di Gabriele Bonafede
Lo Spazio Franco del Babel Crew, sito ai Cantieri Culturali di Palermo, si distingue ancora una volta per attrarre importanti momenti di confronto per il teatro. Da mesi accoglie artisti palermitani e non palermitani con spettacoli di grande qualità.
Alcuni con tematiche sociali, come “Pinuccio” di e con Aldo Rapè (Miglior Monologo Premio Internazionale per il Teatro e la Drammaturgia TRAGOS Piccolo Teatro di Milano) che lo scorso fine settimana ha riportato alla luce la drammatica esperienza dei carusi nelle miniere di zolfo siciliane.
Il prossimo spettacolo in programma per sabato 2 marzo alle ore 21:15 sarà ‘Ntall’aria di Tino Caspanello con Cinzia Muscolino, Tino Calabrò, Alessio Bonaffini, prodotto da Teatro Pubblico Incanto. Replicherà come di consueto il giorno dopo, domenica 3 marzo, ma alle ore 19:00.
La pièce di Tino Caspanello, tra i migliori drammaturghi siciliani viventi, ha riscosso molto successo in Italia e in Francia. È stata tradotta in lingua francese da Julie Quénehen, e ha ricevuto il riconoscimento “Coup de coeur” presso il Teatro Le Rond Point di Parigi. Finora è stata messa in scena in vari teatri tra la Francia e il Lussemburgo.
’Ntall aria letteralmente, vuol dire “per aria”. Ma in Sicilia acquisisce significati più estesi. Esseri ntall’aria significa anche essere persi nei propri pensieri, o persi tra il dire e il fare.
La trama, descritta dalle note di regia, parte proprio dal duale significato, cioè compreso quello fisicamente rappresentato: “Due operai, un balcone da dipingere, parole senza peso per fare scorrere il tempo. E potrebbe essere l’eternità, così, per sempre, con la sua logica, le sue certezze, la sete, la fame e la solitudine. Potrebbe essere così, per sempre, se non arrivasse qualcuno che è fuori dal disegno, fuori dalla perfezione, qualcuno che non sa dove andare, perché trovare un posto, nel cuore, è ormai quasi impossibile”;
“Qualcuno – continuano le note di regia – che però ha molto da offrire, tra un caffè e l’altro, tra un bicchiere di vino e un sogno rubato all’immaginazione; qualcuno che ancora guarda il mondo e lo ascolta, oltre i suoi rumori, oltre il suono delle sue parole, per scoprirne i segreti che viaggiano sotto la sua pelle.”
“‘Ntall’aria, come tanti altri spettacoli del Teatro Pubblico Incanto, vuole raccontare, semplicemente.”
Una semplicità che in realtà tende a mostrare molto di più, cogliendo così l’essenza dell’esperienza storica del teatro italiano,
Caspanello, viole mettere “la lente di ingrandimento su fugaci percezioni quotidiane e ingrandendole fino a trasfigurarle in storie in cui si riflette tutto il macrocosmo, perché la vicenda dei due imbianchini, intersecata a quella della donna che irrompe all’improvviso nella loro routine, è una riflessione sui condizionamenti che, troppo spesso, ci impediscono di accettare l’altro, il diverso da noi, solo perché la sua diversità rappresenta una minaccia alla nostra presunta normalità.”
“Non ci si rende conto che ogni essere umano possiede una ricchezza di emozioni, un bagaglio di verità, che appartengono a tutti noi, che ci arricchirebbero se solo cominciassimo a rispettarne l’origine, la causa e la differenza. Viviamo ormai troppo spesso legati a pregiudizi che ci impediscono di vedere oltre il nostro io, pericolosamente attaccati a modi di pensare che si raggrumano, nel tempo, formando attorno al nostro sentire una crosta che non lascia più battere il nostro cuore seguendo il ritmo che gli è naturale. Per fortuna, di tanto in tanto, sulla strada si incontra ancora qualche santo, una folle, o un poeta, che riescono a ricondurci nei luoghi in cui la vita si addensa secondo le regole del caos più ordinato.”
La lingua del testo è il dialetto siciliano, precisamente il messinese. La lingua del piccolo comune che ha dato i natali a Caspanello: Pagliara, sulla costa ionica.
Aspettatevi dunque “ventiddue”, con due d anziché una, oppure “ouu” prima di una frase, “jò” anziché io, o ancora “mmuttari” per dire “prendere in braccio” o “sollevare”, laddove in palermitano potrebbe sembrare “ammuttari”, cioè spingere.
“Il semplice, scarnificato, ridotto a volte a puro suono e la scrittura, ispirata al parlare quotidiano, senza alcuna intercessione stilistica – conclude Caspanello – evita di scendere in profondità, per lasciare al pubblico spazi per interventi personali, luoghi di vuoto da colmare con la propria partecipazione.”
Aspettatevi, oltre al dialetto messinese, uno spettacolo che consegna allo spettatore qualcosa di più di una semplice rappresentazione teatrale.
‘NTALL’ARIA
Testo e regia Tino Caspanello, con Cinzia Muscolino, Tino Calabrò, Alessio Bonaffini, costumi Cinzia Muscolino, scene Tino Caspanello, produzione Teatro Pubblico Incanto