
di Gabriele Bonafede
In Italia si parla poco della Francia nonostante le prossime presidenziali, tra poche settimane, siano d’importanza capitale per l’Europa e per tutti i Paesi dell’Unione Europea, compresa l’Italia. La campagna elettorale francese è invece entrata in una nuova fase, dove emergono fatti inquietanti. Anche per il diritto alla libertà di stampa, uno dei valori fondamentali del mondo occidentale.

Per dirla in due righe, succede che, mentre il nuovo candidato del Partito Socialista (PS) Benoit Hamon sale in maniera spettacolare nei sondaggi, Marine Le Pen resta in testa ma deve affrontare lo scandalo dei soldi pubblici che avrebbe utilizzato per pagare suoi impiegati e non vuole restituire al Parlamento europeo. Sullo sfondo Fillon è in grande difficoltà per problemi analoghi a quelli della Le Pen.
A questo si è aggiunto ieri un altro scandalo per la Le Pen, che sotto certi punti di vista è anche più grave. E ha fatto la prima pagina di giornali e televisioni francesi ma è quasi ignorato in Italia. Il noto giornalista del Quotidien Paul Larrouturou è stato maltrattato per aver posto una domanda non gradita alla Le Pen. La domanda era proprio sullo scandalo degli oltre 300 mila euro pagati da contribuenti europei, compresi noi italiani, per persone impiegate dalla Le Pen presumibilmente in maniera fittizia o in mansioni diverse da quelle previste dai fondi del Parlamento Europeo. Nonostante sia stata chiamata a restituirla, la somma è stata trattenuta dalla Le Pen che avrebbe proceduto con il proprio avvocato per far valere la propria posizione.
L’aggressione delle guardie del corpo è visibile nelle immagini del filmato diffuso dalla televisione francese TF1 e praticamente da tutti i media d’oltralpe. Nel servizio di TF1, che comprende un’intervista a Paul Larrouturou, sono chiariti alcuni aspetti importanti della vicenda.

Guardando e ascoltando il video (riproposto alla fine di questo articolo in versione ridotta diffusa dal canale youtube dell’Huffington Post edizione francese), si vede come il giornalista sia stato violentemente allontanato, ripetutamente, e nonostante fosse regolarmente accreditato. Servizio d’ordine che ha un comportamento assolutamente ingiustificato, come si vede nel video di TF1, mentre il giornalista cerca di far valere con la massima correttezza il proprio accredito ricordando il diritto alla libertà di stampa. Indegne le risatine di qualcuno che si trova nella sala mentre osserva la scena di violenza.
Come riportano alcuni media francesi, gli uomini che allontanano Larrouturou non sarebbero del servizio d’ordine del Front National, ma di un’agenzia a contratto con il Salon des Entrepreneurs (Salone degli imprenditori). E, come è chiaramente visibile nel video diffuso dalla TF1, avrebbero ricevuto l’ordine di allontanare il giornalista Paul Larrouturou proprio dal servizio d’ordine della Le Pen.
“Questa è la cosa più grave”, afferma Paul Larrouturou a TF1, “che il servizio d’ordine del Salon des Entrepreneurs obbedisca agli ordini impartiti dal servizio d’ordine della Le Pen”. Larrouturou fa bene a evidenziare questo aspetto. Perché l’episodio getta un’ombra sinistra sul clima di assalto alla stampa libera in un momento già difficile per la democrazia in Francia e in Europa, tra i quali la libertà di stampa ne è un pilastro fondamentale.
Lo stesso Larrouturou ha twittato ulteriori precisazioni: “Il problema è che il servizio d’ordine del Salon (des Entrepreneurs) obbedisca all’ordine di violenza impartito dal FN. (Ed è) ciò che conferma il Salon (des Entrepreneurs).
Ad aggravare la posizione della Le Pen in questa nuova, vergognosa, vicenda è il fatto che il giornalista sia stato allontanato, come si vede perfettamente dalle immagini, al momento in cui con la massima gentilezza pone una domanda sullo scandalo di un impiego fittizio.
Non è la prima volta che militanti o uomini del servizio d’ordine della Le Pen siano coinvolti nel malmenare giornalisti, e in particolare lo stesso Paul Larrouturou. Nel maggio dello scorso anno, lo stesso giornalista francese fu aggredito da militanti del FN e dal parlamentare europeo del FN Bruno Gollnisch.
Le immagini in copertina e nel testo sono tratte da questo video del canale youtube Huffington Post