di Gabriele Bonafede
La VII edizione del Valdemone Festival dedicato agli artisti di strada si è appena conclusa con un ulteriore, crescente, successo di pubblico. E così, grazie a una trovata che coniuga caratteristiche di un paesino medievale con creatività e arte, un piccolo centro delle Madonie si è ritrovato ogni anno con decine di migliaia di turisti nelle sue piazzette e stradine.
Si tratta di Pollina, appena 3000 abitanti in inverno e solo alcune centinaia nel centro storico medievale. Posto tra mare (frazione di Finale) e monti (il centro storico accovacciato su una montagna isolata), costituisce l’estrema propaggine settentrionale del Parco delle Madonie che si estende dal massiccio montuoso al centro-nord della Sicilia verso il mare.
Il successo di sette edizioni consecutive di un festival fatto con pochi fondi e molta, moltissima creatività, è, al giorno d’oggi, un vero e proprio miracolo.
Segnato dal terremoto del 1993, il centro storico di Pollina è stato in gran parte recuperato anche se molti residenti si sono spostati verso il mare o in città, se non all’estero. Dotata di paesaggi mozzafiato, con vedute fino all’Etna, le isole Eolie, Palermo e le Madonie, Pollina ha anche un teatro, il Teatro Pietrarosa, che ne arricchisce le già grandi potenzialità turistiche e culturali.
In passato, il teatro ha ospitato grandi personaggi dello spettacolo, del teatro e dell’opera in particolar modo, ma anche del cinema e delle tradizioni. Paese della manna per antonomasia, è stato scoperto e conosciuto negli scorsi decenni per la presenza del Valtur nella zona costiera: precisamente nella stupenda spiaggia di Torre Conca, o Capo Resigerbi.
Ma non sempre le potenzialità sono state sfruttate dalle amministrazioni che si sono succedute. Non certo per difetto d’amore dei propri abitanti e delle stesse amministrazioni locali per il proprio paese. Lo si vede da come è tenuto, con fiori ai balconi, una pulizia che è invidiabile per altre zone siciliane, una simbiosi tra natura e uomo che è rintracciabile anche attraverso la rifioritura di fauna e flora in questa parte del Parco delle Madonie. Ma perché, come in tanti altri casi, è difficile far maturare turisticamente la Sicilia per una serie di problemi atavici che conosciamo: dalle infrastrutture carenti all’assenza di una regia nazionale o regionale per lo sviluppo turistico dei posti meno conosciuti.
Inoltre, Pollina ha un problema che è la sua stessa ricchezza: difficilmente accessibile al trasporto imperante di oggi, e cioè l’auto, necessita di una grande organizzazione per fare accedere visitatori in maniera sostenibile.
Il Valdemone Festival, con performance anche semplici ma adatte all’ambiente urbano, culturale e naturale di Pollina, ci è riuscito. A volte con un vero e proprio delirio di successo nel pubblico, come nella scorsa edizione del 2015, a volte con una spettacolarità più ricercata come nell’edizione 2016 appena conclusa.
Ogni anno, una dozzina di artisti di strada si esibiscono per tre pomeriggi e tre serate, di solito nella terza settimana di agosto, valorizzando spazi perfettamente adatti allo scopo. Il paesino è un saliscendi continuo e in pietra antica di scalette, terrazze, stradine e piazzette, semplicemente deliziose, che raccolgono la quantità di pubblico tipica delle arti di strada con sfondi panoramici semplicemente perfetti.
Quest’anno è toccato ad Agata Leale con il suo spettacolo “Eterea”, e le sue bolle di sapone che hanno fatto andare in “loop” i bambini. A Claudio Montuiori, un “decano” degli artisti di strada, che ama farsi chiamare “uomo ucello” con il suo spettacolo “One tribal bird man”. Quindi Sarah Georg con il suo “Aromaria”, Emiliano Sanchez Alessi con il suo “In”, spettacolo di manipolazione di oggetti e clown gestuale in cui il pubblico è protagonista.
E poi Fernando Pose, argentino, con il suo “Quien es quien?”, uno spettacolo di giocoleria con palline da rimbalzo, trasformismo e magia comica, che lascia di stucco per velocità e perizia. Un successo strepitoso ha avuto, inoltre, il Duo Kaos (Giulia Arcangeli e Luis Paredes) con le performance a un tempo romantiche e ciclistiche di “Time to loop”, spettacolo di circo contemporaneo che unisce con grande eleganza le discipline del mano a mano, la manipolazione di ruote e bicicletta acrobatica. Fine e poetico “Time to Loop” ha trasportato gli aficionados e i neofiti del Valdemone Festival in un mondo immaginario diventato reale: le silhouette del Duo Kaos si sono stagliate in forme sempre più sorprendenti sull’orizzonte, in se stesso spettacolare, della Piazza San Giuliano, patrono di Pollina.
Il duo, lei riminese dall’agilità impressionante, lui guatemalteco dallo sguardo magnetico, ha magnificato il panorama naturale e architettonico di Pollina in una rara simbiosi di creatività, movimento e acrobazia, fondendo il tutto nella poesia sospesa di una coppia innamorata.
Ciliegia sulla torta lo spettacolo “Apesar” della compagnia franco-brasiliana Solta: un’altra coppia acrobatica che ha creato un mondo tutto suo, dove la realtà e l’immaginazione si mescolano.
Le serate al Teatro Pietrarosa, un vero e proprio gioiello nel mix tra architettura medievale e contemporanea inserita in un paesaggio da brivido, sono state allietate infine dalla Camillo Cromo Beat Band, dal vivo e in DJ.
Per la prima volta con un biglietto anziché gratuito, si pensava ci potesse essere una riduzione dell’affluenza. Niente di tutto questo: l’intero paesino di Pollina è stato per tre giorni e tre notti stracolmo di turisti e spettatori e in teatro.
Il Festival, partito come una scommessa della Compagnia “Tanto di Cappello” (Quinzio Quiscenti, Virgilio Rattoballi, Stefania Soldano, Mario Barnaba), accettata dal sindaco Magda Culotta (PD) è ormai giunto a un livello tale di successo che necessita di una serata di gala con presentatori adeguati.
Che, per fortuna, a Pollina stessa non mancano, visto che alcuni pollinesi, di nascita o d’adozione, sono anche attori, registi e persone dello spettacolo, pronte a dare il loro contributo per una prossima edizione dal meritato salto tecnico e artistico di fronte a decine di migliaia di persone. E, perché no, magari con una diretta-streaming… o altri sistemi di comunicazione audiovisiva oltre a soluzioni logistiche che mantengano il giusto equilibrio tra sviluppo turistico, fruibilità e ambiente.