche “giornalisti”, “scrittori”, “filosofi”, sembrano dimenticare come si possa bollire l’acqua della loro stessa pentola. Sempre che ne abbiano una.
Si avvicina così la “terza edizione” del “Festival delle Letterature Migranti” a Palermo (qui per informazioni e programma). Si terrà dal 4 all’8 ottobre in un contesto di “città d’accoglienza”, come propongono i promotori, sindaco Leoluca Orlando in testa. Da un’idea dello scrittore e giornalista palermitano Davide Camarrone che lo ha concepito e organizzato.
La data di apertura non è scelta a caso. Il 4 ottobre è infatti l’anniversario della strage di migranti che speravano di raggiungere Lampedusa per mare nel 2013.
È festival giovane e ancora barcollante nei suoi passi, come un bambino di tre anni che sta trovando, poco a poco, una propria capacità di movimento non lontano da casa propria.
In questa terza edizione ci sono infatti qualcosa come un centinaio di occasioni d’incontro sul tema delle Letterature Migranti nell’arco di soli cinque giorni e in decine di luoghi dei più disparati e lontani a Palermo. Il tutto suddiviso in ben sette sezioni tematiche e attraverso diverse arti, compresi teatro e cinema, oltre alla letteratura di oggi e di ieri.
Sarà molto ricco, dunque. Ma sarà anche dispersivo se non lo si coglie quale libera occasione di confronto in diversi momenti e in diversi luoghi: come è nell’essenza stessa della letteratura e della migrazione.
In copertina “Mediterraneo e Lampedusa” (2014), di Gabriele Bonafede, Olio su tela.
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