di Gabriele Bonafede
In tempi di epidemie virali e mnemoniche anche le cose più ovvie diventano oggetto di spiegazione. È infatti ovvio che Giuseppe Conte non possa tornare a ricoprire la carica di primo ministro in Italia per molte, moltissime ragioni.
Ognuna di queste è da sola sufficiente a consigliare un passo indietro da parte dell’ex-presidente del consiglio italiano. Si va dalla sua predisposizione al trasformismo più stucchevole, ai disastri nell’affrontare la pandemia, all’incompetenza di gran parte dei suoi ministri, all’inconsistenza del piano-vaccini e del programma per i fondi del Recovery Plan, e molto altro. Ce n’è per tutti i gusti, da ragioni politiche a eminentemente tecniche.
Ma la prima della lista è l’amicizia che un presidente terrorista come Trump ha palesato nei confronti di Conte. Di fatto, l’amicizia di Trump squalifica Conte su diversi piani, tutti, purtroppo, molto concreti e politicamente rilevanti. Da sola è sufficiente a sconsigliare un nuovo governo italiano guidato da Conte. Ecco perché.
Gli amici di Trump
L’aspetto più raccapricciante è la stessa qualifica di “amico” nel quadro maturato dalle elezioni presidenziali USA del 2020. Oggi, quando si pensa agli amici di Trump, tornano subito in mente le drammatiche immagini dell’assalto al Capitol e le parole dell’ex-presidente americano ad amici sconsiderati. “Vi amo”, “Siete fantastici”, e altri segnali di stima amichevole a personaggi la cui qualifica è semplicemente irripetibile e poco edificante.
Vengono in mente anche una serie di personaggi tutt’altro che raccomandabili. Lasciando da parte il politicamente poco raccomandabile Boris Johnson, ci sono una serie di politici repubblicani che hanno ricevuto endorsement altrettanto calorosi da Trump.
Sono in tanti e sono troppo spesso personaggi che hanno propagandato l’utilizzo delle armi, il razzismo e l’antisemitismo, la violenza, la rivolta armata, etc. Personaggi, come Lauren Boebert e Marjorie Taylor Greeen, vicine alla setta QAnon e a loro volta amiche di formazioni neonaziste come i Proud-Boys e altri gruppi terroristi neofascisti.
Le due sono riuscite a farsi eleggere grazie alla loro amicizia politica con Trump e hanno immediatamente, fin dal primo giorno del loro insediamento, aiutato il loro amico. In questi giorni circolano prove evidenti di come abbiano aiutato le bande di terroristi razzisti americani nel progetto di assalto violento e omicida al Capitol. Al fine, cioè, di ribaltare il risultato di libere elezioni certificate più di sessanta volte da corti costituzionali di ogni ordine e grado. Un progetto poi realizzato, per fortuna non fino in fondo, e i cui raccapriccianti contorni vanno piano piano emergendo.
Ovviamente non sono solo queste due tizie ad essere considerate amiche dall’ex-presidente americano. Molti repubblicani che siedono alla Camera dei Rappresentanti (almeno un centinaio) hanno fatto carriera con l’amicizia di Trump e infatti hanno votato contro la certificazione della sua sconfitta.
Trump squalifica Conte nelle prospettive politiche
Purtroppo, l’amicizia di Trump squalifica Conte non solo perché si trova in non invidiabile compagnia, ma anche in maniera politicamente diretta.
Il poco edificante “titolo” di amico è stato pubblicamente conferito da Trump a Conte in mondovisione in un momento specifico. Ma non è stato mai “ritirato”. Il fatto che sia stato pronunziato un titolo di amicizia con cui Trump squalifica Conte rimane tuttavia: perché la stessa situazione potrebbe ripetersi.
Si tratta della visita dell’allora premier italiano ai tempi del suo primo, sciagurato, governo. Titolo di amico conferito per motivi ben precisi e che possiamo tutti verificare in quella conferenza stampa (video ufficiale alla fine dell’articolo). Per lo meno su ciò che è stato reso pubblico.
