di Sabina Spera
Palermo fino ai primi anni del ‘900 aveva un volto diverso, sicuramente anche un ordine urbanistico differente, erano gli anni dello sviluppo economico e dell’eleganza dei Florio, gli anni del nuovo taglio di via Libertà e gli anni del Liberty. Successivamente, tante cose mutarono in questa città e, a farne le spese, sono stati tanti gioielli architettonici che oggi non esistono più o, se vi sono ancora, molti di essi, versano in stato d’abbandono.
Villino Messina Verderame è uno tra questi gioielli, per fortuna ancora esistente, ma che necessita di una serie di interventi, sia per quanto concerne il restauro sia per la messa in sicurezza. Si tratta di un delizioso edificio del 1915, pregevole esempio di architettura liberty che sorge in via Francesco Lojacono.
Come spesso accade per gli edifici di interesse storico, nel corso del tempo si sono alternate le proprietà e le destinazioni d’uso. È stato per diversi anni abitato dalla famiglia FeoFilangeri, è seguito un periodo in cui è stato disabitato e ceduto successivamente alla caserma dei Carabinieri; la proprietà è poi passata a privati, precisamente a una società che ha realizzato al suo interno delle opere di ammodernamento, però stravolgendolo. Probabilmente l’idea era quella di creare degli uffici, solo che poi lo si è abbandonato.
Villino Messina Verderame resta oggi uno degli ultimi esempi del Liberty nella zona di via Notarbartolo, dopo il triste periodo del “sacco di Palermo” avvenuto su questo asse viario: di fronte a esso si trova. infatti, anche Villa Pottino.
«Non possiamo permettere che crolli – ha dichiarato Beatrice FeoFilangeri -. Nel retro presenta anche delle lesioni, quindi potrebbe essere a rischio crolli. È da tempo che mi relaziono con le istituzioni affinché il villino si restauri e vada alla fruizione del pubblico. La mia idea è quella di istituirvi una fondazione dedicata alla mia famiglia, realizzarvi un polo e un centro internazionale di studi storici, partendo da Federico II fino alla storia contemporanea. Donerei anche una parte dell’archivio Filangeri».
È questa una delle motivazioni principali che ha spinto la Filangeri a contattare Vittorio Sgarbi, che nei giorni scorsi è stato in visita a Palermo. Il noto critico d’arte ha accettato con piacere l’invito ad andare personalmente a visionare lo stato del villino liberty.
«Alla sua vista è rimasto incantato – ha aggiunto la Feo Filangeri – ma allo stesso tempo è rimasto sconcertato per lo stato di degrado in cui versa.
Purtroppo c’è anche da aggiungere che il villino, giacendo dimenticato, quotidianamente viene sporcato da incivili che scrivono sui muri, ma non solo. Il sogno della Filangeri è quello di poterlo rivedere un giorno in tutto il suo splendore, con il giardino illuminato e un prospetto senza muri alle finestre.
Vittorio Sgarbi si è, così, unito all’appello nei confronti di tutte le istituzioni preposte, affinché questo bene diventi “bene comune” e ritorni alla sua luce. E concludiamo proprio con le sue stesse parole: «Palermo ha palazzi così belli, come questo, in stato di abbandono. Occorre che la tutela venga considerata di primaria importanza e che qualcuno (le istituzioni) facciano subito qualcosa».