
di Gabriele Bonafede
Tutti la conosciamo, la piccola Rosalia, per via della sua incredibile conservazione e quella sensazione di bella bambina dormiente. Sembra ancora viva, da quando il professore Alfredo Salafia la imbalsamò nel 1920.
Milioni di palermitani e milioni di turisti l’hanno vista almeno una volta. In quanti, credenti e non credenti, vedendola improvvisamente nelle catacombe dei Cappuccini a Palermo, ci siamo immaginati che fosse ancora viva? Che avesse i suoi pensieri nell’aldilà?
A volte il teatro sembra ridare vita attraverso le rievocazioni più riuscite. Sebastiana Eriu, attrice di una grazia e di una dolcezza stupefacenti, piccolina e vestita come Rosalia nei costumi di Dora Argento, la porta di nuovo in scena nella straordinaria cornice del teatro Garibaldi di Palermo (nella foto in copertina).
Canterà le sue filastrocche e ripercorrerà i possibili pensieri della bambina imbalsamata circa un secolo fa.
Lo spettacolo sarà in scena sabato 2 gennaio alle 21.00. Su un testo particolarmente denso di Francesco Randazzo, la pièce prende spunto dalla piccola Rosalia per attraversare sentimenti ed emozioni, delicatezza e dolore, morte e vita in un profondo percorso di riflessione.
Alla prima rappresentazione a Palermo, un paio di anni fa, ci fu commozione e sgomento nel pubblico. Vedere e sentire la voce di quest’attrice palermitana che ha “resuscitato” in maniera esemplare Rosalia Lombardo, la bambina imbalsamata, forse suo malgrado e in mostra permanente al cimitero dei Cappuccini, è un’esperienza sconvolgente.