di Gabriele Bonafede
Niente. Il Palermo non ne vuole nemmeno a brodo di ripartire. A volte sembra una lapa scassata. Sperando che sti ragazzi non si demoralizzino ulteriormente, ma va detto. Nell’amara sconfitta a Verona, 3-1 per il Chievo, soprattutto la difesa è stata inguardabile. Vero, era una difesa d’emergenza, ma i due gol incassati su azione sono da incubo: quasi tutti i rosanero in posizione sbagliata, con dormita generale.
Anche se il primo nasce qualcosa ancora più preoccupante, e cioè la forma fisica. Si vede Brugman in netto vantaggio sul pallone farsi aggirare da Gobbi che corre con una velocità almeno doppia, permettendogli di girargli intorno e arrivare lo stesso sulla sfera, quindi scappare via e crossare. Incredibile.
Insomma, spesso fermi sulle gambe, senza corsa, i giocatori del Palermo convincono solo nel primo tempo, ma mai in difesa, e comunque sempre a ritmi lenti. Basta un’accelerazione di un Chievo non irresistibile per mettere la palla dentro o creare scompiglio in area rosanero.
Palermo malmenato, come spesso accade, anche dal direttore di gara. All’appello mancano: un gol regolare di Trajkovski (fuorigioco che non c’è), un’espulsione a Floro Flores (che meriterebbe tre gialli in pochi secondi tra simulazione, reazione e insulti), un rigore (Gilardino colpito da una scarponata in area del Chievo nei minuti finali), più il solito giallo-al-contrario a Vazquez “per aver subito troppi falli” (mai sanzionati con il giallo, loro). Così Vazquez mancherà contro la Lazio, e sarà difficile sostituirlo. Sembra infatti l’unico giocatore d’alto livello in questa squadra, a parte Sorrentino e Gilardino.
Ma non basta il trattamento iniquo della direzione di gara a spiegare una sconfitta che ci sta, per il gioco, o il non-gioco, espresso in campo.
Stupisce anche la sostituzione di Hiljemark con Maresca, e il conseguente riposizionamento dell’uruguaiano Brugman più avanti. Anche se, probabilmente, si tratta di una scelta che deriva proprio dall’aver visto la lentezza di Brugman in fase difensiva, soprattutto nell’occasione del primo gol. Mettere dentro Maresca probabilmente veniva dalla voglia di Novellino di mettere in campo più esperienza in una partita delicata, dove anche un pareggio sarebbe stato tutto grasso che cola, visti i risultati delle dirette concorrenti.
Ma rimane la lapa. Che non cammina, se non a tratti. Va rimessa in sesto al più presto e possibilmente con pazienza. Purtroppo, da pronostico, il Palermo rischia di non raccogliere più di un punto nelle prossime due partite: al Barbera contro la derelitta Lazio, ma senza Vazquez, e poi la Juventus a Torino.
Con la Lazio, invece, serve per lo meno il cuore per vincere e risollevarsi. La vittoria è possibile, visto che i biancocelesti sono in un momento confusionario e negativo del campionato, con la mazzata del 4-1 patito nel derby di Roma.
Va vinta la partita con la Lazio, dunque, altrimenti a cinque giornate dalla fine ci si potrebbe ritrovare al penultimo posto. E un altro cambio di panchina sarebbe deleterio per la volata finale, che è ancora possibile con quattro partite su cinque che si possono vincere.
C’è pochissimo tempo per rimettere in sesto la lapa.
In copertina una “lapa”, cioè un’Ape Piaggio. Foto tratta da http://www.tifosirosanero.it/facciamo-gli-alternativi/