Le Azzurre approdano ai quarti di un campionato del mondo bello e corretto
di Gabriele Bonafede
Hanno ragione le giocatrici di calcio. Non si può paragonare il calcio femminile con quello maschile, perché non c’è paragone.
Quello maschile sembra ormai diventato la sagra dell’antisportività e del grottesco. Quello femminile ha invece tutti i valori dello sport, dell’esempio per le nuove generazioni, della dedizione al gioco di squadra, della correttezza e del rispetto dell’avversario. Il calcio femminile, in una parola, è sport.
Lo dimostrano, ancora una volta, i mondiali che si giocano in Francia. Lo dimostra ancora una volta l’Italia delle azzurre, l’Italia quella vera, capitanata da Sara Gama e allenata da Milena Bertolini.
Ma non solo l’Italia, lo dimostra anche la squadra di calcio femminile della Cina trascinata Yan Wang e Ying Li. Che non mollerà mai, che disegnerà rincorse e azioni veloci e pressanti per tutta la partita. Che metterà l’Italia alle corde alla fine del primo tempo.
L’Italia raccoglie una qualificazione ai quarti che non avveniva dal lontano 1991. Grazie a una compattezza che d’altronde esprime anche l’avversario. Ma l’Italia ha quelle individualità in più che fanno la differenza, con Valentina Giacinti che finalmente arriva al gol in un’azione corale dentro l’area avversaria.
E poi con la staffilata di Aurora Galli che a inizio secondo tempo mette il risultato al sicuro. Una cannonata rasoterra degna del miglior Benetti che si infila precisa all’angolino dove la bravissima Shimeng non può arrivare.
Italia solida in difesa
L’Italia è solida in difesa, spettacolare, opportunista e altamente tecnica a centrocampo e in attacco. Un portiere semplicemente grandioso come Laura Giuliani toglie letteralmente la palla dal gol su tiro di Yan Wang nel primo tempo.
Dà sicurezza, grazie a un pacchetto arretrato che è un fortino inaccessibile al centro il capitano Sara Gama onnipresente e decisiva, e la robustezza di Elena Linari.
A sinistra Alia Guagni, sempre a tempo, sempre in grado di spezzare le trame offensive dell’avversario. A sinistra c’è un motorino inesauribile, Elisa Bartoli.
Che non solo ferma tutto e tutte dentro e fuori l’area, ma spinge in avanti la squadra per tutti i novanta minuti, anche alla fine, anche quando tutte le altre non hanno più ossigeno.
I valori sportivi del calcio li dimostra ancora una volta l’altro ottavo di finale della giornata di ieri, quello di una spettacolare partita tra Olanda e Giappone.
Dove a gol stupendi si alternano episodi tecnici e sportivi di livello indiscutibilmente maggiore del calcio maschile. È un altro sport. Decisamente.
Due ottavi di finale senza cartellini gialli o rossi, tranne quello comminato praticamente d’ufficio per il fallo di mano in area di rigore giapponese che ha dato la vittoria all’Olanda. Due partite di una correttezza esemplare in campo e fuori dal campo.
Con l’olandese Van de Sanden che va a consolare la giapponese Kumagai, autrice involontaria di quel fallo di mano e che non riesce a darsi pace, piangendo.
Con la squadra del Giappone che esce onorevolmente, meglio di un gruppo di samurai fatto di decine di ragazze. Si saluta a cerchio con l’imponente allenatore, la Takakura, che le ringrazia ugualmente.
E che gol in questo Olanda-Giappone! Nel primo tempo è la fuoriclasse dell’Olanda, Leike Martens, a segnare con un colpo di tacco a volo su calcio d’angolo da guinness dei primati.
Il pareggio arriva con un “colpo sotto” stupendo dell’esterno sinistro Yui Hasegawa a conclusione di un’azione geniale del Giappone.
La Hasegawa, guardatela come segna nel video, piccolina ma immensa, che agilità, che classe, che precisione!
Due ottavi coi fiocchi, che confermano un torneo di grande pregio. Di grandi motivazioni e di caratura sportiva decisamente superiore soprattutto sul piano della lealtà e dell’esempio.
Italia-Cina 2-0 azioni principali
Olanda-Giappone 2-1, azioni principali