di Gabriele Bonafede
La Sicilia si accosta al 2019 come una sposa: vestita di bianco. Fiocca, oltre alla neve, la gara a chi posta foto più belle sui social. C’è l’imbarazzo della scelta.
Ma lo spettacolo che si vede da Pollina, cocuzzolo di montagna con panorami mozzafiato, è particolare. Il paesino, lassù in cima, con le sue stradine strette che infine si aprono nella conca del Castello trasformata in teatro negli anni ’70, sembra un presepe.
Sembra di stare all’interno di un paesaggio creato ad arte per i bambini, tra rocce di cartapesta e lucine di Natale. Solo che è reale, freddo atmosferico e acqua gelata compresi.
Le foto postate dagli amici di Pollina sono da favola. Non solo i tetti imbiancati, ma le piccole casette che sembrano come quelle che abbiamo costruito con il cartone, porticine e finestrine, e i lumini dietro a far sognare i più piccoli.
D’altronde, a Pollina, si celebra il Natale con il presepe vivente dedicato agli antichi mestieri. Di Pollina, in molti, conoscono solo la parte marina: la frazione di Finale, dove, anche lì, il paesaggio della spiaggia di Torre Conca (ex “Valtur”), è scenario indimenticabile. Non tutti, però, s’inerpicano per visitare il centro storico che invece è la parte più bella del territorio comunale e dista solo 12 chilometri.
In questo inverno 2018-2019, Pollina regala uno spettacolo che se a Palermo è raro lo è molto meno a un’ora di viaggio dalla città. Le Madonie, da Castelbuono in su, sono spesso innevate in inverno.
Da Pollina lo spettacolo è stupefacente perché in un solo colpo d’occhio si unisce la neve di un massiccio montuoso che sfiora i 2000 metri al mare che più azzurro non si può.
Qui, a Pollina, la Sicilia vestita di bianco sposa il mare in un tripudio di verdi confetti: le foglioline della macchia mediterranea trapuntano come coriandoli i corpi scoscesi di naturale bellezza. Il verde appare tra il bianco della neve, il giallo paglia dei campi, il bruno della roccia, il rosso dei tetti. Giù fino al mare, con le pieghe della costa tirrenica arricchite dalla rocca di Cefalù e, se la visibilità lo permette, le isole Eolie, capo Zafferano, l’Etna, le magie epiche della mitica Sicilia.
Pollina non solo come un presepe cristiano dunque. Ma colpo d’occhio per un panorama di storia e vissuto, d’immaginazione e reale, canto d’alba e tramonto nel giornaliero rinnovarsi dell’umanità.
Spesso al silenzio, che favorisce meditazione e comprensione rotta solamente dal rintocco di una campana o dal vigore del lavoro in campagna.
Sempre all’altezza dell’angolo migliore nascosto nell’animo umano, come questo paesino è nascosto nella Sicilia tanto semplice quanto meravigliosa: come il pane e l’olio.
E come la manna, che scorre bianca dai frassini a metà agosto, a ricordare che “Ferragosto è capo d’inverno”, come dice il proverbio.
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