Le prospettive dell’economia italiana sono quelle di un naufragio col botto
di Gabriele Bonafede
Dice bene il ministro del lavoro Luigino Di Maio: l’Italia va verso il boom. Anzi, è già boom: la produzione industriale cala, la disoccupazione esplode, una banca italiana deve essere salvata, l’odio è dappertutto, la recessione è iniziata. L’iceberg non è in vista, è stato già toccato e l’acqua è entrata nelle stive.
Le scialuppe sono poche e sono state già prese da chi sta meglio. Migliaia di italiani hanno già portato i propri soldi all’estero. Sono gli italiani che si possono permettere cabine di lusso ai piani più alti. Per gli altri non rimarrà che nuotare nelle acque ghiacciate della crisi.
L’Italia va verso il boom della collisione con la dura realtà. Una realtà gelata, già in vista da maggio scorso.
Lo spread, che indica la presenza di iceberg nel percorso del grande transatlantico-Italia, è stabilmente sopra quota 200 da quanto il governo lega-stella è stato formato. Dalla presentazione della manovra si trova stabilmente sopra 250, con punte di 300-320 nei momenti in cui i rapporti con Bruxelles sono stati più freddi e tormentati.
Si tratta di un iceberg grande come una montagna. E che si staglia imperterrito ben oltre la quota di galleggiamento, che sarebbe tra 100 e 150.
La tempesta finanziaria è in agguato, e ben poco potrà fare l’italiano Draghi una volta accantonato il Quantitative Easing.
A tutto questo va aggiunto il declino a lungo termine dell’Italia, aggravato dalla mancanza di forza da lavoro. Quella italiana, la più qualificata, la più giovane, quella con più prospettive e potenzialità per fomentare sviluppo, è partita all’estero. E parte a ritmo sempre più elevato.
L’Italia invecchia e la scialuppa di salvataggio rappresentata dall’immigrazione è stata fermata con l’autolesionismo più stucchevole e tragico, oltre che moralmente colpevole. In meno di dieci anni, stante così le cose, l’INPS non potrà pagare le pensioni, nemmeno quelle di chi ha risparmiato per una vita.
Anche nell’immediato, i grandi lavori pubblici restano bloccati per motivi di becera propaganda elettorale infarciti di bugie e fake news. Questo fa perdere un’ulteriore scialuppa di salvataggio rappresentata da occupazione e rilancio attraverso la costruzione di opere utili e che portano economia e lavoro.
Il boom ci sarà, eccome. Rischia di essere un boom speculare a quello degli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Un boom di deflagrazione tra l’iceberg di una crisi mai vista e la nave Italia. Buona fortuna a tutti.
Si è vero, BOOOM!!!