Quali sono i piani di Rfi per la Sicilia. Le sparate di Toninelli e le critiche degli utenti
di Vincenzo Pino
“Una grande opera da 8 miliardi complessivi, un cantiere ferroviario che significa prima di tutto normalità per i siciliani che hanno diritto di spostarsi in modo efficiente, come accade in tutti i Paesi civili“. Lo ho ha detto il ministro Danilo Toninelli, a margine della cerimonia di inaugurazione dei lavori per la realizzazione della nuova linea ferroviaria Palermo-Catania, prevista a doppio binario.
“Sono venuto qui a Catenanuova, nell’Ennese – ha aggiunto – per il primo colpo di piccone dei lavori che porteranno al raddoppio della linea Palermo-Catania. Nel 2021 vedremo i primi effetti concreti e i primi benefici sul servizio. Nel 2025 l’opera sarà completa”.
Questa la dichiarazione all’Ansa del ministro alle infrastrutture Danilo Toninelli in occasione della terza inaugurazione del cantiere a Catenanuova (Enna) il 25 marzo 2019.
I lavori infatti erano iniziati a dicembre 2018, ma per non farsi mancare nulla erano stati già reinaugurati a febbraio 2019 con una festa, presente l’assessore regionale siciliano Falcone. E comunque una terza inaugurazione non si nega a nessuno in Sicilia. Ma veniamo ora alle dimensioni vere del progetto di investimento.
In primo luogo il finanziamento non è di 8 miliardi di euro ma di 3,5. Questo è lo stanziamento per il 2018
Il progetto, presentato dal commissario straordinario Rfi, prevede, nella tratta che va da Catenanuova a Fiumetorto, la realizzazione di un solo binario veloce che serva soprattutto i capoluoghi di provincia, con tempi di percorrenza di circa 1h e 56m, e il mantenimento del vecchio binario a disposizione di tutte le località attualmente toccate dalla tratta ferroviaria con i tempi di percorrenza attuali di circa 3 ore. La variante ha ricevuto il via libera della Giunta Regionale lo scorso 31 agosto 2017.
Nell’aggiornamento 2018 con la distribuzione del fondo infrastrutturale previsto dalla Legge di stabilità 2018 RFI ha già inserito il finanziamento integrale di questa tratta su questa base progettuale. Si tratta quindi di un finanziamento previsto dal precedente governo e non certo da quello attuale. Né si riesce a capire da dove esce la sparata degli 8 miliardi se entro il 2025 se ne prevede di spendere meno della metà
E poi, com’è facile verificare dal progetto di questa tratta, il binario non sarà doppio ma sarà singolo per più di metà del tracciato (120 Km su 200). Cosa che fa dire al Presidente del comitato dei pendolari siciliani che si tratta di un rattoppo più che raddoppio.
Alla fine, cioè nel 2025, se tutto andrà bene, avremo probabilmente che la percorrenza tra Palermo e Catania potrà attestarsi, attorno alle due ore. Ed i primi effetti concreti sono previsti nel 2021 (e che nel progetto saranno invece nel 2022). Si tratta di soli sei minuti in meno.
A opera completata, comunque si viaggerà nell’intera tratta a 100 Km/h. Pari alla metà della velocità massima degli sbandierati “200 Km/h” dei treni. Con una media di 100 Km/h definire la Palermo-Catania una Tav è quantomeno ridicolo.
Per raggiungere la normalità e l’efficienza a cui il ministro si riferisce, ricordiamo che l’alta velocità Roma Milano viaggia attorno ai 156 Km orari. Ed il Sicilia con questa grande opera avremmo uno standard pari al 30%, in meno, che non è certo da paesi civili.
Comunque sarebbe un buon passo avanti per la Sicilia che viaggia attualmente sui 70. Ma caro Ministro le panzane sul doppio binario, sugli 8 miliardi di investimento, sulla velocità di 200 Km/h se le tenga per sé. Come pure la necessità di sostenere economicamente un aeroporto che non esiste nella valle del Mela a Messina. Capisco la campagna elettorale ma non è il caso di mantenere una soglia minima di decoro e di competenza?
In copertina, la stazione di Catania.