Tante le iniziative culturali nel presente e nel futuro della città. Spicca Manifesta 12 che avrà sede al Teatro Garibaldi, insieme a iniziative per teatri, eventi, editoria, cinema e non solo
di Gabriele Bonafede
Molte liste e molti candidati in una Palermo che si avvicina sempre più alla data delle rune: l’11 giugno. A poche ore dal voto, concludiamo dunque il nostro percorso tra candidati al consiglio comunale che affrontano questa avventura proponendo idee e soluzioni diverse nel campo della politica culturale.
È noto che la il settore della cultura è considerato dai sostenitori del sindaco uscente, Leoluca Orlando, un fiore all’occhiello dell’amministrazione e non solo per i successi del Teatro Massimo.
Due altri successi saranno da gestire durante la prossima sindacatura, chiunque sia il vincitore: Palermo Captale italiana della Cultura e Manifesta 12. Se su Palermo Capitale della Cultura abbiamo già scritto e dialogato confrontando idee e commenti diversi, è su Manifesta 12 che va detto qualcosa in più. Anche perché, l’argomento si interseca con quello del sostegno ai teatri in città, visto che la sede di Manifesta 12 a Palermo sarà i Teatro Garibaldi, prossimo al compimento dei necessari lavori di adeguamento. E proprio Manifesta 12 e il suo arrivo a Palermo nel 2018 è cosa poco conosciuta in città.
Ma non solo. Un altro aspetto importante della politica culturale è quello del sostegno all’industria del cinema che, anche se ambito d’intervento a livello più regionale che comunale, ha portato qualche soddisfazione a Palermo, luogo di crescita di tanti artisti ormai noti anche alivello nazionale e internazionale. Tra i festival, ad esempio il Sicilia Queer FilmFest giunto quest’anno alla settima edizione e si è ormai ritagliato uno spazio interessante nel dialogare con operatori stranieri.
Ne parliamo dunque con Elena Beninati, candidata nella lista Palermo 2022. Giornalista, già collaboratrice di Repubblica e con un impegno nelle politiche sociali, può individuare anche quali sinergie mettere in campo tra politica culturale e ricadute sociali.
Manifesta 12, cosa è e come si svolgerà? E quale ruolo del Teatro Garibaldi (che ne sarà la sede) durante e dopo?
Manifesta è la più grande Biennale di Arte Contemporanea itinerante europea e sicuramente l’iniziativa di arte contemporanea considerata fra le tre più importanti al mondo. L’arte contemporanea pur essendo un fenomeno di nicchia è quella che maggiormente in termini di immagine e sia dal punto di vista della ricaduta turistica promuove il territorio. Da quando la candidatura è stata vinta dalla città di Palermo si è lavorato alla stesura di un progetto che potesse essere non una grande mostra per la città calata dall’alto ma un importante progetto che si estende al futuro. La scelta di affidare la curatela di Manifesta non a un curatore né a un critico d’arte, né ad un artista, ma ad uno degli studi più importanti al mondo di progettazione urbana e social design, ovvero lo Studio OMA/AMO fondato da Rem Koolhaas è ovviamente un segnale importante della logica con cui ci si è mossi.
A fine giugno verrà presentato il progetto di Ricerca di OMA, ovvero Atlas Palermo, uno studio preliminare al progetto curatoriale fatto sulla citta di Palermo nell’ultimo anno, da cui verranno fuori le linee curatoriali di Manifesta da diffondere su tutto il territorio cittadino, che daranno prevalenza e particolare attenzione alla linea marittima, quindi alle borgate marinare, al centro storico e alle periferie. L’attuale sede di Manifesta oggi è nella Chiesa di Sant’Eulo e Giuliano, restaurata dall’Amministrazione di recente e restituita alla città dalla seconda guerra mondiale. La sua riapertura è coincisa con l’assegnazione del primo nucleo di lavoro di Manifesta, operativo da mesi, che ha già avviato alcune iniziative con le scuole, reperibili sul sito di Manifesta, e alcune mostre fatte coi ragazzi delle stesse scuole oltre alla mostra sviluppata all’interno di BAM (Biennale Arcipelago Mediterraneo) in collaborazione con la Fondazione Merz, dell’artista egiziano Wael Shawky, esposta nella cripta.
