di Gabriele Bonafede
A Palermo sembra di essere in un mondo surreale. Succedono le cose più incredibili, speciose, fantastiche. Favolose.
Pirandello? Camilleri? Sciascia? Tornatore? Magari Franco e Ciccio? Macché. La realtà va ben oltre la finzione.
È una città che ha gravi problemi. Atavici e nuovi. Ultimamente aggravati da quasi tutti i punti di vista. Purtroppo sono problemi che conosciamo tutti: la disoccupazione, le imprese che chiudono, un grande centro storico che si va svuotando di tutto, un’economia basata sul settore pubblico, una disorganizzazione dei traporti pubblici peggiorata, un tram costruito con percorsi molto dubbi e costosi, i problemi legati alla criminalità organizzata, al degrado, alla gestione dei rifiuti. Potremmo parlarne per ore, giorni, mesi, anni.
A ben guardare, si potrebbe salvare, con molto sforzo, il lato artistico. Perché con l’“arte” almeno si può parlare e dire qualcosa, anche se non si mangia. Forse per questo, pare sia stata lanciata una consultazione pubblica chiedendo ai cittadini la loro opinione nientepopodimeno che per “decidere il colore dell’asfalto” nell’area pedonale del centro storco.
Dico “pare”, perché è roba da non crederci, anche se fosse vero. La cosa grandiosa è… che è proprio vero.
Come si fosse sul Titanic che affonda: cantando e ballando. Da copione. E con grande attenzione a “cosa mettersi” mentre si affonda.