Un’Italia, una gran parte degli italiani, finisce per censurare le urla dal silenzio: le atrocità commesse dai regimi totalitari, pur di rimanere nel “quieto vivere” o della “pace”
di Gabriele Bonafede
Che tristezza vedere il proprio paese schierarsi con i carnefici e censurare il grido di dolore delle vittime. Ma è così. C’è un’Italia, una gran parte degli italiani, che finisce per censurare le urla dal silenzio, le atrocità commesse dai regimi totalitari, pur di rimanere nel “quieto vivere” o della “pace”.
Non facendo distinzione tra pace reale, in vita, e pace della tomba. Credendo cioè, che assoggettarsi all’aggressione e ai crimini contro l’umanità sia foriero di “pace”. E non bastano le parole di Churchill (*) su guerra, pace e onore per convincerli. Niente, nulla li convince. Negano l’evidenza come facevano i sostenitori di Mussolini e Hitler ottant’anni fa.
E già questo, questo petainismo ritardato di due generazioni, sarebbe triste se non colpevole. C’è persino di peggio. C’è un vasto mondo dei media, delle università, della cosiddetta “cultura”, che diffonde le miserabili costruzioni propagandistiche dei dittatori di oggi. D’altronde, è lo stesso mondo italiano che negli anni ’30 del secolo scorso diffondeva le menzogne certificate di Mussolini, Hitler e Stalin. E come i dittatori di ieri e di oggi, lo fa persino nascondendosi dietro la parola “pace”.
Accade pure all’appuntamento annale dell’italianità: Sanremo. Un intervento del presidente ucraino Zelensky è stato censurato. Perché? Il motivo è semplice: avrebbe fatto ascoltare a tutti gli italiani il grido di dolore del popolo ucraino massacrato dal totalitarismo dittatoriale russo.
Sarebbe stata una sfida alle menzogne che, come nel 1939 dicevano i media italiani fascisti contro la Polonia, oggi dicono molti media italiani contro l’Ucraina. Molti sarebbero stati “perturbati” dalla denunzia delle atrocità commesse da Putin sul suolo ucraino.
Sanremo, dunque, si volta dall’altra parte. Si mette la testa sotto la sabbia e propone un intervento di Zelensky scritto e non in video. Una censura, di fatto, che arriva dopo una campagna di sostegno alla censura totalitaria. Una censura fatta persino utilizzando le libertà delle quali godiamo nel mondo Occidentale: giornali, tv, social, petizioni…
Le vittime sono così mandate al confino, come faceva l’Italia del Ventennio fascista contro i dissidenti. Come faceva l’Unione Sovietica e fa la Russia di Putin con i dissidenti di oggi, se non peggio. Che vergogna.
(*) “Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra.” A proposito degli accordi di Monaco di Baviera del 29-30 settembre 1938.
In copertina, gli effetti di un bombardamento russo a Dnipro, Ucraina, 14 gnnaio 2023.