di Viviana Di Lorenzo
La regista Sarah Gavron mette in scena la storia delle suffragette che si svolge a Londra nel 1902, quando le donne sono prive di diritti e vengono sfruttate e abusate nelle fabbriche in cui lavorano e nelle quali percepiscono salari inferiori rispetto agli uomini e che, per far riconoscere i loro diritti, si ribellano ad una società che non le rispetta.
La protagonista è Maud Watts, (interpretata da Carey Mulligan) una giovane donna che lavora fin dall’infanzia in una lavanderia industriale, di proprietà dell’arrogante e violento Mr Taylor, che abusa delle operaie. La Watts da semplice e mite donna, si trasforma in combattente convinta e decisa a far valere i diritti delle donne, quando ascolta i discorsi di Emmeline Pankhurst, interpretata da una sempre fantastica e carismatica Meryl Streep, fondatrice della Women’s Social and Political Union, che incita le donne a muoversi e far qualcosa per ottenere il diritto al voto, uno degli aspetti che più li differenzia dagli uomini.
Insieme a Maud anche altre colleghe e vittime di queste disuguaglianze e testimoni di violenze e differenze, appoggiano e prendono parte ad un movimento di protesta, per le quali vengono chiamate in modo spregiativo “Suffragette”. Fa parte anche di questo gruppo Edith Garrud, interpretata da Helena Bonham Carter, che insegnò alle donne le arti marziali, utili per potersi difendere dalle forze dell’ordine che le ostacolavano.
Spinte dalla voglia si essere alla pari con gli uomini tentano in ogni modo di far ascoltare il loro pensiero e le loro convinzioni, innanzitutto tramite i giornali, unici e adeguati mezzi di comunicazione che avrebbero permesso loro di far veicolare i loro principi e le loro idee. Ma i giornali le ignorano così come fanno anche i politici.
Per questa ragione, non avendo altra scelta e sostenute sempre dalla Pankhurst, cominciano a mettere in atto azioni “violente” che hanno un grande impatto e visibilità, ovvero lanciando pietre alle vetrine dei negozi o attuando scioperi della fame per essere ascoltate.
La ribellione delle donne, che fino a quel momento avevano subito passivamente la loro condizione senza far nulla, sconvolge i potenti che le colpiscono nel modo più crudele possibile, ovvero allontanandole dai loro figli.
È un film piuttosto realistico, che per la prima volta mette in scena la forza e la caparbietà di un grande gruppo di donne che ha fatto di tutto e ha lottato per vedere riconosciuti i propri diritti. Il movimento delle Suffragette è passato alla storia perché ha rivoluzionato la considerazione che si aveva al tempo delle donne, principalmente sottomesse ad una realtà maschilista. Per la prima volta, invece le donne hanno voluto lottare in prima fila essendo disposte a tutto pur di vivere in un contesto egualitario.
È una storia cronologicamente passata ma sempre molto attuale. Le donne hanno ottenuto il diritto al voto e oggi hanno senz’altro dei diritti che prima non venivano loro riconosciuti. Ma resta tuttavia attuale il problema della disuguaglianza, verso un mondo sostanzialmente gestito al maschile. Molte donne non percepiscono ancora gli stessi stipendi degli uomini, pur svolgendo le stesse attività. Ed è sempre molto presente il “problema” della maternità, per la quale molte donne perdono ancora il loro lavoro e spesso questa viene vista dai datori di lavoro, come un ostacolo alla produttività generale.
Viene da chiedersi quante persone oggi sarebbero disposte a far qualunque cosa, a correre dei rischi pur di vedere rispettati i propri diritti, quanti sarebbero disposti a ribellarsi, senza lasciarsi comprare dal denaro facile e rischiando di perdere tutto, pur di ottenere e vedere restituita la dignità di essere cittadino, e cittadina, “del mondo”.
Ecco il trailer ufficiale: