di Gabriele Bonafede
Nel quadro degli spettacoli ospitati dal Teatro alla Guilla di Palermo, vera e propria fucina di sperimentazioni di successo, è andato recentemente in scena lo spettacolo “Mater”.
Scritto e diretto da Giuseppe Tarantino, interpretato da Ilenia Di Simone e Ilenia Modica, lo spettacolo narra di una famiglia composta da madre e figlia che vivono ai margini della società. Talmente ai margini, da essere costrette a vivere da ospiti in una canonica che funge da minuscola casa.
Il luogo potrebbe essere anche un altro per esprimere la vicenda, ma in qualche modo ne accentua ed estremizza la teatralizzazione almeno sul piano simbolico. L’intento annunciato dalle note di regia è quello della doppia tragedia di una famiglia formata da una figlia non voluta e una madre che ha buone ragioni per non volerla. Ma in realtà la pièce si snoda abilmente su un tema molto più profondo e, per così dire, storico quanto intimo. E cioè il dramma del senso di colpa instillato dal cattolicesimo.
“Mater”, viaggio nel senso di colpa instillato dal cattolicesimo
È questo il tema centrale fin dall’inizio, e che va emergendo dalle grandi capacità nell’evocarlo da regia e interpreti, Ilenia Modica (figlia) e Ilenia Di Simone (madre). Una madre che vive le contraddizioni insite nell’ipocrita educazione del cattolicesimo tradizionale “di facciata”. E che si confronta con una figlia adolescente bisognosa di affetto e ormai cosciente della tragedia che vive. Un affetto che la madre tenta di dare, in qualche modo, ma solo attraverso l’estrema quanto vacua e distorta devozione religiosa.
Insomma, il plot è la summa, il concertato estremo e abilmente teatralizzato, delle contraddizioni più esemplari del cattolicesimo esteriore. Il tema della violenza subita dalle donne nella famiglia tradizionalmente religiosa, finisce dunque per andare ben oltre l’intento iniziale.
Suggerisce persino le mostruose messe in scena dell’epoca dell’Inquisizione in Sicilia, con tutto il loro corteo di orrori e ingiustizie. E lo fa persino evocando quelle filastrocche e “magarìe”, in realtà tanto inutili quanto innocenti, che erano perseguitate proprio dall’Inquisizione spagnola di alcuni secoli fa in Sicilia.
Il pregio di “Mater”, sta nel rendere visibile, carnale e attuale, orrori e contraddizioni di matrice cattolica che sembravano dimenticate. E che invece tornano, purtroppo, ad essere attuali in un mondo di oggi che sembra proiettato nel secolo XVI se non nel medioevo.
Al di là di alcune scelte di regia dovute anche agli spazi limitati, lo spettacolo gode di una grande capacità delle attrici nell’immedesimarsi in personaggi estremi e renderli reali.
Recitato in un dialetto palermitano del tutto particolare, “Mater” apre un percorso promettente. Singolare e molto efficace la macchina scenografia-luci, particolarmente adatta al “teatro intimo”, o “ravvicinato” della Guilla. Non a caso, l’autore e regista di Mater, Giuseppe Tarantino, è stato allievo di uno dei maestri scenografici e teatrali di Palermo: Claudio Collovà.
Scheda tecnica
Mater, Scritto e diretto da Giuseppe Tarantino
Dramaturg Marco Canzoneri
con Ilenia Di Simone e Ilenia Modica.
Durata: 60′. Produzione: Gilda Sconzajuocu (Palermo)
Teatro alla Guilla, Palermo, 31 marzo e 1 aprile 2023.
In copertina, Ilenia Modica (a sinistra) e Ilenia Di Simone. Foto di Maria Luisa Ferraro.
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