
di Gabriele Bonafede
Nelle prime pagine di “Il campo del vasaio”, della serie-Montalbano scritta da Camilleri, il commissario ha un incubo: Riina è diventato capo del governo. Un gangster sanguinario, dedito al traffico di droga, retrogrado, dittatoriale, militarista, violento, accentratore, manipolatore, anti-democratico, anti-giustizia e anti-stato è a capo del governo. E, chiaro, utilizzerà i suoi sgherri per terrorizzare e governare a proprio uso e consumo un intero Paese.

È la peggior situazione nella quale si possa trovare un popolo. Situazione purtroppo presente, oggi come negli anni ’30 del secolo scorso, in molti Paesi del mondo. E nella quale le domande sul ruolo di un poliziotto diventano semplicemente senza risposta.
Camilleri se la cava con la fine dell’incubo e l’inizio di un nuovo giallo.
Un altro Paese del mondo, e non da ieri, è entrato a far parte della vasta schiera di Paesi governati dal Riina di turno. La discesa negli inferi, con l’elezione di un’assemblea costituente fantoccia, non è che un passo decisivo in un processo economico e sociale iniziato da tempo.
Questo Paese è il Venezuela. Dove Maduro, un mafioso narcotrafficante molto simile a Riina, è ormai definibile quale dittatore in maniera compiuta. Dopo aver tentato di esautorare i poteri del Parlamento e represso nel sangue le proteste di piazza, ha infatti creato quella che nell’epoca del fascismo italiano era il parlamento fantoccio ad uso e consumo del duce e della sua cricca di gangster che governavano l’Italia.

In Italia, la vicenda è molto seguita, anche per la presenza di una vasta comunità italo-venezuelana, soprattutto in Sicilia. Ironico, o più precisamente, grottesco, in Italia c’è il sostegno che l’estrema sinistra italiana, della quale è simpatizzante lo stesso Camilleri, continua a dare a Maduro.
La galassia di partitucoli post-comunisti, a partire da Rifondazione, si dichiara contro le mafie. Salvo poi a sostenere Maduro e altri Riina stranieri che si ritrovano a capo dei loro Paesi.
Dittatori che, spesso, non fanno mistero della loro omofobia e che governano con violenza, tortura e disprezzo nei riguardi della democrazia e dei più elementari diritti umani. Mantenendo il potere e arricchendosi con commercio illecito di droghe e petrolio, sulla pelle dei cittadini più poveri massacrati da recessione, inflazione e conseguente indigenza.
Persino Francesco, il “Papa Rosso”, ha iniziato a criticare apertamente Maduro e la sua assemblea costituente fantoccia. Chiedendo lo scioglimento di questa tragica pagliacciata rivestita di finte elezioni disertate da almeno due terzi del corpo elettorale venezuelano e composta per il 100% da interessati sostenitori di Maduro.
Ahimè, anche in Italia, Maduro ha tanti amici che si dichiarano contro la mafia in Sicilia e in Italia, ma poi la sostengono vergognosamente altrove. E non solo in Venezuela.
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