di Giovanni Rosciglione
Ora sto cominciando la revisione spietata di tutti i miei errori storici e politici. In questa settimana di Primavera a radio3Primapagina legge, risponde e commenta un Divo: è Alessandro Giuli.
Il dadaista Pierangelo Buttafuoco così lo descrive e rimpiange “È cresciuto studiando Julius Evola, il filosofo di Rivolta contro il mondo moderno, e pubblicare il suo libro con la Einaudi è ben più che una provocazione … è scappato da Il Foglio di Cerasa, perché quel giornale è diventato Renziano per convenienza …».
Studi filosofici, padronanza della lingua e degli scioglilingua, Giuli si ora accasato nel moderato, colto e imparziale foglio di Vittorio Feltri Libero Quotidiano (nomen omen). L’unico giornale che può fare a meno delle fakenews. E la Rai dell’orfanella Bianca Berlinguer, della Annunziata di Antonello da Messina e dell’allegro Sigfrido Gabanelli lo nomina profeta di una delle 35 settimane di informazione e dibattito elettorale e postelettorale (credo che continueremo così sino a Ferragosto, politica mia non ti conosco!).
Oggi – lo riconosco – ha continuato ad aiutarmi nel mio processo, sofferto ma necessario, di autocritica.
E’ allegro Alessandro. L’allegria composta di chi ha capito che finalmente nella vita ha scollinato (alla Nibali sanremese) e il resto della sua esistenza è tutto ormai in discesa.
Quando una casalinga di Mazara del Vallo dice che è disgustata da come è ridotto il Sud, lui la ringrazia, la vellica “grazie, bellissimo, ora le do un altro spunto alla sua analisi”. E le ridà la parola.
Poi c’è un insegnante di violino che denuncia, scandalizzato, che Franceschini ha permesso di dimezzare le ore di insegnamento di quello strumento. Giuli, giulivo gli dice “s’indigni, ha ragione, dovete protestare, finalmente il cittadino ha la parola!”.
Tutti intervengono, ringraziando il Virgilio di questa discesa agli inferi, disgustati da anni e anni di una falsa democrazia che ha impedito al popolo di avere voce in capitolo e ci ha fatto correre il rischio di terribili riforme liberticide (Il CNEL, Una sola Camera, una Legge elettorale che anche in meno di due mesi avrebbe potuto dirci chi aveva vinto).
Giuli, Giulietto coupé, libero di nome e di fatto, urla con gioia il termine esatto: “democratura renziana; ma, Signora mia, ce ne stiamo liberando; il 5 marzo 2018 è stato l’“Alba della Libertà”.
Mi ascolto tutta la trasmissione, in cui Alessandro Minimo cita spesso il Manifesto, la Verita’, lo Huffington Post a sostegno (forse superfluo) delle sue tesi.
Sono stordito, ma deve essere così: io non mi sono accorto della mancanza della libertà e dei pericoli che abbiamo corso, non solo con renzusconi, ma anche con quei sepolcri imbiancati di Gentiloni, Padoan, Calenda. Ma ora qui tutto fila!
Poi mi viene un dubbio: ma questo Popolo di Cittadini Italiani si sono tenuti volentieri per 20 anni Mussolini, alleato di Hitler e assassino di Amendola, Matteotti e Gramsci e, se non fosse stato per gli Americani e gli Inglesi, saremmo ancora in orbace e saluto fascista ed ora nel 2018 si liberano così facilmente in pochi mesi di Matteo Renzi e dei Riformisti?
Continuano i dubbi. Ma poi penso che a concordare con Giuli in realtà è stata la stessa ANPI, l’associazione dei partigiani, che hanno combattuto e sono morti per dare al nostro paese la dignità democratica. E penso che anche i Costituzionalisti Indignati hanno detto in questi quattro anni le stesse cose. Zagrebelsky, Rodotà, Carlassare, Flores d’Arcais, fior di sapientoni sono stati d’accordo con le tesi del brillante giornalista di Libero.
Mi sovviene che anche qui, in una Palermo che nei millenni ha avuto un solo moto rivoluzionario quando un Francese invasore palpò il seno prosperoso della moglie di un fumantino popolano venditore di frutta; in questa Palermo, dove i moti partigiani antifascisti non si sono mai visti dal 1922 sino al 2018, oggi sorge coraggioso il Circolo di Partigiani. I quali sono disposti, se non a morire, almeno a rinunciare a qualche notte di Movida, pur di sconfiggere il satrapo toscano.
Insomma, siamo qui. Vivi, almeno. Ma confusi certamente.
Non ci resta che puntare sula Piattaforma Rousseau e, se qualcosa non dovesse andare bene, c’è sempre un Gabibbo che ci salverà!
E, in ultima analisi, un Mayflower verso l’Australia lo possiamo armare.
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