di Giovanni Rosciglione
Ieri è stata la prima volta in vita mia che non mi sono recato al seggio per votare. L’ho sempre fatto – non per dovere – ma per diritto e rispetto. Un diritto non scontato e il rispetto per le regole della democrazia.
Avrei votato No alla domanda di un Referendum che ho ritenuto, nel merito, sbagliato, inutile, dannoso. Frutto di un retrograda visione antindustriale, che è il grave difetto della frastagliata e ridicola pattuglia degli ambientalisti de noantri.
No alle trivelle, No ai termovalorizzatori, No ai rigassificatori, No alle superpetroliere, No al nucleare, non alle pale eoliche, No ai treni veloci, No al Ponte, No agli OGM…
Si, invece, alle convenzioni con gli enti locali per la gestione di parchi, riserve e siti naturalistici.
Avrei, dunque, votato no, ma sarei andato a votare, per rispetto delle idee diverse dalle mie e per confermare l’utilità dello strumento referendario. Invece mi sono astenuto. Non sono andato a votare.
Perché la stragrande maggioranza di quelli che ieri si sono recati a votare al Referendum non lo ha fatto perché convinta della utilità del merito della domanda, ma solo per dire NO al Governo Italiano e per fare le prove generali del NO al Referendum Confermativo del prossimo ottobre sulle Riforme Costituzionali.
C’è in questa ormai consolidata, sacra alleanza il peccato incestuoso della perdita dei valori democratici, dell’ibridazione innaturale delle culture politiche.
WWF & gli Animalisti della Brambilla. Vendola & Brunetta, Di Maio & Storace, Fassina & Scilipoti, Migliavacca & Sallusti.
Non c’è in queste alleanze societarie nulla in comune tranne la volontà di esorcizzare il terrore di un possibile cambiamento della nostra società, che possa mettere in forse la conservazione dei loro ridotti ruoli personali.
Questo sta avvenendo anche perché passa l’idea che la politica non può essere più di destra o di sinistra. Che le idee e i valori siano solo gli esiti dei sondaggi e degli umori, del moralismo e dell’indeterminatezza, del grido con lo #hashtag da prefisso NO.
Non più politici/statisti, ma Guru, Masanielli, scarti di magistratura, improvvisati giocolieri. E’ proprio su questo teorema che nasce e prospera il Movimento 5 stelle. Ed era proprio questa la filosofia del sin troppo compianto Casaleggio.
Vedete, cari amici, se cessasse, anche per un po’ di tempo, questa canea contro il Governo, se non fosse oggi in gioco la possibilità del mio paese di restare o meno nell’area delle democrazie mature, io personalmente potrei pure permettermi il lusso di criticarlo, e forte, Matteo Renzi. Perché, come Segretario del PD, non ha ancora seriamente messo mano alla ricostruzione del partito, alla ricerca della sua nuova identità, alla definizione di sinistra ai giorni di oggi, ai criteri di selezione della nuova classe dirigente.
E anche questo oggi gioca negativamente nella fase critica che attraversiamo e dà spazio allo sfarinamento del pur grande consenso che il PD ha conquistato.
Ma, soprattutto, per il cruciale appuntamento di Ottobre con il Referendum Confermativo della legge di Riforma costituzionale, sarà necessario qualcosa di molto più importante di un voto in più del Si.
Quella riforma, per i suoi contenuti, per il momento storico in cui si realizza, per gli argomenti che tocca dovrebbe essere innalzata a prima pietra di una rifondazione democratica della nostra Repubblica, per una riappacificazione della politica con la pubblica opinione, per la dimostrazione plastica di un recupero dell’etica pubblica, della condivisione identitaria di tutta la comunità sociale.
Per fare questo ci vuole ci vuole una rete fisica nel territorio, che spieghi, parli, incontri, valuti, renda partecipi persone che hanno perso il senso della comunanza civile e della solidarietà sociale.
Per me questo significa avere un partito degli anni 2000. Poi chiamatelo come volete!
Sarà quello tra pochi mesi non un semplice Referendum, ma la svolta.
Sarà – come spero – un successo, non tanto e non solo per l’affermazione del Governo, ma se gli Italiani avranno recuperato la consapevolezza di essere protagonisti del rinnovamento della democrazia.
Immagine in copertina tratta da www.greenreport.it
Immagine di Machiavelli nel testo: di Santi di Tito – Crop from Image:Santi di Tito – Niccolo Machiavelli’s portrait.jpg, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=934426