di Gabriele Bonafede
Oggi sono cento anni dall’armistizio che pose finalmente fine all’inutile strage della Prima Guerra Mondiale. L’11 novembre 1918 si firmava infatti l’armistizio di Compiègne nel quale si stabiliva la fine delle ostilità che avevano mietuto i milioni di morti dell’allora Grande Guerra.
Solo oggi, dopo tre generazioni, si può comprendere appieno cosa fu quella guerra e da quale follia fu scatenata e continuata per lunghi anni.
Solo adesso si può capire bene che fu una guerra scatenata e continuata da quelli che oggi si definiscono sovranisti. Gli orrendi massacri di allora, come ha dimostrato già da alcuni anni David Stevenson nel suo magnifico libro La grande guerra, furono possibili perché le nazioni europee erano divise e sovraniste. Divise dall’ognun per sé e Dio per tutti, e armate ideologicamente e militarmente l’una contro l’altra. Disposte, come scrive Stevenson, a considerare la guerra come un’opzione per portare avanti le proprie istanze nazionaliste.
La generazione che ha combattuto la Grande Guerra non si accorse di questo fatto. Ce ne volle una seconda, ancora più mostruosa, per capire che l’Europa andava unita innanzitutto moralmente, civilmente ed economicamente, prima ancora che politicamente. Da qui nacque il nocciolo dell’Unione Europea.
Eppure, oggi, si ritorna a fare gli stessi errori, non solo dei nostri nonni, ma persino dei nostri bisnonni e trisnonni. Si ritorna a divulgare e accettare le ideologie sovraniste che produssero quei massacri. Si ritorna a parlare di confini, di muri, di linee fortificate, di eserciti, di leva obbligatoria, di armamenti.
Ci si pone, anche nella cultura di storici e storiografi, nella stessa postura della logica “geopolitica” delle “sfere d’influenza”, delle barriere tariffarie, della conquista economica e territoriale. Si propone, si vuole persino attuare la cosiddetta “Brexit”, un orrore senza alcun senso, né economico né morale.
E lo si fa, incredibilmente, nel cuore dell’Europa, nel cuore delle civiltà occidentali, reiterando la rovina del suicidio annunciato. La Grande Guerra, la Prima Guerra Mondiale, fu infatti chiamata anche Suicidio d’Europa. L’Europa perse la leadership morale, culturale ed economica per consegnarla ad altri.
L’Europa perse un’intera generazione di giovani facendoli falciare dalle mitragliatrici e i cannoni di altri Paesi europei. Ci si massacrò senza alcun senso offrendo la propria gioventù sull’altare del sovranismo.
Fu chiamata anche Inutile Strage. Perché macello spaventoso e inutile fu, per i vincitori come per i vinti. Gettò il diabolico seme del nazionalismo e delle dittature più estremiste ed esasperate, quali il fascismo, il nazismo e il comunismo stalinista.
I giovani d’oggi sanno tutto questo? In un mondo, soprattutto in Italia, dove la scuola non insegna più la storia e dove anche la cosiddetta “cultura” storica e politica tende sfacciatamente al sovranismo e persino al fascismo, diventa difficile proteggersi dal rischio di un nuovo massacro.
Noi, oggi, possiamo raccontare quel massacro e farne tesoro. Possiamo essere consapevoli o in consapevoli, ma comunque ne possiamo essere testimoni. Una Terza Guerra Mondiale non lascerebbe testimoni. Né consapevoli né inconsapevoli.
Nel testo, la firma dell’armistizio. Dipinto Di Maurice Pillard Verneuil – Maurice Pillard Verneuil, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5580269
Immagine in copertina, Soldati feriti dopo la battaglia della strada di Menin (battaglia di Passchendaele). Uno dei più terribili macelli della Prima Guerra Mondiale. Tratta da Wikipedia. Di Frank Hurley – State Library of New South Wales file:a479035http://acms.sl.nsw.gov.au/album/albumView.aspx?acmsID=423850&itemID=824019, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9105737