Gli accordi pubblici tra Trump e Conte riguardano aspetti eminentemente politici e di una politica che mette in primo piano l’antieuropeismo, la linea dura contro donne e bambini che scappano dalle guerre, la linea morbida nei confronti di Putin e altri dittatori, etc.
C’è anche la dichiarazione dell’allora premier italiano. Lui stesso conferma come Trump squalifica Conte: “siamo ambedue governi del cambiamento”. Un cambiamento che, dopo i fatti del 6 gennaio 2021 a Washington, rimanda, che lo si voglia o no, a scenari semplicemente agghiaccianti. È un macigno sulla candidatura di Conte a guidare un nuovo governo.
Ed è, purtroppo, un macigno che è destinato a pesare anche sul PD di Zingaretti che nelle ultime settimane ha irresponsabilmente fatto quadrato intorno a Conte.
Trump squalifica Conte in quanto premier
Ma tornano in mente altri recipienti delle manifestazioni di stima da parte di Trump. Primo tra tutti il presidente ucraino Zelensky, oggetto di particolari attenzioni da parte dell’ex-presidente americano.
Un presidente ucraino che ha ricevuto attestazioni di stima dal Donald solo dopo essere stato ricattato, come ha dimostrato il processo del primo impeachment.
Ricordiamoci infatti che gli stessi senatori repubblicani hanno riconosciuto la validità delle prove al primo impeachment. E hanno salvato Trump perché, secondo loro, aveva “imparato la lezione”. Cosa poi rivelatasi tutt’altro che sensata: Trump non aveva affatto imparato la lezione, tanto da sobillare bande di terroristi contro il Congresso entro un anno.
In pratica, Zelensky diventa amico di Trump a patto che faccia qualcosa che non è stata rivelata se non dopo una delicata inchiesta non voluta da Trump.
Qui la domanda sorge spontanea. Cosa ha fatto Conte, o persone a lui vicine, per meritarsi l’amicizia di Trump al di là di ciò che si conosce pubblicamente? La domanda, a tutt’oggi, rimane misteriosamente inevasa.
Trump squalifica Conte in relazione a inchieste diplomaticamente delicate
Si sa che il Procuratore Generale dell’amministrazione Trump, William Barr, abbia visitato ambienti dei servizi segreti italiani in poco rassicuranti circostanze riguardanti un’altra inchiesta nei confronti di Trump. Stavolta si tratta dell’inchiesta sull’aiuto russo a vincere le elezioni del 2016. Inchiesta i cui risultati sono statti relazionati con il “Mueller Report”, facilmente scaricabile su internet ma zeppo di “omissis”.
Qui, il porto delle nebbie che avvolge troppo spesso l’Italia si fa fitto. Ma una cosa è molto probabile. Ed è che l’amministrazione Biden prima o poi vorrà vederci chiaro in questa storia. Presto il Mueller Report, al momento top secret per larghe parti, potrebbe essere reso pubblico in tutte le sue parti e ne sapremo qualcosa in più e nuove indagini potrebbero essere lanciate dalla nuova amministrazione americana.
Non è detto che ci siano parti riguardanti direttamente o indirettamente Conte, ma non è nemmeno escluso. A partire dagli “omissis” di pagine cruciali del report per l’Italia, come quelle a intorno a pagina 83 dove appaiono la Link University di Roma e il signor Misfud.
Tutto ciò, per un esecutivo che si voglia dire realmente europeista, suggerisce che, in effetti, Trump squalifica Conte su troppi aspetti per non tenerne conto nel processo di formazione del nuovo governo. Per lo meno per quanto riguarda i troppi rischi di carattere diplomatico e il loro impatto. Insomma, sarebbe meglio evitare.
In copertina, assalto terrorista dei sostenitori di Trump al Congresso. Immagine tratta da Wikipedia. By Tyler Merbler from USA – DSC09523-2, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=98637510. Parte della foto tagliata per adattamento a formato copertina..
Nel testo. Immagine By Federal Bureau of Investigation – https://www.fbi.gov/wanted/capitol-violence/@@images/image/high, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=99196942