di Viviana Di Lorenzo
I film che raccontano la storia di supereroi sono numerosi e riscuotono quasi sempre un grande successo nonostante alcuni di essi vengano girati da altri registi e reinterpretati con altri attori pur avendo come protagonista lo stesso personaggio. Spiderman, Superman e Batman sono solo alcuni esempi di come partendo da un eroe si possano girare non solo molti film, ma anche delle saghe di successo che prevedono tre o più pellicole.
Questi film sono prettamente stranieri, perlopiù americani ed in genere l’eroe è dotato di poteri straordinari e lotta contro il male tentando ogni giorno di salvare il mondo e i più deboli. Siamo abituati a vedere queste pellicole straniere, che fanno quasi sempre incassi da record per i fantastici effetti speciali e soprattutto per gli attori famosissimi che interpretano il ruolo da protagonista e fino a poco tempo fa sembrava che ciò appartenesse di diritto solo ad Hollywood, ma il nostro cinema ha approdato al genere, solo due anni fa quando Gabriele Salvatores ha girato “Il ragazzo invisibile” ed ora il cinema italiano torna a raccontare di un eroe con “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti, nelle sale da giovedì 25 febbraio.
Il film narra la storia di Enzo, che abita a Tor Bella Monaca vivendo grazie a dei furti, che un giorno lo portano a scappare dalla polizia e tuffarsi nel Tevere, cadendo per sbaglio in un barile contenente materiale radioattivo. Da quel momento acquisterà una forza sovrumana che imparerà a conoscere ed utilizzare inizialmente per ottenere denaro. La storia è ambientata in una Roma assediata da clan che compiono atti terroristici nella città e che disturbano la vicina di casa di Enzo, con la fissa per il famoso personaggio di Jeeg Robot.
Non manca nulla a questo film, apparentemente costituito dai soliti elementi: un uomo comune che grazie ad un incidente acquista dei superpoteri, che dovrà utilizzare per salvare la sua città dai malviventi, cambiando rotta avvalendosi delle sue capacità per sconfiggere il male. Ma nonostante sembri essere simile agli altri film del genere, “Lo chiamavano Jeeg Robot” è originale, a tratti ironico, punta per la prima volta alla creazione di un eroe tutto italiano, con un cast d’eccellenza con Claudio Santamaria nel ruolo di Enzo ed il cattivo Luca Marinelli e che dimostra che anche il nostro cinema è in grado di colpire ed intrattenere il pubblico con la storia di un supereroe, senza aver nulla da invidiare ai colossi americani.
Il tutto, ambientato in una città italiana, permette allo spettatore di osservare un eroe più vicino alla nostra vita e alla nostra quotidianità, in una realtà nella quale sentiamo sempre più l’esigenza di qualcuno che possa davvero salvarci da una società sempre più problematica e ricca di ingiustizie.