L’affascinante film documentario di Enrico Montalbano e Letizia Porcaro racconta di una ragazza palermitana e il suo percorso di rinascita con la barca a vela. La voce narrante è di Luigi Lo Cascio
di Maria Teresa de Sanctis
La passione entusiasma, questo è fuor di dubbio. Seduce l’idea che qualcosa ci trascini al punto da renderci capaci di superare ostacoli e avversità perché spinti da un sacro fuoco interiore. E se ad appassionarci è il desiderio di cambiare, di migliorarsi, allora non c’è sogno che non possa trasformarsi in realtà per chi vive di queste passioni. Questo è proprio il caso di Sonia, la protagonista del bel documentario “La virata di Sonia” di Enrico Montalbano e Letizia Porcaro.
Sonia è una ragazza di 19 anni, vive a Palermo ed è affetta da tetraparesi spastica. A scuola scopre la storia di Lisca Bianca, una barca a vela che fece il giro del mondo, partendo nel 1984 da Porticello (piccolo borgo marinaro vicino Palermo), guidata da due coniugi appassionati velisti, Sergio e Licia Albeggiani.
Da allora la barca venne abbandonata finché, in tempi recentissimi, un gruppo di diversi appassionati e tecnici la recupera per attivare percorsi terapeutici e progetti sociali.
Infatti Sonia non è la sola a vivere questo grande desiderio di cambiamento, di migliorare la propria vita. Ecco allora intrecciarsi con la quotidianità della sua vita, i racconti delle storie personali di chi lavora al restauro di Lisca Bianca, nella speranza di cambiare la propria esistenza.
Vite piene di grande coraggio nel volere migliorarsi per avere una vita normale nonostante le proprie evidenti difficoltà. “Dedicato a tutti coloro che con coraggio non smettono di sognare”, è con questa dedica che si apre il film.
La calda voce narrante di Luigi Lo Cascio, che accompagna lo spettatore leggendo brani tratti dal libro “Le isole lontane” dello stesso velista Sergio Albeggiani, continua a rendere reale questa atmosfera da sogno. Un sogno che altro non è che il desiderio di vivere una vita normale, e tutti devono potere avere il diritto di sognare e credere nei propri sogni e nella speranza di un futuro migliore, e questo sia che si tratti di disabili che tossicodipendenti o minori detenuti o rifugiati politici.
Se da un lato è il fascino del mare nelle belle immagini e nei racconti dei parenti dei coraggiosi velisti a invitare al sogno, dall’altro il coraggio di Sonia e degli altri protagonisti del film, che hanno lavorato ogni giorno nel cantiere per il restauro della barca, ci riporta al mondo reale.
Ed è proprio qui che la capacità di sognare acquista maggior pregio e valore. Qui dove alberga un’umanità a vario titolo meno fortunata, o per mala sorte o per insana stoltezza. Un’umanità che però riesce, nonostante tutto, a sperare in un proprio miglioramento malgrado le difficoltà e le complessità della vita.
Un film indipendente, la cui idea nasce dopo che gli autori vincono nel 2014 il primo premio del concorso “Una storia con il Sud”, indetto da Fondazione con il Sud, con un cortometraggio di tre minuti dal titolo “Lisca Bianca”, in cui raccontano il progetto sociale di restauro della barca Lisca Bianca, ad opera di alcuni soggetti a rischio.
Per imparare a non smettere di credere ai sogni. E Sonia, insieme agli altri protagonisti del film, ha tanto da insegnare con il suo coraggio. Un bel documentario arricchito da stupende immagini dell’atmosfera in barca e in terraferma. Un film che appassiona e merita di essere visto.
Il documentario è pubblicato e disponibile in versione integrale su youtube, in italiano con sottotitoli in inglese cliccando qui.