Piazza Magione diverrà il quartiere generale di Manifesta e il Teatro Garibaldi sede principale e operativa, “hub” della città attrezzato con sala espositiva, sala proiezioni, disponibile per performance, incontri e installazionie una biblioteca. L’iniziativa si amplierà su tutto il quartiere Kalsa e coinvolgerà il progetto di Massimo e Francesca Valsecchi: Palazzo Butera per l’occasione aprirà i suoi battenti. I lavori di recupero e messa in sicurezza del teatro Garibaldi sono stati completati ed è stata già firmata la consegna dell’immobile, nei prossimi giorni si insedierà Manifesta. Lo Studio Oma ha già attuato anche il progetto di coordinamento e decoro all’interno dello spazio, che sarà realizzato appieno nei prossimi mesi e per l’intero 2018. L’inaugurazione è prevista per il 15 giugno ma le attività sono già iniziate. A novembre invece, a conclusione delle attività di Manifesta, il Garibaldi verrà riconsegnato alla città e posto come centro nevralgico di lavoro e sperimentazione per il teatro contemporaneo.
Il Montevergini e gli altri teatri, quale impegno per una diffusione dell’arte con un ruolo sociale?
Relativamente al Teatro Montevergini invece è già stata prodotta una delibera che ne definisce le destinazioni d’uso, ovvero: sede del teatro dei ragazzi, sede della scuola del teatro biondo e terza sala teatro biondo, nonché spazio deputato alla creazione di archivi e biblioteche dedicate a personaggi illustri del nostro mondo teatrale, come Nino Gennaro e Salvo Licata, per citarne solo due. Al piano terra e in alcune sale del 1 piano è in atto un regolamento per l’uso civico come struttura fruibile per l’eredità teatrale della città, in modo da costituirne un vero e proprio Centro nevralgico polivalente dell’attività teatrale contemporanea di Palermo.
C’è un progetto per mettere in rete e far crescere i tanti piccoli e medi teatri di Palermo, magari in collegamento con il Biondo?
Il progetto Integra vinto con il ministero invece è deputato alla valorizzazione e messa a sistema della progettazione culturale e integrata della città, e prevede al suo interno la costituzione di un polo performativo e teatrale che consisterà nella valorizzazione in termini di gestione e progettazione congiunta e comunicazione delle realtà teatrali della città. E’ ovvio che ci vorranno diversi anni per la realizzazione totale ma già nel 2018 costituirà il primo laboratorio e banco di prova in cui poter per mettere a sistema la rete delle realtà teatrali e performative del territorio.
Quale sarà l’impegno del Comune per sostenere i festival del cinema già esistenti o altri progetti in cantiere?
I festival di cinema esistenti sono già sostenuti dall’amministrazione nonostante la scarsità delle risorse economiche attuali. La maggior parte di essi sono stati ospitati dal Cinema de Seta ai Cantieri culturali e acquistati attraverso un contributo economico. Gli altri hanno avuto egualmente il supporto del comune. Non dimentichiamo che il Cinema de Seta ha ottenuto l’agibilità permanente grazie a questa amministrazione, che sta lavorando affinché la città si possa dotare di un cine porto per attrarre le produzioni internazionali in modo da creare un volano per la produzione cinematografica cittadina.
Turismo, arte e ricadute socio-economiche. Quali saranno le novità, se ci sono, ad esempio per allargare la fruizione culturale del centro storico oltre gli assi Via Maqueda-Corso Vittorio?
Durante l’ultima amministrazione la città sotto il profilo culturale è stata innegabilmente in grande fermento. Grazie alle attività istituzionali, a quelle associative e spontanee del territorio, è sorta una vivacità esplosiva di alto profilo riconosciuta anche internazionalmente. BAM è stato un esempio di collegamento fra i poli classici e le nuove residenze artistiche decentralizzate.
Una Marina di Libri e una visione per il futuro per una vera e propria “fiera del libro” a Palermo
Esiste già un circuito di festival letterali privati della città con cui il Comune è in perenne dialogo, il Festival delle letterature migranti per esempio. Quello che necessita è un maggiore coordinamento fra le attività e le associazioni (Kassaro alto, Vie dei Librai…) e la loro messa a sistema è sicuramente la chiave di successo delle mille iniziative che si svolgono a Palermo di cui Una marina di libri è il fiore all’occhiello. La città di Palermo ha vinto il bando di Città che legge e dunque quando il ministero produrrà i bandi per le città titolate Palermo potrà partecipare con un suo progetto di sistema per diffondere la cultura del libro e della lettura anche attraverso le biblioteche di quartiere e le iniziative diffuse per la città e le sue periferie. Insomma il lavoro è tutto a venire, ma abbiamo finalmente le spalle coperte! Non invertiamo il cambiamento…