di Gabriele Bonafede
Juan Guidò aveva chiamato una grande e decisiva manifestazione di piazza per il primo maggio. Ma da stamattina in Venezuela (primo pomeriggio in Italia) gli eventi hanno superato i programmi. Già all’alba, il presidente incaricato del Venezuela ha diffuso un video di chiamata alla manifestazione pacifica di tutto il popolo venezuelano per rovesciare la dittatura di Maduro.
Lo ha fatto dalla base aerea di La Carlota, a Caracas, insieme a un nutrito numero di militari e insieme a Leopoldo Lopez, il principale prigioniere politico incarcerato dal regime militare chavista dal 2015 e agli arresti domiciliari dal 2017. Lopez è stato liberato dai militari che sostengono i presidente incaricato dall’Assemblea Nazionale Venezuelana, Juan Guidò.
La manifestazione decisiva è stata così anticipata di un giorno, per oggi 30 aprile 2019. Una data che potrebbe segnare un giorno importante nella storia del Venezuela per la sua liberazione dal gioco criminale e mafioso del governo narco-petrolifero di Maduro e i suoi soci. La giornata di protesta è stata denominata dallo stesso Guaidò Operazione Libertà.
I militari e la Guardia Nacional sono scesi in piazza insieme ai cittadini non solo a Caracas ma anche in altre città del Paese. Molti i militari che si uniscono alla manifestazione nel corso della giornata. L’appello a uscire per strada è stato rilanciato centinaia di volte con video e messaggi social. Finora ci sono stati scontri per fortuna limitati. In alcuni punti strategici ci sono state sparatorie, a causa della repressione tentata dal regime. La violenza utilizzata dalle forze armate e dalle squadracce paramilitari di Maduro, come in molte altre occasioni, ha provocato decine di feriti.
Sarebbero stati aperti i cancelli della caserma dell’aeronautica La Carlota di Caracas per fare entrare i manifestanti. Il corteo con Guaidò si dirigeva già nelle prime ore della mattinata (orario venezuelano) verso il centro della captale nella quale i trasporti pubblici sono stati chiusi.
L’appello di Guaidò è stato chiaramente pacifico:
“La nostra lotta è sempre stata inquadrata nella Costituzione, nella lotta non violenta. L’abbiamo sempre detto, quando il popolo scenderà nelle strade, noi ci prenderemo il potere. Il primo maggio è iniziato oggi, la fine dell’usurpazione è iniziata oggi. Contiamo sul popolo del Venezuela, le forze armate sono dalla parte della gente, dalla parte della Costituzione”, ha detto Guaidó davanti alla telecamera, aggiungendo che “oggi coraggiosi soldati, coraggiosi patrioti e coraggiosi uomini devoti alla Costituzione hanno risposto al nostro appello”
Esistono dirette sui social, tra le quali la Tubarco su Facebook, qui il link, ovviamente in spagnolo
Qui l’appello di Gaudò insieme a Leopldo Lopez liberato, dalla base La Carlota, nel video diffuso da El Paìs.
Gran parte delle forze armate si sono schierate per la mobilitazione dei cittadini lanciata da Guaidò e dall’opposizione al regime. Maduro non ha twittato nulla per ore da quando è iniziata la protesta di oggi. Gli ultimi “tweet” per oltre 24 ore, erano stati re-tweet” ma non messaggi suoi. Lo stesso per Vladimir Padrino, il ministro della difesa del regime madurista. Solo messaggi retorici che vaneggiano di un “golpe”, laddove sono centinaia di migliaia i manifestani in tutto il Paese. Tra l’altro, il regime fa largo uso di fotografie chiaramente taroccate oppure immagini di repertorio.
Segnali che dimostrano come il regime sia al momento in forte difficoltà. Maduro si sarebbe rinatnato in una delle sue residenze, e non è escluso che cerchi di lasciare il paese asciando i cubani e i suoi fedeli a fare una battaglia di retroguardia per coprire la sua fuga.
D’altronde, la piazza si è riempita sempre più con una folla che si riversa nel centro di Caracas, e nel centro di altre città, mentre Guaidò è osannato al grido di “Libertà, libertà”. Juan Guiadò stesso ha parlato con il megafono dicendo che “Le forze armate stanno con il popolo e con la Costituzione, non solamente a Caracas ma in tutto il Paese.”
Una parte dell’esercito è ormai per Guaidò, ma c’è ancora una parte che si schiera per il regime di Maduro. E lo fa usando la violenza. Immagini terribili somo apparsi sul web, con un blindato dell’esercito che si lancia vigliaccamente su un folto gruppo di manifestanti, schiacciandone alcuni.
Qui il video diffuso da The Guardian su youtube. Le immagini sono sconsigliate a chi non vuole vedere scene di violenza.
Articolo in aggiornamento