
di Pino Vincenzo
Sta diventando un’ossessione per tanti. Per Andrea Orlando sarà il luogo dove si metterà fine all’attuale esperienza di governo. Com’è stato il Papeete salvininano per il governo gialloverde.

Da dove ricavi queste predizioni, non è dato sapere. Forse dal riemergere dei trascorsi di certa sinistra alla Bertinotti il cui giochino preferito, consisteva nel fare governi da abbattere nel giro di qualche anno.
Ma anche di quella più recente di Speranza e Bersani che dopo aver sostenuto ad aprile del 2017 il governo Gentiloni, il 3 ottobre si sfilarono passando all’opposizione per affrontare da una posizione per loro più favorevole le elezioni del 4 marzo 2018.
Si sa come finì loro con il fallimento dapprima di Bertinotti, scomparso dalla scena politica, e poi con Leu, un conglomerato di candidati raffazzonato all’ultimo momento che si sfasciò nel giro di qualche mese. E forse l’Orlando spera in questo scordando però che questa è la sua sinistra non certo quella di Italia Viva.
Perciò l’Orlando furioso stia tranquillo. Il governo durerà se sarà in grado di invertire la tendenza allo sfascio dei conti pubblici che il governo gialloverde ha determinato con la politica della spesa facile.
E se sceglierà di non oberare di tasse il popolo italiano e i suoi contribuenti onesti.
Il “fenomeno”
Ma anche il “fenomeno” Conte, quello dell’anno 2019 bellissimo, può dormire sonni tranquilli.
Quello che lancia messaggi sull’abolizione degli 80 Euro per cercare di abbattere il provvedimento principe del governo Renzi. Quello che ha dimostrato come abbattere significativamente il cuneo fiscale a favore dei lavoratori a basso e medio reddito.

Ed ha provveduto Gualtieri e non Marattin a rintuzzare questa follia. Perciò stiano sereni sia Conte che Orlando.
La Leopolda è un’altra cosa. La Leopolda è il luogo in cui s’incontrerà una parte del popolo democratico che non si riconosce nell’angusta pratica politica odierna.
Un popolo libero da appartenenze correntizie irreggimentate che si confronta su idee, progetti e programmi. Ed è un popolo che fa paura agli apparati e a tutti i trasformisti della politica che la intendono soltanto come acquisizione e perpetuazione del potere per loro e per i loro sodali più stretti.
Un popolo incontrollabile nella dimensione spazio temporale della politica novecentesca. Che si esprime, si confronta e fa rete nelle nuove forme che consente la moderna tecnologia e che non ha bisogno solo di sedi permanenti e statiche per presidiare il territorio.
Visto che anche la rete lo consente, in forme diverse da quelle conosciute in passato.
E nel Pd vi è stata una certa idiosincrasia verso questo vettore incontrollabile dall’alto, mentre Renzi ne ha sempre valorizzato la funzione ed ha creato un rapporto diretto con chi ne condividesse il progetto. Ultima la presenza in video conferenza alla scuola di cultura politica a Terrasini Palermo.
Capire le potenzialità della rete, quindi, è essenziale in un mondo in rapida trasformazione.
La potenza della rete e la Leopolda
E da questo punto di vista vorrei citare due esempi. Il primo attiene all’Orlando furioso, costretto a rimangiarsi l’accostamento indegno tra Papeete e Leopolda.

In questo caso non sono stati altri grandi giornali a protestare contro questo proclama offensivo, solo Affari Italiani a quanto mi risulta.
Ed invece sono stati centinaia di migliaia di cittadini che attraverso gruppi, giornali on line ed altri strumenti hanno fatto sentire la loro voce.
E che hanno fatto dire al furioso di essere stato sottoposto ad un assalto mediatico.
Ecco Orlando non conosce una realtà democratica che con troppa sufficienza avrà definito il regno della fakes mentre in questa occasione ha ribaltato la sua di fake.
Questi sono ancora fermi ai giornali ed alle Tv come esclusivo elemento di formazione della pubblica opinione.
I media che traballano e il popolo della Leopolda
Come ha dimostrato la penosa inquisizione del duo Giannini-Berlinguer a Cartabianca contro il ministro Bellanova.

Non è più così. E basterebbe oggi guardare il profilo Fb di Cartabianca per scoprire la sequela di proteste contro questi comportamenti.
Ecco il popolo della Leopolda è questo. Quello che si esprime liberamente sulla base della propria convinzione e non si pone il problema se tutto questo sarà accetto al capo corrente.
La Leopolda è l’incubo di chi vuole irreggimentare in un sistema di spartizione del potere quasi feudale il “proprio” popolo per perpetuarlo specie per le elezioni politiche dove il potere di nomina è quasi assoluto.
Mentre invece ormai quasi metà della popolazione orienta il proprio voto sulla base delle informazioni assunte sui social.
E qui il Pd capirebbe quanto il suo sistema di comunicazione sia arretrato.
La realtà prossima ventura
In un sondaggio elettorale libero all’accesso realizzato interamente in rete che non prevede campione. Perciò stesso valore scientifico, la Lega ed il Movimento Cinque Stelle avrebbero il 26% mentre Italia Viva sarebbe al 21% ed il Pd all’8.
E non è un problema, però, in prospettiva? Cosa dice Francesco Boccia a questo proposito? Lui nuovo responsabile della comunicazione del Pd con meno di 50mila follower sul suo profilo Fb, mentre Renzi ne ha quasi un milione 150mila?
Non si può fermare il vento con le mani. E neppure la Leopolda. Dove questo popolo si incontrerà per consolidare un percorso di crescita che in questo momento non si incrocia con le elezioni politiche. Mica é LeU, un partito usa e getta, utile solo per superare la soglia di sbarramento.
In copertina, la scuola estiva “Meritare”, al Ciocco (Lucca).