
di Laura Nobile
«Richiamare il senso dell’umano, raccontare il rapporto tra il teatro e la città in un Festival che punta ai grandi registi della scena contemporanea. Ma anche portare davanti alla cavea del colle Temenite, ancora una volta, il mito e il senso del classico che sta alla base della civiltà occidentale».

Roberto Andò, neo direttore artistico dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico (Inda), ha declinato così le linee guida del nuovo 53esimo ciclo di spettacoli classici al Teatro greco di Siracusa .
Forte della stagione record lo scorso anno (119 mila spettatori in 42 giorni di rassegna e un incremento degli spettatori del 34 per cento negli ultimi dieci anni), quest’anno l’Inda introduce importanti novità sia dal punto di vista dell’allestimento che della fruizione per un pubblico sempre più vasto. Per gli spettatori stranieri ma anche per tutti coloro che ne faranno richiesta, è prevista la possibilità della traduzione simultanea in cuffia in lingua inglese. Un esperimento, come ha sottolineato il commissario straordinario dell’Inda Pier Francesco Pinelli, per dare un respiro internazionale e offrire una nuova opportunità al pubblico che finora non aveva potuto apprezzare la parola dei tragici greci.
Il nuovo ciclo dell’Inda a direzione Roberto Andò, ha debuttato oggi, alle 18.45, nel meraviglioso scenario della cavea siracusana da cinquemila posti, con Sette conto Tebe di Eschilo a regia Marco Baliani, con Marco Foschi nel ruolo di Eteocle e Anna Della Rosa per Antigone, e le coreografie della danzatrice palermitana Alessandra Fazzino.
Si alternerà da domani, domenica 7, a “Fenicie”, forse la meno nota e rappresentata tra le tragedie di Euripide, diretta da Valerio Binasco, con Isa Danieli nel ruolo di Giocasta e Guido Caprino in quello di Eteocle, fino al 25 giugno.
Dal 29 giugno al 9 luglio arriveranno le “Rane” di Aristofane diretto da Giorgio Barberio Corsetti con gli acchiappafolle Ficarra e Picone, reduci dallo strepitoso sold out al botteghino del loro ultimo film, “L’ora legale”, e protagonisti rispettivamente nei panni di Dioniso e Xantia, e con Roberto Salemi per il ruolo di Eracle; le musiche qui sono quelle dell’ensemble palermitano dei Sei Ottavi guidato da Massimo Sigillò Massara. Nei tre spettacoli, il Coro dell’Accademia d’arte del Dramma Antico.
Per le due tragedie la storia è la medesima e verte sul conflitto di Tebe, in un clima di forte contemporaneità che ricorda le guerra fratricide che hanno insanguinato Sarajevo e Aleppo. Il dittico si lega idealmente a “Rane” nel tema dell’attacco al potere: stesso argomento per le tragedie, mentre al centro di Rane l’agone per la supremazia poetica tra o due tragici, Eschilo ed Euripide.
«È prevista poi – sottolinea Pier Francesco Pinelli – una tournée nei “teatri di pietra” d’Italia: in tutto cinque siti, tra cui il teatro Greco di Taormina e l’Arena di Verona, per undici spettacoli, oltre all’appuntamento con il Festival internazionale del teatro classico dei Giovani di Palazzolo Acreide». Tutte le informazioni sono sul sito www.indafondazione.org.
Foto in copertina e nel testo di Laura Nobile.