di Vincenzo Pino
In una pregevole intervista al Corriere della Sera, il cui titolo è “Servono 14 miliardi, lotta agli evasori. Salvini ha aperto la crisi per non affrontare la manovra” , il nuovo ministro all’Economia Gualtieri espone lucidamente la strategia sottesa al Documento di Economia e Finanza in via di approvazione al Parlamento.
Il suo pensiero, a mio avviso, si può sintetizzare in questa espressione: “Non si finanzia il welfare in deficit, in deficit si fanno gli investimenti. Nei paesi a più alto welfare, questo è sempre in equilibrio”.
E’ la più forte contrapposizione a quanto fatto dal precedente governo che basava la sua ricetta sull’assunto contrario. E cioè che finanziare il welfare attraverso il deficit avrebbe fatto crescere l’economia.
Ricordiamo le comparsate di Di Maio al balcone, come pure gli attacchi continui di Salvini alla Ue e la ridicola pretesa sui mini bot della Lega.
Ed infatti, dopo un anno di annunci e di queste ricette abbiamo ereditato un paese fermo, oberato dai debiti e con lo spread schizzato in alto.
Ma c’è ancora chi non ha capito la lezione sulla sostenibilità del Welfare e si lancia all’assalto dai banchi di governo per acquisire un minimo di visibilità e legittimare la sua presenza politica al governo.
Ancora propaganda al governo?
Così si annunciano le abolizioni dei supertickets da parte di Speranza cui ha dovuto replicare a muso duro, Conte, affermando che questi provvedimenti non sono all’ordine del giorno e che ci vorrà un certo gradualismo nell’affrontarli.
Occorre dire che questi annunci non fanno bene alla serietà del governo, come pure quelli sulla riduzione del cuneo fiscale come misura di rilancio dell’economia. Anche se quest’ultima proposta farebbe qualcosa in più delle altre.
Ma poi si è tradotto nella previsione del Def a un piccolo aumento di 40 Euro al mese a partire dal luglio 2020. Ci vuole ben altro, e alcuni commentatori hanno giustamente ricordato la necessità di far ripartire gli investimenti. Magari partendo dai cantieri con somme già stanziate e che quindi non influiscono sull’auento del deficit.
Operazione verità
Occorre dunque, come fa Gualtieri, e com’è stato costretto a fare Conte, a prospettare una operazione verità. Si è bloccato l’aumento dell’Iva e questo è il risultato fondamentale realizzato.
Gli altri risultati verranno da una incisiva azione di lotta alla evasione, limitando drasticamente ma progressivamente l’uso del contante. E ci vorrà del tempo.
Avendo anche cura di abbbassare le commissioni e magari coinvolgendo Poste Italiane che vanta una certa esperienza in questo campo con la gestione dei benefici del reddito di cittadinanza, erogati via bencomat.
Altri ancora potranno venire da un auspicabile calo dello spread, che il governo gialloverde ha fatto schizzare alle stelle, ma che con la formazione del nuovo governo è ridisceso ai livelli del 2017.
Il problema, ai tempi del governo gialloverde, era la presenza quasi costante di “consigli” spacconi e ipotesi peregrine esternate da importanti esponenti leghisti. Su tutte quella dei mini-bot, come lo stesso Gualtieri ricorda nell’intervista al Corriere.
Portare lo spread stabilmente a livelli quali quelli spagnoli, ripristinando la fiducia dei mercati, è l’obiettivo dichiarato dal ministro. Ed è fondamentale. Recuperando così la forte spesa derivante dagli alti costi degli interessi. Questo è un disegno, di fatto, a medio termine. Anche se i benefici si iniziano a vedere, per lo meno in prospettiva.
Ma tutto ciò necessita di tempo e di operatività nell’azione di governo. Tutto il contrario degli annunci propagandistici che con questo mezzo vorrebbero rintuzzare da subito l’offensiva salvininana, annunciando mirabilie.
Non è questa la strada. E da questo punto di vista, l’attuale ministro dell’economia appare come una garanzia.
Foto in copertina tratta dalla pagina Facebook di Roberto Gualtieri.