di Gabriele Bonafede
Prima ancora di prendere funzioni quale presidente, Emmanuel Macron realizza una promessa fatta al dibattito elettorale in TV più importante di queste Presidenziali 2017, quello decisivo. Disse che voleva una Francia che partisse alla conquista del mondo. Mai, in un’elezione a presidente della Repubblica Francese una promessa così difficile e così ampia è stata realizzata in così poco tempo, quanto meno dal punto di vista psicologico e d’immagine.
Con una vittoria così grande, con un trionfo così eloquente, la Francia di Macron ha in qualche modo conquistato il mondo. E non solo nelle prime pagine dei giornali, ma anche nello spirito di uno Stato laico e democratico che guarda al futuro con rinnovato ottimismo, senza cedere alla paura, ma andando avanti con rinnovato coraggio.
Uno spirito di collaborazione, uno spirito europeo, uno spirito di crescita, di condivisione, di solidarietà. E soprattutto uno spirito di unione per un popolo fino a poche ore fa diviso. Un popolo che accetta e corrobora le proprie basi democratiche in un contesto europeo di rifondazione comunitaria, anziché conflittuale.
La bandiera francese, il tricolore, è oggi in tutto il mondo. E viene in mente, subito, quella cascata di colori blu, bianco e rosso, del quadro di Claude Monet spiritualmente esposto dentro e fuori il Louvre, con la festa per l’elezione di Macron colma di bandiere francesi.
Le elezioni presidenziali francesi, dopo le sciagurate follie inglesi e americane, avevano già posto la Francia al centro dell’attenzione, al centro del mondo. La Francia era già l’ombelico del mondo, per dirla all’italiana ricordando un refrain di Jovanotti di qualche tempo fa.
Adesso, la Francia è ancor più l’ombelico del mondo, ancor più al centro dell’Europa, e al centro della politica internazionale. Le chiavi del successo di Macron sono state l’ottimismo e l’apertura, il dialogo e la responsabilità, la cura e la competenza e, soprattutto, una carica per rimettersi in marcia nella difesa e nell’affermazione dei valori della Repubblica e del popolo francese.
Che sono i valori fondamentali del 1789: libertà, uguaglianza, fratellanza. Declinati oggi, in libertà, opportunità e solidarietà.
C’erano stati tanti tentativi di avvelenare la campagna elettorale, di mentire sul reale programma di Macron e il nuovo soggetto politico En Marche!
Macron ha saputo parare le stoccate della disinformazione targata Putin, proibendo, giustamente, l’accesso dei maggiori canali di disinformazioni russi, Sputnik e RT in primis, ai suoi eventi elettorali. Organi di disinformazione ripetutamente sbugiardati nelle loro bufale colossali. Lo avevano tacciato di “ultraliberismo”, avevano cercato di indebolirlo andando a criticare le scelte personali di matrimonio oppure diffondendo altre scemenze colossali. Hanno cercato di hackerare e di manipolare, di seminare odio, paura, divisione. Ma non ci sono riusciti.
Macron è stato eletto, di fatto, da larghi strati della popolazione francese. Quella che si riconosce nei valori fondamentali della Francia e che sono, adesso, al centro del mondo pronti ad essere irradiati, democraticamente discussi, coinvolgendo i popoli europei su un piano di rafforzamento ed estensione dei valori occidentali.
In un contesto europeo dove il Regno Unito si è rimpicciolito da solo uscendo dall’Europa, la rinnovata fiducia nel modello francese ed europeo è una carica di ottimismo e di crescita di grande potenza. Perché, anziché essere basata sulle armi e sulla disinformazione, sulla paura e sull’odio, è basata sullo spirito francese.
Macron è il più giovane capo di Stato della Repubblica Francese da quando questa funzione è stata creata nel lontano 1848. A 39 anni può fare molto, ma non è solo. È con l’idea stessa di Francia ed Europa del futuro.
In copertina, il dipinto di Claude Monet, La rue Montorgueil (1878).